Una realtà poco nota che cresce lontano dai riflettori. Ecco perché piace agli investitori.
Quotata a Piazza Affari ma lontana dai riflettori dei grandi nomi del listino, c’è una società italiana che oggi gestisce oltre 133 milioni di euro di asset. Si tratta di Borgosesia, realtà piemontese che negli anni ha cambiato pelle più volte. Nata nel tessile nel 1873, passata per l’immobiliare, oggi si propone come una holding industriale capace di creare valore nelle situazioni di crisi aziendale e nei contesti che richiedono nuovi stimoli.
Il bilancio semestrale 2025 fotografa bene questa trasformazione. Gli asset under management hanno segnato un balzo del 69% in soli sei mesi.
Analizziamo tutti i numeri di Borgosesia S.p.A., con focus sul fatturato.
Fatturato di Borgosesia
Il 2024 è stato un anno di transizione per Borgosesia, chiuso con un utile netto di 4,04 milioni di euro, in calo rispetto ai 5,64 milioni del 2023, ma con un Ebitda in crescita a 13 milioni dai 10,2 milioni dell’anno precedente. Un segnale che, nonostante la flessione dei ricavi (scesi a 21,1 milioni dai 23,3 milioni del 2023) il gruppo ha saputo rafforzare la propria capacità di generare margini, grazie anche alla gestione mirata degli investimenti. A fine anno il patrimonio netto consolidato era salito a 67,2 milioni, mentre l’indebitamento netto aveva toccato quota 95,4 milioni, in rialzo rispetto ai 76,7 milioni del 2023, complice un piano di nuovi investimenti per 18,8 milioni, di cui oltre 17 milioni destinati al settore immobiliare.
Un percorso che nel primo semestre 2025 ha iniziato a dare i suoi frutti. I ricavi sono cresciuti a 14,4 milioni di euro (+2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024), mentre l’utile netto si è mantenuto sostanzialmente stabile a 1,84 milioni. Ma i numeri più significativi arrivano dal lato patrimoniale: il debito netto si è ridotto a 91,1 milioni (-11% in sei mesi), mentre gli asset under management hanno fatto un balzo a 133 milioni di euro, in crescita del 69% rispetto a fine 2024. Un cambio di passo che testimonia la progressiva affermazione del nuovo modello di Borgosesia come alternative asset manager, capace di coniugare turnaround aziendali, gestione di asset complessi e investimenti immobiliari.
La strategia di Borgosesia, dal mattone al private capital
Il 2024 ha rappresentato la fase di consolidamento ma è il 2025 quello della svolta, con un piano industriale che prevede un graduale spostamento dal tradizionale business immobiliare verso il ruolo di alternative asset manager.
La logica è quella del coinvestimento. In altre parole, il gruppo non impiega solo risorse proprie ma punta a catalizzare fino a 60 milioni di euro da partner istituzionali, moltiplicando la capacità di intervento su turnaround aziendali, ristrutturazioni e progetti di valorizzazione immobiliare. Una strada che ha già dato segnali concreti con la ristrutturazione di MeglioQuesto e con le nuove partnership attivate per la gestione di portafogli immobiliari e crediti garantiti.
Nel primo semestre 2025 il gruppo ha concluso la cartolarizzazione immobiliare “Lainàa”, sviluppata in partnership con Solution Bank e legata a un intervento residenziale a Lainate. Sul fronte delle nuove alleanze spicca invece la partnership con MyCredit S.p.A., realtà specializzata nella gestione di crediti e asset immobiliari, che ha affidato a Borgosesia il compito di valorizzare un portafoglio significativo.
Un altro tassello strategico è stato l’acquisto di crediti garantiti da ipoteche su due strutture ricettive in Toscana per un valore nominale di circa 11 milioni di euro. L’obiettivo è trasformare i crediti in proprietà e avviare un revamping degli asset per rilanciarli sul mercato, anche aprendo la partecipazione a investitori terzi.
In generale, però, la direzione dell’azienda è quella di ridurre progressivamente il peso degli investimenti diretti in real estate per liberare risorse da destinare a operazioni di maggior respiro, mantenendo al contempo una gestione attiva degli asset proprietari e proseguendo nel percorso di riduzione del debito.
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