Questi 5 eventi stanno per travolgere i mercati

Violetta Silvestri

12 Maggio 2023 - 11:13

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Ci sono almeno 5 eventi e scadenze che i mercati temono la prossima settimana: perché un terremoto finanziario è ancora possibile? Cosa osservare negli Usa, in Europa e in Turchia.

Questi 5 eventi stanno per travolgere i mercati

Mercati e finanza globale dipendono da almeno 5 eventi - o scadenze - programmati nella settimana dal 15 al 19 maggio.

I prossimi giorni saranno cruciali e nuove scosse di un terremoto finanziario già iniziato potrebbero di nuovo verificarsi secondo gli analisti.

Mentre i legislatori si affrettano a trovare un accordo sul limite di indebitamento degli Stati Uniti, gli elettori in Turchia si recano alle urne con una situazione economica disastrosa e il tempo stringe perché Russia e Ucraina si accordino su come mantenere aperte le esportazioni di grano. Intanto, l’Europa stretta nei tassi alti della Bce attende nuovi dati macro per capire se una recessione è davvero stata sventata.

In questa cornice, l’attenzione degli investitori è tutta rivolta a questi 5 eventi in arrivo: perché possono sconvolgere i mercati?

1. Il default Usa oscura il G7

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti ha ritardato l’inizio del suo viaggio in Giappone in vista del G7 per dedicare più tempo alla questione scottante e urgente dell’innalzamento del tetto al debito.

Le divisioni bipartisan sono profonde e il presidente Joe Biden ha lasciato intendere che potrebbe non arrivare nemmeno a Hiroshima per l’incontro dei leader del G7 dal 19 maggio.

Ciò complicherebbe un vertice secondario con Giappone e Corea del Sud sul rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza. La nazione ospitante, il Giappone, è in gioco più di altri in questa situazione di stallo: è il più grande detentore straniero del debito statunitense. Con un default, gli Usa vedrebbero crollare i loro titoli del Tesoro, con un danno finanziario globale.

Il grafico elaborato da Reuters ha messo in evidenza quali nazioni possiedono più Treasury Usa e sono più a rischio scosse.

Paesi con maggiore quota di titoli di Stato Usa Paesi con maggiore quota di titoli di Stato Usa In testa c'è il Giappone

2. Chi salverà la Turchia?

Il presidente Tayyip Erdogan ha governato la Turchia per più di due decenni. Ora deve affrontare una corsa serrata contro il rivale dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu quando la nazione forte di 85 milioni di persone voterà domenica 14 maggio.

I sondaggi suggeriscono che Kilicdaroglu ha una possibilità, poiché molti turchi sono delusi da Erdogan, la cui politica economica e monetaria non ortodossa li ha lasciati con un forte calo del tenore di vita, colpito da un’inflazione paralizzante e da una lira al collasso.

La situazione turca è in bilico. Qualsiasi risultato, secondo gli analisti, avrebbe nell’immediato un effetto poco rassicurante sull’economia. Tutto il mondo guarda alle elezioni turche e per questo l’esito può lasciare un impatto sui mercati globali. La nazione è protagonista sui fronti migranti, guerra in Siria, Mediterraneo, relazioni tese con Usa e con Europa.

3. Russia-Ucraina e la sfida del grano

La Russia e l’Ucraina hanno tempo fino al 18 maggio per estendere l’accordo sui cereali del Mar Nero, che lo scorso anno ha consentito il passaggio sicuro delle esportazioni ucraine per aiutare ad affrontare una crisi alimentare globale.

Le due parti potrebbero estendere l’accordo, ma la Russia afferma che tutto dipenderà dalle sue richieste di rimuovere gli ostacoli alle proprie esportazioni. I due sono tra i maggiori esportatori mondiali di questa materia prima alimentare e riforniscono alcuni dei paesi più poveri del mondo.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, i futures sul grano sono scesi di oltre il 50% rispetto ai massimi storici. I prezzi alimentari mondiali si sono raffreddati e si prevede che il prossimo raccolto globale sarà salutare. Ciò suggerisce che un’interruzione potrebbe non avere lo stesso impatto del blocco iniziale.

Tuttavia, il prezzo di prodotti di prima necessità come il pane rimane alle stelle. Il pane nell’Unione europea costava quasi il 20% in più a marzo rispetto a un anno fa. È molto peggio nei paesi in via di sviluppo, dove una quota maggiore del reddito familiare viene spesa per il cibo.

4. Recessione Usa sì o no?

Una serie di dati economici chiave getterà nuova luce sul fatto che gli Stati Uniti stiano scongiurando una recessione visti gli aumenti dei tassi della Federal Reserve.

I dati sulle vendite al dettaglio di martedì prossimo misureranno lo stato di salute della spesa dei consumatori, che rappresenta oltre i due terzi dell’attività economica. Le vendite al dettaglio sono diminuite più del previsto a marzo, poiché i consumatori hanno ridotto l’acquisto di autoveicoli e altri articoli di grandi dimensioni.

Sono previsti anche rapporti sulla produzione industriale e sull’avvio di abitazioni, mentre l’indagine sulla produzione della Fed di Filadelfia potrebbe anche influenzare i prezzi delle attività la prossima settimana.

I dati di mercoledì hanno mostrato che l’inflazione annuale al consumo negli Stati Uniti è rallentata al di sotto del 5% ad aprile per la prima volta in due anni. Tuttavia, l’inflazione è rimasta ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed.

5. L’Europa in bilico

La settimana a venire si concentra anche sulla crescita economica dell’area dell’euro, con i dati sul Pil del primo trimestre e le influenti indagini dello ZEW Institute sulle condizioni commerciali e sul sentiment nella potenza economica europea della Germania.

Gli economisti intervistati da Reuters si aspettano di vedere la stima «flash» che mostrerà che l’area dell’euro ha guadagnato una crescita di appena lo 0,1% nei tre mesi fino a marzo. Alcuni economisti affermano che la stagnazione è continuata e potrebbe sfociare in una recessione entro la fine dell’anno.

Gli indicatori monetari dell’area dell’euro, come la domanda di credito, indicano un forte calo dei consumi e degli investimenti. I tassi di risparmio delle famiglie aumentano mentre i prestiti diminuiscono.

Niente di tutto dovrebbe dissuadere la Banca centrale europea dal continuare ad aumentare i tassi, poiché l’inflazione core, al 5,6% ad aprile, rimane troppo al di sopra del suo obiettivo del 2% per essere trascurata.

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