Reddito di cittadinanza, il governo ci ripensa? Perché potrebbe non essere abolito

Stefano Rizzuti

31 Gennaio 2023 - 11:29

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha dato il via libera, in Ue, a una raccomandazione sul reddito minimo: è un segnale verso un ripensamento sull’abolizione del Reddito di cittadinanza?

Reddito di cittadinanza, il governo ci ripensa? Perché potrebbe non essere abolito

Reddito di cittadinanza, il governo Meloni ritorna sui suoi passi? La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha dato l’ok alla raccomandazione del Consiglio Ue con cui si chiede a tutti gli Stati membri di adottare un reddito minimo contro la povertà. Una decisione, quella comunitaria, che stride con la volontà dell’esecutivo che sta provando a smantellare, come iniziato a fare anche con la legge di Bilancio, il Reddito di cittadinanza.

La raccomandazione europea, dunque, sembra in controtendenza con gli annunci della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma anche con quanto fatto finora dal suo governo sul tema. Se, infatti, in Italia si parla di un’abolizione del Reddito (seppure solo per alcuni dei beneficiari, quelli occupabili, con un possibile cambio della misura per gli altri dal 2024), in Ue le cose vanno diversamente.

Questo vuol dire che il governo ci ha ripensato e non vuole più abolire il Reddito di cittadinanza? Non sembra essere così, ma vediamo cosa prevede la raccomandazione adottata dal Consiglio Ue e cosa può davvero cambiare nella posizione del governo Meloni sulla misura a sostegno del reddito.

Reddito minimo, cosa prevede la raccomandazione Ue

La raccomandazione è stata adottata dal Consiglio Ue ed è rivolta agli Stati membri, ai quali viene chiesto di introdurre un reddito minimo adeguato: l’obiettivo è combattere la povertà e l’esclusione sociale. L’idea alla base della raccomandazione è quella di combinare il sostegno al reddito con prestazioni minimi e altre prestazioni monetarie di accompagnamento, anche attraverso l’accesso a servizi essenziali, per esempio.

Uno dei punti che più contrasta con la narrazione e le decisioni del governo italiano è il riferimento al fatto che il reddito minimo non ha un impatto negativo (almeno non significativo) sulla probabilità di trovare un lavoro: nel testo si dice che non esistono dati a supporto di questa tesi.

Infatti nella raccomandazione si dice che il reddito da lavoro dovrebbe essere superiore, ma che un reddito minimo non ha un impatto su questo aspetto. Inoltre si fa riferimento a un diritto "illimitato” a ricevere il reddito minimo, altro punto in contrasto con la decisione di non darlo a chi è occupabile.

L’obiettivo fissato dalla raccomandazione per ogni Stato membro è di raggiungere un livello adeguato di sostegno al reddito entro il 2030, rivedendo regolarmente gli aiuti e adeguando il livello del reddito minimo. Adeguamento che deve essere fatto anche alla luce dell’inflazione (soprattutto quella legata ai prodotti alimentari e all’energia), degli aumenti del costo della vita e dell’andamento dei salari.

Governo si contraddice su Reddito di cittadinanza: la spiegazione

A cercare di spiegare la contraddizione del governo è l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini: a suo giudizio il reddito minimo e il Reddito di cittadinanza sono misure diverse, basate su presupposti differenti. Nel primo caso, spiega, il sostegno viene ritenuto come correlato all’attività lavorativa, mentre in Italia il Reddito di cittadinanza sarebbe solo un sussidio.

Stop al Reddito di cittadinanza, il governo ci ripensa?

L’ok della ministra Calderone alla raccomandazione Ue è quindi un primo passo verso un ripensamento del governo? A quanto sembra no, come dimostrano anche le parole degli esponenti di Fratelli d’Italia, principale azionista della maggioranza. L’approvazione della raccomandazione sembra principalmente un atto dovuto, che l’esecutivo non ha voluto contestare per non entrare in contrasto con Bruxelles. Anche perché, appunto, si tratta solo di una raccomandazione.

Il governo sembra non aver cambiato idea sull’abolizione (quantomeno parziale) del Reddito di cittadinanza, ma questa timida apertura in Ue potrebbe anche avere delle conseguenze sulle politiche italiane sul tema: ipotesi difficile, comunque, da prendere in considerazione.

Un eventuale passo indietro del governo sembra più possibile che arrivi solo in un secondo momento - magari usando proprio l’Ue come pretesto - nel caso in cui dovesse fallire il piano di formazione e inserimento nel mondo del lavoro che ha in mente il governo per i beneficiari occupabili. In questo momento, però, non sembra esserci alcun ripensamento del governo Meloni che tira dritto sullo stop al Reddito.

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