Russia, referendum per l’annessione Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia: quali conseguenze ci saranno?

Rosaria Imparato

20/09/2022

Mosca ha annunciato il referendum per l’annessione delle regioni di Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia alla Russia. Dal crollo della Borsa di Mosca alle dichiarazioni dei politici, ecco le conseguenze.

Russia, referendum per l’annessione Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia: quali conseguenze ci saranno?

Il referendum nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk sull’annessione con la Russia ci sarà dal 23 al 27 settembre, secondo quanto annunciato da Dmitry Khoroshilov, il vicepresidente della Duma, il Parlamento russo. Negli stessi giorni ci sarà un referendum anche nell’autoproclamata Repubblica di Donetsk. A Zaporizhzhia solo il 23 settembre.

Per quanto riguarda Zaporizhzhia, la consultazione avrà luogo solo nella parte della regione controllata dai filorussi. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, gli osservatori stranieri e rappresentanti dei media accreditati potranno assistere come osservatori al referendum nell’autoproclamata repubblica di Donetsk.

Ma quali saranno le conseguenze del referendum? Innanzitutto, la Borsa di Mosca è crollata subito dopo l’annuncio del referendum, ma iniziano a esserci anche le reazioni degli altri Paesi.

Referendum per l’annessione alla Russia nelle regioni Donetsk, Luhansk e Zaporizhzhia: le conseguenze

La prima conseguenza, la più immediata, riguarda la Borsa di Mosca. Appena annunciato il referendum per l’annessione alla Russia nel Donbass e nella regione di Kherson c’è stato un crollo di oltre il 10% degli indici. C’è stata poi una ripresa parziale, con l’indice Moex che poco dopo le 15 ora locale (e quindi le 14 in Italia) segnava un arretramento di quasi l’8% e quello Rts in calo del 7,76%.

Paolo Gentiloni, il commissario europeo per l’Economia, ha commentato su Twitter la decisione della Russia: «I referendum di Putin in Ucraina per annettere territori occupati con le armi sono un insulto alla democrazia e alle Nazioni Unite».

«Referendum illegale» per il consigliere presidenziale ucraino

Mykhailo Podolyak, il consigliere del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, ha affermato che parlare di annessione è stato poco più che un «sedativo» per il pubblico russo mentre Mosca cercava di dare un senso alle sue perdite sul campo di battaglia, ribadendo su Twitter che i russi hanno deciso di rispondere in modo asimmetrico alla controffensiva ucraina:

“Pensare che il ’referendum’ illegale impedirà agli Himars e alle forze armate (di Kiev) di distruggere gli occupanti sulla nostra terra...Volete davvero impiegare il tempo necessario per scappare in un nuovo spettacolo?”

Il riferimento è a un sistema missilistico fornito dagli americani che ha aiutato gli ucraini a prendere di mira le forze russe.

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha respinto i piani per «fasi referendum» e ha affermato: “La Russia è stata e rimane un aggressore che occupa illegalmente parti della terra ucraina. L’Ucraina ha tutto il diritto di liberare i suoi territori e continuerà a liberarli qualunque cosa la Russia abbia da dire”.

Guerra Russia-Ucraina, gli USA non escludono rifornimenti di tank a Kiev

Un ufficiale militare statunitense ha detto ai giornalisti della Cnn che è “certamente sul tavolo” la possibilità che gli Stati Uniti forniscano tank all’Ucraina:

“Guardiamo all’insieme delle Forze Armate ucraine e valutiamo per il futuro di quali capacità avranno bisogno e come gli Usa e i nostri alleati potranno sostenere l’Ucraina nel costruire queste capacità”

Tuttavia, non avverrà nell’immediato per motivi di addestramento e mantenimento.

“Putin vuole la fine della guerra”, ha detto il presidente turco Erdogan. Intanto Mosca approva pene più severe

Dopo aver incontrato Putin in Uzbekistan, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato alla tv americana Pbs che:

“(Putin, ndr) sia disposto a porre la fine alla guerra al più presto possibile. Questa è stata la mia impressione, perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è piuttosto problematico; 200 ostaggi saranno scambiati in seguito a un accordo tra le parti. Penso che si farà un passo avanti significativo”

Intanto però la Duma ha appena votato una serie di emendamenti al Codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di «mobilitazione», «legge marziale», «tempo di guerra» e «conflitto armato». Per la renitenza alla leva, cioè il rifiuto di prestare il servizio militare obbligatorio, è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione.

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