Salvo diversi accordi, il prezzo della benzina in questo Paese salirà del 25% e diventerà il più alto d’Europa.
In Italia siamo abituati a lamentarci spesso per il prezzo della benzina. Ciò che più irrita sono le accise, che incidono per circa il 48% sul prezzo finale al consumatore. Il 15 maggio scorso è entrato in vigore il decreto che nel giro di cinque anni porterà all’armonizzazione delle aliquote su benzina e diesel. Prima di maggio il gasolio costava circa dieci centesimi in meno rispetto alla benzina. Con il nuovo provvedimento le accise sulla benzina sono state ridotte a 0,7134 €/litro, mentre quelle sul gasolio sono state aumentate a 0,6324 €/litro. Nei prossimi cinque anni le aliquote saranno progressivamente modificate fino a raggiungere lo stesso livello. A quel punto benzina e diesel avranno identico prezzo.
Ma se in Italia ci si lamenta per il caro carburante, peggio va in Olanda, dove nel 2026 il costo della benzina potrebbe diventare il più alto d’Europa. Già oggi è intorno a 1,90€ al litro, ben superiore rispetto al nostro Paese. Eppure si tratta di un prezzo calmierato. Quando la Russia invase l’Ucraina nel 2022 facendo schizzare i costi dell’energia, il governo olandese decise di introdurre accise ridotte per contenere i rincari. Così la benzina scese sotto la soglia dei due euro.
Il problema è che a fine anno queste accise agevolate scadranno e, a quanto sembra, l’esecutivo olandese non intende prorogarle. Dal prossimo anno si tornerà dunque alle vecchie aliquote, con l’effetto che il prezzo della benzina aumenterà fino al 25% in più, attestandosi in media attorno a 2,40€ al litro.
Le polemiche non mancano. In molti ritengono che a pagare le conseguenze saranno soprattutto gli automobilisti, chiamati a finanziare l’aumento delle spese per la difesa. Una parte consistente di queste risorse, infatti, verrà reperita proprio attraverso il rincaro dei carburanti.
Codacons: «In 5 anni benzina +21,7%»
Una buona notizia arriva però dal nostro Paese: quest’anno, dopo molto tempo, non si è verificato il consueto aumento di Ferragosto, in coincidenza con il periodo più intenso di spostamenti in auto. Sulla base dei listini di benzina e gasolio alla pompa elaborati dai dati del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nella settimana di Ferragosto il prezzo medio della benzina in rete si è attestato a 1,701€ al litro, mentre il gasolio è sceso a 1,631€ al litro, proseguendo la fase di calo iniziata a fine giugno.
Guardando indietro al 2020, la benzina costava 1,398€ al litro e il diesel 1,284 €/litro. In cinque anni gli italiani si trovano dunque a pagare la benzina il 21,7% in più e addirittura il 27% in più il gasolio.
In pratica, un pieno di benzina oggi costa 15 euro in più, mentre quello di gasolio 17,30 euro in più. «Una stangata che, moltiplicata per i milioni di spostamenti in auto registrati in questi giorni di esodo e controesodo, genera un salasso complessivo da centinaia di milioni di euro a carico delle famiglie italiane», denuncia il Codacons.
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