Questa importante industria tedesca è in grave crisi. Persi oltre 50.000 di posti di lavoro

Alessandro Nuzzo

27 Agosto 2025 - 21:15

L’industria tedesca è in difficoltà, lo dicono i numeri. In particolare in questo settore nell’ultimo anno si sono persi 51.500 posti di lavoro.

Questa importante industria tedesca è in grave crisi. Persi oltre 50.000 di posti di lavoro

I numeri aggiornati sull’occupazione nell’industria tedesca descrivono un comparto in evidente difficoltà. Secondo l’analisi della società di consulenza EY, all’inizio di luglio erano impiegati nel settore 5,42 milioni di lavoratori, circa 114.000 in meno rispetto all’anno precedente, con un calo pari al 2,1%. Tutti i comparti, ad eccezione di quello elettronico, hanno registrato una contrazione delle vendite. Tra i più colpiti spicca l’automotive. Le auto e le industrie automobilistiche tedesche, un tempo simbolo di eccellenza mondiale, stanno oggi attraversando una fase di crisi profonda che sembra destinata a durare.

Nell’ultimo anno sono stati persi 51.500 posti di lavoro, con una riduzione della forza occupata pari a quasi il 7%. Se si confrontano i dati con quelli dell’era pre-Covid, nel 2019, emerge che in sei anni l’industria automobilistica tedesca ha visto svanire 245.000 posti, mentre il fatturato ha segnato flessioni costanti negli ultimi otto trimestri. Nel secondo trimestre del 2025 la contrazione del giro d’affari è stata del 2,1%, confermando un trend negativo che preoccupa imprese e istituzioni.

I costruttori tedeschi devono fronteggiare la crescente concorrenza cinese, il calo della domanda, la transizione verso l’elettrico, l’aumento dei costi di produzione, in particolare quelli energetici, la debolezza del mercato interno e l’impatto dei dazi che hanno frenato le esportazioni verso gli Stati Uniti. A questo scenario si aggiunge la difficoltà di attrarre giovani talenti, sempre più orientati a lavorare per aziende tecnologiche e start-up digitali piuttosto che per l’industria manifatturiera tradizionale.

Grandi gruppi come Mercedes-Benz, Volkswagen, Bosch, Continental e ZF hanno annunciato piani di riduzione dei costi con licenziamenti, mentre Porsche ha deciso di liquidare la propria controllata specializzata in batterie, Cellforce. Secondo gli analisti, nei prossimi mesi si assisterà a un incremento della disoccupazione soprattutto tra i laureati, ovvero tra le figure con il più alto livello di qualificazione professionale. Un segnale che indica come anche la manodopera specializzata non sia immune dalle conseguenze della crisi.

Mercedes, vendite in calo del 9% nel secondo trimestre

Mercedes-Benz ha consegnato 453.700 auto nel secondo trimestre del 2025, registrando un -9%. Nonostante ciò, la domanda negli Stati Uniti e in Europa ha superato i livelli del 2024, mentre in mercati come Turchia e Sud America le vendite sono cresciute del 24% nello stesso periodo. Il modello più venduto a livello globale resta la GLC, con un incremento del 9% nel trimestre. Ottimi risultati anche per la nuova CLE, le cui immatricolazioni sono aumentate del 30% nel trimestre e del 66% nella prima metà dell’anno, a conferma del favore del mercato verso i modelli di ultima generazione.

A livello mondiale, il secondo trimestre per l’automotive ha chiuso a -5,9%. In controtendenza il settore del noleggio, cresciuto del 10,4%. L’andamento positivo delle immatricolazioni nel noleggio a lungo termine è attribuibile esclusivamente alle società captive, che quest’anno hanno registrato un autentico boom con un +65% delle nuove immatricolazioni. Tra le auto più richieste nel noleggio spicca la Fiat Panda, con oltre 13.600 unità nel primo semestre. Alle sue spalle si colloca la BMW X1 (+42,8%), seguita da Citroën C3 (+50,7%) e Renault Clio (+39,8%).

Argomenti

# Motori

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.