Quote ereditarie, quali sono e come si calcolano

Ilena D’Errico

28 Gennaio 2024 - 23:05

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Ecco cosa sono le quote ereditarie, quali sono a seconda del tipo di successione e come calcolarle correttamente.

Quote ereditarie, quali sono e come si calcolano

Quando si apre una successione si parla di quote ereditarie, dato che ogni chiamato all’eredità ha diritto a una percentuale su tutto il patrimonio ereditario, comprensivo anche di debiti. A meno che ci sia un erede universale, non si può affermare che qualcuno eredita una casa, un’auto o dei gioielli, per fare un esempio pratico, poiché tutti gli eredi diventano proprietari per una percentuale.

Così, tutti i beni dell’eredità sono appartenenti a tutti gli eredi, cioè i chiamati all’eredità che hanno accettato, in proporzione alla quota ereditaria. La situazione giuridica rimane questa fino alla divisione ereditaria, con cui dalla quota si passa alla proprietà esclusiva di ogni bene.

Il sistema delle quote ereditarie non si applica ai legati, poiché questi soggetti sono individuati nel testamento con la finalità di indirizzare loro uno o più beni specifici. I legatari non sono eredi e infatti non hanno alcun obbligo rispetto ai debiti ereditari, ma devono comunque presentare la dichiarazione di successione. Vediamo ora cos’altro prevede la legge sulle quote ereditarie.

Quali sono le quote ereditarie?

Le quote ereditarie possono essere stabilite dalla legge, dal testamento oppure da entrambi nel caso in cui le disposizioni del testatore siano incomplete. La legge prevede infatti il sistema della successione legittima, con eredi individuati dal Codice civile secondo un preciso schema di priorità e ripartizione del patrimonio. In assenza di testamento si applicano queste norme, rispettando le relative quote. Si parla in questo caso di successione legittima.

Con il testamento, invece, è possibile disporre del patrimonio ereditario in modo libero, scegliendo qualsiasi persona fisica o giuridica come erede e dividendo le quote ereditarie come si preferisce. Con la successione testamentaria non si hanno quindi quote predeterminate, ma bisogna comunque tenere conto delle quote di legittima.

Le quote di legittima

Il coniuge (anche se separato purché non abbia ricevuto l’addebito della separazione) e i figli del defunto - in assenza di questi ultimi, i genitori - hanno sempre diritto all’eredità e possono impugnare il testamento che la nega, a meno che sia intervenuta una sentenza di indegnità a succedere, riservata a casi molto rari. Questi eredi prendono il nome di legittimari e non solo hanno sempre diritto all’eredità, ma non possono ricevere meno di quanto previsto dal Codice civile.

Le quote di legittima sono per l’appunto le quote ereditarie che spettano agli eredi legittimari e sono stabilite dal numero Civile a seconda del numero di eredi concorrenti. Bisogna dunque sapere che i figli concorrono soltanto con il coniuge, mentre in loro assenza diventano eredi legittimari i genitori del defunto. È quindi il numero di figli presenti a incidere maggiormente sulle quote di legittima.

Come si calcolano le quote ereditarie

Per calcolare le quote ereditarie bisogna innanzitutto verificare il testamento o in sua assenza le disposizioni del Codice civile sulla successione legittima. La percentuale così ottenuta deve essere applicata all’intero asse ereditario, composto dal patrimonio del defunto (attivo e passivo) e comprensivo delle donazioni effettuate in vita, a eccezione di quelle non soggette a collazione.

Ogni erede è dunque titolare della percentuale così ottenuta su ogni componente del patrimonio ereditario e non sugli interi beni, almeno finché non avviene la divisione di comune accordo oppure stabilita dal giudice.

Di norma questo principio si applica anche ai debiti del defunto, infatti ogni erede ne è responsabile soltanto pro quota, ma non ad altri debiti relativi all’eredità. Per il pagamento della tassa di successione, per esempio, tra i coeredi c’è una responsabilità solidale.

Nel caso in cui il defunto fosse sposato con regime di comunione dei beni bisogna aver cura, per un calcolo corretto, di sottrarre dal patrimonio il 50% dei beni soggetti alla comunione, poiché appartenenti al coniuge.

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