Dai tutorial su YouTube al successo imprenditoriale. La storia di Mulac Cosmetics, brand di bellezza made in Italy che ha triplicato il fatturato in soli due anni grazie a una strategia su misura.
In un mercato beauty sempre più competitivo, molte aziende italiane del settore faticano a reggere il confronto con colossi internazionali come Sephora, Marionnaud e Douglas.
In questo contesto, spicca però un marchio made in Italy che è riuscito a distinguersi grazie all’innovazione e a una visione indipendente: Mulac Cosmetics, fondato da Sandra Sold (meglio conosciuta sul web come LaCindina), una delle prime beauty influencer italiane ad aver trasformato la propria notorietà online in un vero progetto imprenditoriale.
Attualmente, Mulac è nel portafoglio di Cosmetica Hub, gruppo che riunisce marchi del settore beauty come Diego dalla Palma Milano e Rvb Lab. Nel 2023, l’azienda ha registrato ricavi netti pari a 53 milioni di euro, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, e un EBITDA di 6,75 milioni di euro, pari a un margine del 13%. Ma la sua storia non è stata priva di difficoltà.
leggi anche
Faceva la postina, oggi è a capo di un’azienda beauty italiana che fattura più di €70 milioni
La storia di Mulac Cosmetics
Tutto comincia da Sandra Sold e la sua passione per il trucco. Nel 2009 apre su YouTube un canale chiamato “LaCindina” (che attualmente conta circa 237.000 iscritti), dove pubblica i primi “make-up tutorial”, dei video in cui mostra ai suoi spettatori quali sono gli “step” per realizzare un trucco perfetto, fornisce consigli sull’acquisto di prodotti e testa le tendenze del momento.
Nel tempo, il fenomeno a cui partecipa Sandra diventa un vero e proprio trend nazionale e internazionale, lanciando migliaia di influencer nel mondo della beauty community. Forte della sua fama sul web, nel 2014 l’imprenditrice realizza il sogno di una vita: il lancio della sua casa cosmetica personale, Mulac, acronimo di “Make up La Cindina”.
La missione del brand è offrire prodotti professionali, cruelty-free e ad alte prestazioni, completamente ideati e realizzati in Italia. Col passare degli anni, l’azienda è cresciuta fino a contare circa 70 dipendenti e un catalogo di oltre 300 articoli, tra make-up e prodotti per la cura del viso, del corpo e dei capelli.
Tuttavia, dopo una fase iniziale di espansione, Mulac ha dovuto affrontare un periodo di rallentamento del suo canale e-commerce che, tra il 2019 e il 2020, ha registrato una contrazione media annua del 5%. In questa fase, l’azienda ha scelto di evolvere la propria organizzazione con l’ausilio di una strategia CRM.
leggi anche
Crescita record per questa catena italiana di prodotti beauty. Il fatturato raggiunge i €330 milioni
Come Mulac ha triplicato il fatturato in 2 anni con una strategia CRM personalizzata
Nel 2020, grazie a una strategia di CRM costruita su misura e orientata ai dati, l’azienda è riuscita a triplicare il proprio fatturato, passando dal 5% al 19% in soli 24 mesi. L’obiettivo era chiaro: trasformare una base clienti “passiva” nel vero motore economico dell’impresa attraverso un uso più efficiente dei dati comportamentali.
Mulac ha avviato un lavoro strutturato di raccolta e qualificazione dei potenziali clienti, migliorando la qualità dei contatti e la loro profilazione. Da lì, ha introdotto sistemi di automazione che permettono di inviare comunicazioni personalizzate in base a specifiche azioni dell’utente, come ad esempio l’abbandono del carrello o il ritorno in stock di un prodotto. In questo modo, la relazione con il cliente è diventata più diretta e pertinente, un fattore che ha aumentato il tasso di conversione e migliorato la frequenza d’acquisto.
Parallelamente, il brand ha sperimentato nuovi canali di comunicazione, tra cui WhatsApp Marketing, che si è rivelato particolarmente performante. Il tasso di conversione ottenuto attraverso questo canale è stato quattro volte superiore a quello medio delle campagne email, generando un impatto immediato sulle vendite e sul recupero dei carrelli abbandonati.
Un altro passaggio determinante è stato l’inserimento dell’analisi RFM (Recency, Frequency e Monetary value) per segmentare la clientela in base al comportamento d’acquisto e al valore economico. Questa metodologia ha permesso di passare da una comunicazione uniforme a una gestione differenziata dei cluster, ottimizzando le campagne pubblicitarie e riducendo il costo medio di acquisizione del cliente.
In meno di due anni, la quota di fatturato attribuibile ai canali CRM ha generato un incremento complessivo dei ricavi e un miglioramento significativo della marginalità operativa. La crescita, in questo caso, non è stata solo quantitativa ma anche qualitativa. Mulac ha ridotto la dipendenza dalle campagne di acquisizione esterne, ha incrementato il ritorno sugli investimenti e ha consolidato nel tempo il valore del brand.
© RIPRODUZIONE RISERVATA