Misura d’inclusione attiva (Mia) al posto del Reddito di cittadinanza già nel 2023, requisiti e nuovi importi

Simone Micocci

06/03/2023

Reddito di cittadinanza, si cambia: a settembre verrà sostituito dalla Misura d’inclusione attiva (Mia). Ne avranno diritto - ma per un importo inferiore e una durata limitata - anche gli occupabili.

Misura d’inclusione attiva (Mia) al posto del Reddito di cittadinanza già nel 2023, requisiti e nuovi importi

La riforma del Reddito di cittadinanza verrà attuata prima del previsto: non a gennaio 2024, come lasciava intendere l’ultima legge di Bilancio, bensì a settembre 2023 quando dovrebbe diventare Misura d’inclusione attiva (il cui acronimo dovrebbe essere Mia).

Un nome che rappresenta un chiaro richiamo al Reddito d’inclusione, misura a cui il governo Meloni - come confermato dalla stessa ministra del Lavoro Marina Calderone - si è ispirato per il post Reddito di cittadinanza.

La trasformazione, quindi, dovrebbe avvenire già quest’anno, proprio quando per molti percettori di Reddito di cittadinanza arriverà il momento di dire anticipatamente addio alla misura, in quanto gli verrà tolta allo scattare del 7° mese di percezione (limite calcolato tenendo conto del solo anno corrente). A tal proposito, come confermato dalla viceministra del Lavoro Teresa Bellucci, già a fine marzo dovrebbe arrivare il decreto che disciplina il post Reddito di cittadinanza, svelando requisiti e importi della nuova Misura d’inclusione.

Nell’attesa di notizie ufficiali possiamo anticiparvi come sarà la cosiddetta Misura d’inclusione attiva, nonché quali saranno requisiti (compreso il limite Isee), gli importi e gli obblighi da rispettare per poterne beneficiare. Si tratta solamente d’indiscrezioni, ma comunque utili per farsi un’idea su cosa succederà.

Riforma del Reddito di cittadinanza, a che punto siamo

I testi che disciplinano la nuova Misura sono già stati abbozzati dal ministero del Lavoro e in questi giorni - come rivela il Corriere della Sera - sono al vaglio del ministero dell’Economia per la valutazione definitiva.

Siamo a buon punto quindi: laddove dal Tesoro dovesse arrivare il via libera senza particolari correzioni, ecco che il decreto che riforma il Reddito di cittadinanza, trasformandolo già quest’anno nella Misura d’inclusione, dovrebbe essere approvato verso la fine di marzo 2023.

Chi ne avrà diritto

Buone notizie: sembra che a beneficiare della Misura d’inclusione attiva saranno, almeno in una prima fase, anche gli occupabili. Infatti, la platea dei beneficiari dovrebbe essere suddivisa in due parti:

  • nella prima figurano le famiglie a cui il Rdc nel 2023 è stato garantito - nel rispetto delle condizioni previste dalla normativa - per tutti i 12 mesi, ossia quelle in cui è presente almeno un componente disabile, minorenne oppure over 60;
  • della seconda categoria fanno parte invece le altre, ossia quelle famiglie a cui il Rdc quest’anno verrà tolto dopo 7 mesi.

Entrambe le categorie potranno fare domanda per il Mia una volta decaduto il Reddito di cittadinanza, ma per i secondi il trattamento percepito sarà meno favorevole: l’intenzione del governo è quindi di non lasciare sole queste persone nel periodo che sarà necessario per il ricollocamento, ma riconoscendo loro un sostegno economico inferiore rispetto a quanto previsto dal Rdc così da renderlo meno attrattivo.

Di che importi si parla?

Per il momento la cifra base dovrebbe restare quella garantita dal Reddito di cittadinanza, almeno per quelle famiglie in cui ci sono poveri senza possibilità d’inserimento nel mercato del lavoro. Quindi, si parte da una base di 500 euro al mese, con maggiorazioni in base alla presenza di altri componenti.

Laddove ci fossero occupabili, però, l’assegno sarebbe più basso: la base di partenza, infatti, dovrebbe di 375 euro.

Il governo poi sta valutando se mantenere o meno il rimborso della quota affitto (oggi fino a 280 euro al mese); molto dipenderà dalla valutazione operata dal ministero dell’Economia, il quale dovrà far luce sulle risorse effettivamente a disposizione per passare da Reddito di cittadinanza a Misura d’inclusione.

Durata

Per i non occupabili il passaggio dovrebbe essere piuttosto indolore: non solo gli importi saranno simili al Rdc, lo sarà anche la durata. Per chi non ha chance di ricollocamento, o comunque per quelle famiglie in cui ci sono soggetti che necessitano di una maggior tutela (quali appunto minorenni, disabili e over 60), il beneficio dovrebbe avere una durata di 18 mesi, mentre per gli occupabili si scende a 12 mesi.

Non è chiaro però se come per il Reddito di cittadinanza sarà possibile rinnovare la misura una volta terminato il periodo di massima fruizione. Probabile che lo sarà ma con limitazioni: ad esempio, è emersa l’indiscrezione per cui dopo il primo rinnovo (per cui dovrà trascorrere almeno un mese) la durata massima si riduce da 18 a 12 mesi. Per gli occupabili, invece, la durata massima si riduce progressivamente: da 12 mesi a 6 mesi dopo il primo rinnovo, mentre per il terzo rinnovo bisognerà attendere almeno un anno e mezzo.

Requisiti

Novità si segnalano sul fronte dei requisiti, i quali dovrebbero essere maggiormente restrittivi così da ridurre la platea dei beneficiari e concentrare le risorse su chi ne ha effettivamente bisogno. Ad esempio, la soglia Isee - oggi pari a 9.360 euro per il Rdc - entro cui stare per beneficiare della nuova Misura d’inclusione attiva dovrebbe essere di 7.200 euro.

Buone notizie però per le famiglie numerose: la scala di equivalenza, fattore determinante ai fini del calcolo del beneficio, dovrebbe essere migliorata favorendo quei nuclei con più figli e altri soggetti meritevoli di maggior tutela.

Altra novità riguarderà il requisito della residenza in Italia, di recente oggetto di contestazione da parte dell’Unione europea (tanto da avviare la procedura d’infrazione ai nostri danni): da 10 anni si dovrebbe scendere a 5 anni, tendendo così la mano verso Bruxelles.

La Misura d’inclusione sarà una politica attiva

Come si intuisce dal nome, anche questa sarà una politica attiva: al sostegno sarà quindi affiancato un percorso di accompagnamento al lavoro che vede protagonisti centri per l’impiego e agenzie per il lavoro (le quali riceveranno un incentivo per ogni beneficiario a cui viene trovato un impiego).

A tal proposito si torna a parlare - come fu con la presidenza Anpal di Mimmo Parisi - di una piattaforma ad hoc per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, a cui gli occupabili dovranno iscriversi così da poter ricevere e rispondere alle offerte di lavoro ritenute congrue.

A riguardo verrà mantenuta la stessa sanzione prevista oggi per il Rdc: in sostanza, la Misura d’inclusione attiva si perde al rifiuto della prima offerta. A essere mantenuta anche la possibilità di cumulare il sostegno con i redditi da lavoro (stagionali e intermittenti) entro il limite di 3.000 euro, così da scongiurare il rischio che chi beneficia del sostegno possa rifiutare un’offerta di lavoro di breve periodo per non rischiare di perderlo. Ed è per questo motivo che anche le offerte di lavoro brevi - si parla di un minimo di 30 giorni - potrebbero essere riconosciute come congrue.

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