Il dettaglio di tutte le spese da dover affrontare in caso di divorzio e separazione consensuale: ecco quanto costa in Italia porre fine al proprio matrimonio.
Quanto costa divorziare o separarsi consensualmente? Quando un matrimonio entra in crisi uno degli aspetti che spesso vengono presi in considerazione è quello delle spese da dover affrontare.
In Italia la separazione e il divorzio sono due istituti giuridici distinti che regolano la fine del rapporto coniugale, ma con effetti e finalità differenti (qui il nostro focus su quale sia la soluzione migliore a seconda dei casi).
La separazione è una fase temporanea in cui i coniugi vengono autorizzati a vivere separati, sospendendo alcuni obblighi matrimoniali come la convivenza e la fedeltà. Tuttavia il matrimonio non viene sciolto e marito e moglie restano legalmente sposati, mantenendo alcuni diritti e doveri reciproci, come l’assistenza morale e materiale.
Il divorzio invece è la cessazione definitiva del matrimonio, con il vincolo coniugale che viene sciolto tanto che i coniugi riacquistano lo stato civile di “non coniugato” potendo contrarre volendo nuove nozze.
Stando ai dati Istat del 2021 - gli ultimi disponibili -, in Italia ci sono stati 97.913 separazioni e 83.192 divorzi, un dato in aumento in entrambi i casi di oltre il 20%.
Vediamo allora nel dettaglio tutte le spese da dover affrontare in caso di divorzio o separazione consensuale, un tema che come abbiamo visto interessa decine di migliaia di italiani ogni anno.
Quanto costa divorziare consensualmente
Il costo di un divorzio in Italia varia significativamente a seconda che si tratti di un divorzio consensuale - senza contenzioso - o giudiziale.
Il divorzio consensuale avviene quando i coniugi sono d’accordo su tutte le varie condizioni: dall’affidamento dei figli fino all’assegno e alla casa.
Il primo costo da dover sostenere è quello dell’avvocato che, nel caso del divorzio consensuale, può essere unico per tutti e due: in quel caso la spesa solitamente va da 1.000 a 3.000 euro, in base alla complessità del caso.
Se invece i coniugi scelgono di affidarsi a due avvocati distinti, a quel punto il costo aumenta e solitamente parte da 1.500 fino a 5.000 euro. A prescindere è meglio sempre chiedere prima un preventivo.
In più devono essere considerate tutta una serie di spese accessorie: il contributo unificato da 43 euro per il deposito in tribunale ed eventuali bolli o diritti di segreteria: costo circa 16-30 euro.
In alternativa il divorzio consensuale può essere fatto anche in Comune senza avvocato - se non ci sono figli minori o disabili e nessun patrimonio da regolare - per una spesa solo di 16 euro per il bollo, ma di questo parleremo in maniera più approfondita in seguito.
Quanto costa il divorzio giudiziale
Al divorzio giudiziale - con contenzioso - si ricorre invece quando i coniugi non trovano un accordo per porre fine al proprio matrimonio in maniera consensuale.
Si tratta della fattispecie più dispendiosa perché si palesa quando il procedimento giudiziale è piuttosto lungo e complesso. Si tratta di un’eventualità piuttosto frequente nelle cause di divorzio perché mancando l’accordo delle parti è necessario approfondire numerosi fattori prima di giungere alla sentenza.
Durante un divorzio giudiziale il costo di avvocato in media è di 7.000 euro, con l’onorario che può oscillare tra un minimo di 2.000 euro e un massimo di 10.000 euro.
Allo stesso tempo gli interessi delle parti sono particolarmente in contrasto, motivo per il quale gli avvocati chiedono in media un onorario di 7.000 euro per la mole di lavoro portata da queste cause. Si tratta naturalmente dei parametri di riferimento quando non è possibile avvalersi del gratuito patrocinio.
È poi necessario aggiungere alla spesa legale il contributo unificato di 98 euro, le spese processuali (in media da 1.500 a 4.000 euro) a carico del coniuge che ha perso la causa e l’eventuale risarcimento stabilito dal giudice come il risarcimento danni per tradimento.
In fine può essere deliberato un assegno divorzile e di mantenimento, ma occorre sempre ricordare che si può trasformare una causa di divorzio giudiziale in consensuale se le parti durante il processo riescono a trovare un accordo.
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Divorziare senza causa civile: la negoziazione assistita
Il divorzio ha un costo nettamente minore quando è possibile optare per la convenzione di negoziazione assistita, evitando lunghe cause in tribunale. La negoziazione assistita consente alle parti di risolvere la controversia senza instaurare un vero e proprio procedimento civile, bensì con l’assistenza diretta di avvocati. Questa procedura prevede in ogni caso la partecipazione di due avvocati, uno per parte, dunque non si può dividere il costo dell’onorario di un unico avvocato (come invece è possibile fare in altre procedure).
Questo è previsto dalla legge perché in fase di negoziazione le parti sono in lite, con interessi e dichiarazioni differenti, e sarebbe possibile per un unico avvocato far valere equamente gli interessi di entrambi. In media, un avvocato che assiste una negoziazione chiede un onorario di circa 2.000 euro, quindi si tratta di una modalità piuttosto economica, oltre che più rapida. In genere, in base alla difficoltà dell’accordo l’onorario va, infatti da 1.500 a 3.000 euro (a meno che non ci si avvalga del gratuito patrocinio).
Divorziare senza avvocati
Esiste anche la possibilità di divorziare senza avvalersi di un avvocato per la negoziazione e tantomeno senza instaurare una causa civile. La legge consente infatti di richiedere il divorzio direttamente al comune, per il quale l’unico costo è rappresentato dal pagamento della marca da bollo.
Questo tipo di divorzio, tuttavia, è possibile soltanto quando:
- I coniugi sono d’accordo.
- Non ci sono figli minori.
- Non ci sono figli maggiorenni non autosufficienti economicamente.
- Non ci sono figli portatori di handicap grave.
- Non ci sono figli con incapacità.
- Non sono necessari patti di trasferimento patrimoniale, come la divisione di beni (ma è consentito l’assegno di mantenimento al coniuge con reddito minore).
Quando queste condizioni sono rispettate, la procedura in comune è senza dubbio la via migliore, poiché ai tempi rapidi si unisce il costo totale di soli 16 euro (per i diritti all’ufficio di stato civile).
Quanto costa separarsi consensualmente
Il costo di una separazione consensuale in Italia è generalmente più contenuto rispetto alla separazione giudiziale, come nel caso del divorzio.
Anche la separazione consensuale è possibile quando i due coniugi sono d’accordo su tutti i vari aspetti, con il costo per un avvocato che va da 1.000 a 2.000 euro, anche se pure in questo caso si può risparmiare optando per l’avvocato unico.
In maniera analoga al divorzio consensuale dovranno essere pagate delle spese accessorie, contributo unificato da 43 euro per il deposito in tribunale ed eventuali bolli o diritti di segreteria per 16-50 euro.
Infine c’è sempre la possibilità - nei casi elencati nel paragrafo precedente - si separarsi consensualmente in Comune e senza avvocati pagando solamente il bollo di 16 euro.
Quanto costa la separazione giudiziale
La separazione giudiziale è la forma più costosa e lunga di separazione, perché si ricorre al giudice quando i coniugi non trovano un accordo su uno o più aspetti (figli, casa, patrimonio o mantenimento).
Il costo per l’avvocato può variare da 2.000 a 8.000 euro, ma in media considerando anche tutti i costi collaterali elencati per il divorzio giudiziario si spende complessivamente e mediamente in Italia tra i 3.000 e i 5.000 euro.
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