Queste aziende producono da sole la Co2 di uno Stato. E una di loro è italiana

Andrea Fabbri

29 Ottobre 2025 - 08:36

Una ricerca svela che le 45 più grandi aziende che producono carne e latticini inquinano quanto l’Arabia Saudita. In questo gruppo c’è anche un’italiana

Queste aziende producono da sole la Co2 di uno Stato. E una di loro è italiana

Ridurre il consumo di carne e di prodotti di origine animale non è soltanto un consiglio alimentare. Sta diventando una priorità dal punto di vista ambientale e climatico.

A confermarlo è lo studio intitolato “Arrostendo il Pianeta: le grandi emissioni dei grandi della carne e dei latticini” e realizzato da alcuni dei più grandi esperti mondiali di alimentazione e ambiente come Foodrise, Institute for Agriculture and Trade Policy (IATP) e Greenpeace Nordic.

I dati pubblicati fanno riflettere: tra il 2022 e il 2023 le 45 maggiori aziende del settore carne e latticini hanno prodotto più gas serra dell’Arabia Saudita, ovvero del secondo Paese al mondo per produzione di petrolio.

Il dossier rivela dati inquietanti

L’analisi degli esperti lascia poco spazio alle interpretazioni. Nel solo 2023 le prime 5 aziende in classifica hanno prodotto più o meno 480 tonnellate di gas serra. Molto più delle principali compagnie petrolifere mondiali.

La peggiore in assoluto è stata la brasiliana Jbs, specializzata in carne, che ha prodotto circa un quarto del totale delle emissioni.

Per rendere meglio l’idea, si legge nello studio che verrà presentato durante la Cop 30 (la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) in programma in Brasile dal 10 al 21 novembre, gli esperti affermano che se le aziende citate fossero uno Stato sarebbero già il nono al mondo per quantità di emissioni.

Un problema che rischia di mettere a repentaglio la vita del pianeta. Se non verranno presi provvedimenti rapidi, il settore zootecnico ci porterà in breve tempo a superare gli 1,5°C di surriscaldamento globale, identificati come la soglia di non ritorno prima della catastrofe climatica.

Un’azienda italiana tra le prime 20

La brutta notizia è che tra le 45 aziende più inquinanti c’è anche un’italiana, il Gruppo Cremonini, ventesima in classifica con 14,41 tonnellate di Co2 equivalenti “emesse” nel 2023.

Una cifra che rappresenta un terzo del totale del totale dei gas serra provenienti dal nostro Paese.

Il Gruppo Cremonini controlla direttamente Inalca, uno dei maggiori produttori di carne bovina nel nostro Paese, ed è tra le 5 aziende del settore zootecnico più ricche in assoluto. Un colosso da 1,6 miliardi di euro di profitto con un peso notevole sull’intera economia italiana.

Il metano è il problema più grande

Tra tutti i gas serra, il metano è il più presente (51%) e quello che rischia di essere più impattante sul futuro del pianeta.

Per questo motivo i redattori della ricerca e gli scienziati esperti in problematiche ambientali chiedono a gran voce la riduzione delle emissioni di metano del 45% da qui al 2030.

Per rendere l’obiettivo realmente perseguibile serviranno misure decise. Per gli esperti dovranno essere introdotti obblighi sulla rendicontazione delle emissioni e dovranno essere stabili obiettivi vincolanti per le aziende per la riduzione dei gas serra.

Ma non solo. Vanno attuate nel più breve tempo possibile azioni che limitino la sovrapproduzione e disincentivino il consumo di prodotti di derivazione animale.

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