Questi 4 eventi stanno per scuotere i mercati

Violetta Silvestri

06/04/2024

06/04/2024 - 15:26

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4 fattori sono sotto i riflettori e possono sconvolgere i mercati nella settimana dall’8 al 12 aprile. Cosa sta per accadere di così impattante per le Borse?

Questi 4 eventi stanno per scuotere i mercati

La settimana dall’8 al 12 aprile può essere esplosiva per i mercati e i motivi sono 4.

Dalla riunione della Bce ai dati macro della Cina fino alle trimestrali di grandi banche Usa e all’osservazione del prezzo del petrolio, i fattori pronti a sconvolgere le Borse mondiali sono diversi.

In un contesto globale reso incerto dalle due guerre in corso, dall’andamento dell’inflazione volatile, dalla cautela della Fed nel prevedere il primo taglio dei tassi, gli investitori osservano con attenzione ogni evento capace di spingere verso l’alto o verso il basso azioni, obbligazioni, valute.

4 eventi sono pronti a sconvolgere i listini.

1. Riunione Bce

Giovedì 11 aprile si riunirà la Banca centrale europea per quello che probabilmente sarà l’ultimo meeting senza sorprese, prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse.

I trader vedono una probabilità di quasi del 100% di una diminuzione di 25 punti base a giugno, quindi il via libera è fondamentale per sostenere il sentiment del mercato. Una raffica di politici ha esplicitamente indicato giugno come data della prima mossa. Anche il governatore falco dell’Austria, Robert Holzmann, non si oppone.

È quindi molto probabile che la Bce segnali l’imminente taglio dei tassi. La domanda è quanto saranno espliciti i politici riguardo a giugno, dato che vogliono rivedere i dati sulla crescita salariale del primo trimestre che saranno pubblicati a maggio. I riflettori saranno puntati tutti sulla conferenza stampa di Lagarde.

Un tono più aggressivo da parte della governatrice e un allontanamento dell’inizio dei tagli potrebbe spingere i rendimenti obbligazionari e l’euro, deprimendo però il sentiment azionario e le stime sulla crescita dell’Eurozona.

2. Dati macro sulla Cina

L’economia cinese sembra offrire segnali più promettenti sulla ripresa e questo ha ultimamente contribuito a mantenere le azioni vicine ai massimi pluriennali.

Lo Shanghai Composite ha recentemente registrato il suo più grande rally in un mese, dopo che i dati hanno mostrato la più rapida espansione nel settore manifatturiero da oltre un anno. A ciò sono seguiti numeri ancora più promettenti sull’accelerazione nell’attività dei servizi, suggerendo una spinta dei consumatori più probabile.

Una serie di nuovi indicatori stanno per essere svelati e potrebbero sostenere o sovvertire tale ottimismo: gli indici dei prezzi al consumo e alla produzione giovedì e i dati commerciali venerdì.

Questi numeri saranno la prova dell’appetito dei consumatori. Nel frattempo, l’indice dei prezzi al consumo sarà fondamentale poiché il primo aumento in sei mesi nella precedente serie di dati è ciò che ha aiutato le azioni cinesi a raggiungere i picchi post-novembre, anche se i dati sono stati potenzialmente distorti dalle festività del Capodanno lunare.

3. Trimestrali banche Usa

I rapporti trimestrali delle principali banche daranno presto il via alla stagione degli utili.

Dopo gli ottimi risultati del quarto trimestre 2023, secondo LSEG IBES le società S&P 500 dovrebbero registrare un aumento del 5% su base annua negli utili del primo trimestre.

Gli investitori contano quest’anno su robusti profitti societari per sostenere le valutazioni in rialzo mentre il mercato azionario è salito a livelli record. Il rapporto prezzo/utili dell’S&P 500 è ai livelli più alti degli ultimi due anni.

JPMorgan Chase, Citigroup e Wells Fargo pubblicheranno tutti i risultati il ​​12 aprile. Delta Air Lines e BlackRock sono tra le altre importanti società che forniranno aggiornamenti trimestrali nei prossimi giorni.

4. Prezzo del petrolio

Le crescenti turbolenze geopolitiche e l’interruzione dell’offerta in una serie di punti caldi della produzione stanno spingendo i prezzi del petrolio verso i 90 dollari al barile per la prima volta da mesi. Questo può tradursi facilmente e potenzialmente in una spinta verso l’alto dell’inflazione.

Le banche centrali tendono a concentrarsi sulle cosiddette misure core dell’inflazione che escludono i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari. Tuttavia, per le imprese non è possibile eliminare il prezzo del greggio dall’equazione. E l’ipotesi che la Fed possa tagliare i tassi meno dei suoi omologhi ha spinto il dollaro al rialzo quasi ovunque quest’anno.

Ciò a sua volta ha minato il potere d’acquisto dei grandi acquirenti in Cina, Giappone, India e Corea del Sud, facendo aumentare le loro fatture per l’importazione di energia.

Il tutto complica la vita alle autorità monetarie di quei Paesi, che sono intervenute, o hanno minacciato di intervenire, per sostenere le loro valute ed evitare una sorta di circolo vizioso di ripresa dell’inflazione.

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