Le aggressioni verso gli insegnanti da parte di alunni e genitori sono sempre più numerose. Il Ministro dell’Istruzione promette la linea dura: si discute sull’introduzione del reato di aggressione ai danni del personale docente.
La crescita esponenziale degli atti di violenza nelle scuole verso gli insegnanti sta diventando un vero e proprio problema sociale. Infatti i casi di aggressioni sono ormai all’ordine del giorno; a compierli sia alunni che genitori nei confronti di tutto il personale scolastico.
Per questa ragione, il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato di voler adottare la linea dura, pertanto si discute sull’opportunità o meno di introdurre un nuovo reato nel Codice Penale: il reato di aggressione contro gli insegnanti durante l’esercizio delle funzioni.
Ma c’è anche chi sostiene che il metodo repressivo non funzioni, e che, piuttosto, bisognerebbe agire sul piano culturale, coinvolgendo sia gli alunni che i loro genitori in progetti di educazione e formazione, a scuola ed in famiglia.
È davvero necessario introdurre una nuova fattispecie di reato? Andiamo ad analizzare la questione.
Il reato di aggressione contro gli insegnanti nell’esercizio delle funzioni
Gli atti di aggressione nei confronti degli insegnanti sono diventati così numerosi da creare una vera e propria emergenza sociale. Per contrastare questo fenomeno, il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, si è visto costretto ad intervenire, dichiarando di voler adottare il pugno di ferro per arginare la violenza nelle scuole.
In particolare, Bussetti ha dichiarato che le aggressioni contro i docenti, e contro tutto il personale scolastico, sono atti gravissimi che vanno condannati con durezza. Per questo si discute sull’opportunità o meno di modificare il Codice Penale ed introdurre una nuova fattispecie di reato: il reato di aggressione contro professori, maestri ed insegnanti, durante l’esercizio delle funzioni.
Un reato di questo tipo sarebbe indubbiamente un unicum nella storia del diritto penale italiano, ma per molti è una via necessaria per scongiurare gli episodi di violenza e di bullismo che ogni giorno molti insegnanti sono costretti a subire, da parte degli alunni e, talvolta, anche dei loro genitori.
Tuttavia la vera domanda è se sia più opportuno agire sul piano penale oppure su quello educativo-formativo. Infatti, non bisogna dimenticare che gli autori delle violenze sono pur sempre dei minorenni, mentre, nel caso degli episodi di violenza dei genitori, alcuni propongono di inserire come pena accessoria al reato la perdita della patria potestà, in quanto non idonei a svolgere la funzione educativa sui figli.
Il reato in questione dovrebbe prevedere arresto immediato del genitore da parte dell’autorità di polizia, in caso di flagranza di reato, e l’affidamento dell’alunno ad una comunità di rieducazione. Inoltre, se la violenza è reiterata, l’ordinamento dovrebbe prevedere la condanna di 5 anni di detenzione e, per i genitori che sono dipendenti pubblici, anche l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di 10 anni.
Dall’altro lato, invece, c’è chi ritiene che il problema educativo e sociale della violenza negli ambienti scolastici non possa essere risolto sul piano penale; dunque esclude una previsione di tipo punitivo.
Secondo chi sostiene questa posizione, l’ordinamento dovrebbe invece intervenire attraverso misure positive e non negative (ovvero di repressione). Tali misure dovrebbero essere ispirate a principi culturali ed educativi, e coinvolgere i minori non solo nell’ambiente scolastico ma anche in quello familiare, il tutto in ottemperanza del principio della civiltà e del rispetto reciproco.
Bullismo contro gli insegnanti
Le aggressioni nei confronti del personale docente possono articolarsi in veri e propri atti di bullismo da parte degli studenti. Dunque, il bullismo contro i professori può integrare diverse fattispecie di reato, a seconda della condotta perpetrata: stalking, percosse, lesioni personali, violenza privata, diffamazione e minaccia.
Quindi, i ragazzi che hanno intenzione di fare i bulli con gli insegnanti dovrebbero pensarci due volte, perché le pene previste dalla legge italiana sono severe.
Tuttavia, nonostante la copertura penale degli atti di bullismo, restano scoperte, quindi prive di tutela, molte ipotesi, per le quali, appunto, si discute della necessità o meno di introdurre un reato ad hoc che tuteli tutto il personale docente durante lo svolgimento dei propri obblighi professionali.
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