Gli americani hanno comprato questa famosa azienda europea, pronti a riaprirla dopo il fallimento. Un successo o una sconfitta?
Acquistare aziende fallite a basso costo per poi risollevarle, spesso contando proprio sulla riconoscibilità del marchio e sulle capacità produttive, è una strategia più che nota ma estremamente funzionale. È proprio quello che sta succedendo con una famosa azienda fallita, che riapre improvvisamente dopo esser stata comprata dagli americani. Si tratta di Northvolt Dwa ESS, fabbrica polacca di sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS), niente di meno che l’impianto produttivo di sistemi di accumulo di energia più grande d’Europa. La proprietà passa definitivamente alla statunitense Lyten che, completando l’acquisizione annunciata già tempo fa, si assicura una posizione di prestigio nel mercato energetico. Il passaggio, che dovrebbe essere concluso entro settembre 2025, è un esempio di compravendita strategica vantaggioso, ma anche un triste promemoria della vulnerabilità europea nella tecnologia green.
Gli americani comprano l’impianto produttivo di BESS più grande d’Europa
L’acquisizione dell’impianto polacco di Northvolt ha un sapore dolceamaro. Da un lato, l’intervento di Lyten permette di salvaguardare gli investimenti e riattivare la produzione, restituendo alla Polonia e in particolare alla città di Danzica - sede dello stabilimento - un ruolo cruciale. Dall’altra parte, tuttavia, si infrange rovinosamente il sogno di autonomia strategica europea, ancora una volta salvato sotto la bandiera a stelle e strisce. Certo, l’unione fa la forza, soprattutto se si gareggia contro la Cina, che detiene il primato indiscusso in vari settori chiave della transizione ecologica. Per la startup statunitense si tratta infatti di un’occasione d’oro per conquistare terreno nella filiera energetica, frutto di un sapiente e lungimirante progetto basato proprio sulle richieste di mercato. Sono pronti a riaprire ed evadere gli ordini, con vendite pronte almeno per tutto il 2026.
In questo momento i BESS sono il settore in maggiore crescita nel mercato delle batterie e la cosa non sorprende affatto. Lo stoccaggio energetico a batteria non è un vezzo o una garanzia superficiale, ma una vera e propria necessità in un mondo in cui l’elettrico e la transizione ecologica sono sempre più importanti. Accumulare l’energia consente di far fronte a situazioni di crisi, dalla semplice diminuzione delle forniture ai blackout, passando per le questioni geopolitiche, con maggiore serenità.
Le aziende non devono interrompere le proprie attività, pensando soprattutto ai servizi di pubblica utilità, e le nazioni si assicurano un certo margine di indipendenza. L’accumulo energetico a batteria esprime il massimo delle potenzialità in combinazione all’energia solare, soprattutto con le soluzioni fotovoltaiche, garantendo potenzialmente una fornitura costante e sicura.
Combinati con gli appositi software, inoltre, i BESS sfruttano l’intelligenza artificiale per gestire il consumo energetico in modo mirato e funzionale, con applicazioni potenzialmente illimitate dal settore produttivo a quello privato. Oggi questi sistemi sono però richiesti in larga parte per alimentare i centri dati dell’IA e supportare la rete elettrica, rappresentando un investimento estremamente produttivo.
Ecco perché lo stabilimento di Northvolt in Polonia rappresentava il vessillo dell’autonomia europea e della rinascita green e il suo fallimento segna una chiusura brusca per l’intera Ue. C’è comunque da considerare che è fallito, precisamente a maggio, soltanto lo stabilimento polacco di Northvolt, che infatti si dice soddisfatta della transazione. Robert Chryc-Gawrychowski, Ceo della sede polacca, ha infatti dichiarato:
Northvolt ha voluto guidare lo sviluppo sostenibile del settore europeo delle batterie. Lyten sta portando avanti questa missione con la produzione di BESS e l’introduzione di batterie al litio-zolfo in Europa, che sostituisce minerali come il nichel, il cobalto, il manganese e la grafite, con materiali per batterie abbondanti a livello locale. Inoltre, il fatto che l’impianto di Danzica, realizzato per la produzione di sistemi di accumulo di energia, continuerà le sue attività è importante ed entusiasmante.
Anche l’amministrazione della città di Danzica è soddisfatta del cambiamento, puntando a collaborare nella filiera energetica e attrarre maggiori investimenti nella zona. Nel complesso, quindi, la vendita si è rivelata una scelta vincente per tutte le parti coinvolte. Il sogno energetico europeo, però, richiede più tempo del previsto.
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