Regalo agli evasori, il Fisco non potrà fare appello anche se ha ragione

Patrizia Del Pidio

25 Luglio 2023 - 14:09

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Nella delega fiscale spunta anche un regalo per gli evasori: il Fisco non potrà ricorrere in appello anche se tre volte su quattro ha ragione. Scopriamo i dettagli.

Regalo agli evasori, il Fisco non potrà fare appello anche se ha ragione

Nel suo passaggio al Senato iniziano a emergere ulteriori cambiamenti alla delega fiscale per la quale arriva la proposta di porre un limite ai processi. L’accusa all’Agenzia delle Entrate è poca imparzialità con cui si gestiscono i contenziosi ma nel testo emergono anche altre misure che andrebbero a favorire gli evasori.

L’attacco all’Agenzia delle Entrate viene dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che accusa l’Agenzia di protrarre il contenzioso anche dopo sconfitte nel primo e nel secondo grado di giudizio. E questo portare fino in fondo i processi viene fatto passare come una sorta di accanimento nei confronti del contribuente che non paga le tasse (che tra l’altro ha la possibilità di sanare la propria posizione entro 60 giorni dal ricevimento dell’avviso di accertamento).

Va ricordato, inoltre, che ad attivare il contenzioso non è l’Agenzia delle Entrate, ma il contribuente stesso che contesta quanto gli viene chiesto di pagare. Oggi il processo tributario precede che dopo la contestazione del contribuente che fa ricorso davanti alla Corte di Giustizia Tributaria di primo e secondo grado. Contro le sentenze di secondo grado, poi, si può ricorrere In Cassazione.

In caso di sconfitta niente appello per il Fisco

Al Governo si chiede di inserire, quindi, nella delega fiscale una norma che preveda una modifica all’attuale procedimento penale che impedisca, in caso di sconfitta dell’Agenzia dell’Entrate, di non poter ricorrere in appello nei gradi di giudizio successivi se non in casi eccezionali.

La proposta, quindi, sarebbe quella di fermare il contenzioso già al primo grado di giudizio se i giudici danno ragione al contribuente impedendo al Fisco di ricorrere in appello e in Cassazione. Ma questi due gradi di giudizio, fino ad ora, sono risultati fondamentali per le vittorie dell’Agenzia delle Entrate che in tre pronunce su quattro (prendendo in considerazione tutti e tre i gradi di giudizio) è risultata vincitrice dei contenziosi.

Quello proposto da Fratelli d’Italia non è un emendamento, ma solo un ordine del giorno che non diventa, se accolto, parte integrante del provvedimento.

Altre misure a favore degli evasori

Non solo questa la novità che potrebbe rallegrare chi le tasse non le paga. Sono stati presentati diversi emendamenti che andrebbero a favore degli evasori come ad esempio quello che vorrebbe una sanatoria preventiva attuabile prima dell’arrivo della cartella esattoriale. O, giusto per portare un altro esempio, quello che vorrebbe la riduzione da cinque a tre anni per i termini di decadenza per l’accertamento da parte delle Entrate.

Insomma, meno tempo per effettuare controlli, oltre al fatto di non poter procedere oltre il primo grado di giudizio a cui si potrebbero aggiungere l’adempimento collaborativo, le sanzioni penali ridotte per i ricconi che escono allo scoperto.

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