Nelle nostre case c’è un oggetto che è un vero e proprio nido di batteri molto pericolosi. Scopriamo qual è e come utilizzarlo per ridurre i rischi
Mettere in ordine la casa e pulirla spesso è senza dubbio molto faticoso. Ma avere stanze pulite e ben igienizzate non è soltanto una questione estetica. È anche, e soprattutto una questione di salute. A maggior ragione se parliamo della cucina, probabilmente l’ambiente casalingo con il più elevato rischio di contaminazione batterica.
Pochi lo sanno ma nelle nostre cucine c’è un oggetto potenzialmente molto pericoloso e a cui dovremmo prestare particolare attenzione: le spugnette. Vediamo cosa dice la scienza al riguardo.
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Lo studio tedesco sulle spugne da cucina
Un recente studio tedesco ha analizzato in laboratorio un gruppo di 14 spugne prelevate in maniera casuale dalla casa di comuni famiglie. E, a sorpresa, i microbiologi sono riusciti a rilevare oltre 350 ceppi batterici, alcuni dei quali facenti parte del gruppo 2 di rischio sanitario. Ovvero a quello dei microrganismi potenzialmente pericolosi per la salute umana.
Una concentrazione di batteri così alta da ricordare quella delle feci e che è stata confermata da un altro studio condotto dalla Clemson University.
Una ricerca, quella americana, che ha posto il focus anche sulla resistenza di questi microbi, presenti a milioni su una spugna utilizzata per due settimane consecutive.
Come ridurre i rischi per la salute
Alla luce delle scoperte tedesche e americane viene da chiedersi come igienizzare le spugne per ridurre i potenziali pericoli per l’organismo. La risposta è molto semplice. Le spugne vanno cambiate almeno una volta a settimana.
I metodi domestici di sanificazione (tra i più “gettonati” ci sono la bollitura della spugna, la cottura nel forno a microonde e il lavaggio in lavastoviglie) sono poco efficaci, poiché i batteri rimangono nelle cavità porose e molti di essi riescono a resistere senza problemi anche a temperature molto alte.
Esistono comunque due alternative alle spugne decisamente meno pericolose: le spazzole da cucina in plastica dura e i panni in microfibra. Le prime trattengono meno umidità e possono essere asciugate più velocemente, riducendo lo spazio per la proliferazione dei batteri. Anche i secondi assorbono meno acqua e tendono a restare più asciutti, ma in ogni caso dovremmo cambiarli a intervalli di tempo regolari.
Gli altri oggetti della cucina a rischio invasione di batteri
Le spugne non sono l’unico oggetto presente in cucina a cui prestare attenzione. Gli strofinacci, ad esempio, andrebbero lavati ogni uno o due giorni. Soprattutto se entrano in contatto con i cibi crudi.
Un altro oggetto molto a rischio sono i taglieri che molti di noi utilizzano contemporaneamente per cibi diversi. Una ricerca del 2023 conferma che sulle superfici dei taglieri è molto semplice trovare batteri. Se proprio non riusciamo a farne a meno o a lavarli frequentemente, puntiamo su quelli di legno e non su quelli in plastica.
Per lo stesso motivo dovremmo sempre evitare di usare il coltello per tutte le pietanze. Ogni alimento dovrebbe avere il suo coltello. O almeno dovremmo lavarlo ogni volta che cambiamo cibo. Altrimenti alzeremo esponenzialmente il rischio di contaminazioni crociate.
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