Eredità, parti in disaccordo: come risolvere?

Ilena D’Errico

12 Marzo 2023 - 18:51

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Eredi in disaccordo sulla divisione ereditaria: ecco come risolvere i problemi e procedere alla divisione nel rispetto degli interessi di tutti.

Eredità, parti in disaccordo: come risolvere?

Se gli eredi riescono a trovare un accordo comune la procedura di divisione dell’eredità è abbastanza semplice e rapida, soprattutto se confrontata con ciò che accade quando le parti sono in disaccordo. Se gli eredi non riescono a trovare una soluzione amichevole, ci sono infatti diverse procedure messe a disposizione dal nostro ordinamento per risolvere i conflitti.

La conciliazione obbligatoria: mediazione o negoziazione assistita

Il tentativo di conciliazione, oltre alla possibile utilità per gli eredi, è anche obbligatorio per richiedere la divisione giudiziale. In particolare, se uno degli eredi richiede la divisione giudiziale senza che ci sia prima stato questo tentativo, il giudice dovrà interrompere il procedimento, assegnando alle parti un termine – massimo 3 mesi – per provare la conciliazione. Ovviamente non è necessario che venga raggiunto un accordo – anche se sarebbe la soluzione più conveniente per gli eredi - bensì è sufficiente che ci sia stata almeno una prova.

L’erede che ha promosso o intende promuovere il giudizio deve quindi rivolgersi a un organismo di mediazione privato ma riconosciuto dal ministero della Giustizia, scelto fra quelli presenti nel luogo di apertura della successione. L’ente scelto dovrà poi predisporre un incontro tra le parti, che devono necessariamente presenziare e farlo con l’assistenza dei propri avvocati.

Questo non significa che se gli altri eredi rifiutano di presentarsi per la mediazione allora la divisione giudiziale sia improcedibile. Come anticipato, è sufficiente che ci sia stato il tentativo da parte del ricorrente (colui che promuove la causa). A tal fine, è importante notificare a tutti gli altri eredi la proposta, chiarendo che un rifiuto immotivato potrà essere preso in considerazione dal giudice.

A cosa serve la mediazione?

Naturalmente, se gli altri eredi si rifiutano di partecipare alla mediazione la procedura si conclude sul nascere e bisognerà quindi affidarsi alla causa civile. Altrimenti si realizzerà l’incontro fra le parti, che avranno modo di difendere i propri interessi, anche grazie all’ausilio dei legali, assistite da un mediatore dell’organismo. Si tratta di una figura terza e imparziale rispetto ai fatti, che ha il compito di favorire l’accordo sulla base delle ragioni giuridiche degli eredi.

Dopo gli incontri, si può assistere a due scenari differenti. Nel primo caso le parti trovano un accordo e il verbale redatto ha già titolo esecutivo. Questo significa che non è più necessaria la causa in tribunale, perché il documento ha valore esecutivo e consente anche di procedere attraverso l’esecuzione forzata in caso di inadempimenti. In ogni caso, il verbale autenticato soltanto dal mediatore ha carattere di scrittura privata, perciò non è adatto alla trascrizione nei registri immobiliari. Di conseguenza, se il verbale prevede la divisione di immobili è necessario rivolgersi a uno studio notarile.

Nel caso in cui, invece, l’accordo non sia possibile si potrà procedere con la causa di divisione, presentando al giudice il verbale redatto dal mediatore. In alternativa alla mediazione, c’è poi la negoziazione assistita.

La negoziazione assistita

La negoziazione assistita è un’altra forma di conciliazione, per certi versi molto simile alla mediazione e idonea a esperire il tentativo richiesto per la procedibilità della causa di divisione. La differenza fra i due istituti è che la negoziazione elimina completamente lo scambio personale fra le parti, in quanto si basa esclusivamente sullo scambio epistolare degli avvocati di ognuno. Anche in questo caso si può giungere a un accordo o meno, ma comunque se l’offerta non viene accettata entro 30 giorni si può procedere con il giudizio di divisione.

L’erede che vuole promuovere la causa può quindi scegliere fra i due istituti in modo libero, a seconda delle circostanze e delle esigenze. Di norma, la conciliazione si rivela molto utile quando il disaccordo degli eredi verte sul valore dei beni (e le presunte discrepanze) o sulla richiesta di beni specifici, ad esempio per un valore affettivo. La valutazione, infatti, non è esclusivamente tecnica, ma tiene conto anche degli elementi più secondari. In ogni caso attraverso le procedure stragiudiziali è possibile trovare accordi favorevoli a tutti gli eredi, tenendo conto anche di altri aspetti oltre al valore economico delle quote e beneficiando di alcuni vantaggi fiscali.

La divisione giudiziale

Quando il tentativo di conciliazione non produce gli effetti sperati e gli eredi sono in disaccordo su tutto, l’unica soluzione quella della divisione giudiziale. La domanda può essere presentata anche da uno solo degli eredi, purché attraverso il proprio avvocato e presso il tribunale di competenza. Il giudice si occuperà poi di dar luogo alla divisione materiale (se possibile) o in base al valore dei beni. Non raramente, i beni (soprattutto immobiliari) vengono venduti all’asta per dividere il ricavato in base alle quote. Questa procedura, tuttavia, comporta spesso un deprezzamento del valore immobiliare.

La divisione su domanda congiunta

La divisione giudiziale rappresenta quindi una soluzione sicura, utile a risolvere anche le situazioni più disperate. Allo stesso tempo, bisogna anche considerare l’origine del disaccordo fra gli eredi. Quando tutti sono d’accordo sull’entità delle quote ma ci sono dibattiti esclusivamente sul loro valore, è possibile presentare una domanda di divisione congiunta.

Quest’ultima è disciplinata dall’articolo 791 del Codice di procedura civile ed è molto più rapida ed economica rispetto al procedimento ordinario. In sostanza, la procedura consiste nella richiesta al giudice di nominare un consulente, il quale dovrà stimare i beni e presentare il progetto di divisione secondo le quote ereditarie. La sentenza del giudice, poi, confermerà il progetto dandogli efficacia. Si tratta però di una soluzione impraticabile se gli eredi non sono d’accordo nemmeno sull’entità delle quote. In questi casi, bisogna affidarsi ad altre soluzioni per le liti ereditarie.

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