Covid, quando si tornerà alla normalità? Tra 7 anni secondo Bloomberg

Riccardo Lozzi

5 Febbraio 2021 - 10:24

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Quando potremo tornare alla normalità pre-Covid, raggiungendo l’immunità di gregge in tutto il mondo? Il Vaccine Tracker di Bloomberg dà la sua risposta: tra 7 anni.

Covid, quando si tornerà alla normalità? Tra 7 anni secondo Bloomberg

A circa un anno dal suo inizio, in tutto il mondo si attende con ansia la fine della crisi pandemica da coronavirus che ha causato enormi problemi di salute, ovviamente, ma anche economici e sociali.

L’interrogativo che sia le istituzioni che i privati cittadini si pongono da mesi è il seguente: quando torneremo alla normalità, alla vita pre-Covid?

I tempi sono strettamente legati alla campagna di vaccinazione e a quanto verrà impiegato per raggiungere l’immunità di gregge, vale a dire quando sarà somministrato il farmaco almeno a una percentuale compresa tra il 70% e l’85% della popolazione mondiale.

Ecco quando torneremo alla vita pre-Covid

Bloomberg ha lanciato sul proprio sito un Vaccine Tracker, in grado non solo di tenere la conta delle dosi già inoculate nei diversi Paesi, ma anche di poter realizzare delle proiezioni su quando ciascuno di essi riuscirà a centrare l’obiettivo.

Le previsioni si aggiornano rispetto ai dati comunicati dalle autorità sanitarie e sono, quindi, suscettibili di cambiamento. Al momento viene stimato che, a questo ritmo, il mondo intero supererà la pandemia da coronavirus in circa 7 anni, con gli Stati occidentali che potrebbero arrivarci in un minor lasso di tempo.

Il Vaccine Tracker, impostato sull’iniezione di due dosi di vaccino per garantire l’immunizzazione delle persone, mostra come alcune nazioni abbiano attuato un piano più efficace degli altri, tale da conseguire in tempi molto brevi l’immunità di gregge all’interno dei propri confini.

Israele il Paese migliore, Canada arranca

Israele attualmente rappresenta il Paese con il più alto tasso di vaccinazione a livello internazionale, e si prevede possa raggiungere il 75% della popolazione locale in soli due mesi.

Gli Stati Uniti, invece, dovrebbero impiegare tutto il 2021, con l’obiettivo che potrebbe essere ottenuto alle soglie del 2022, anche se con uno scarto tra i diversi Stati.

Non vanno bene le cose per il Canada, dove il trend percentuale è diminuito notevolmente nelle ultime settimane. In caso si mantenesse un andamento simile, il Paese nordamericano impiegherebbe addirittura 10 anni per conquistare la soglia minima di cittadini immunizzati.

Il nodo dei vaccini anti-Covid

Tuttavia, nonostante si tratti di un campanello di allarme per le istituzioni canadesi, le quali dovranno impegnarsi maggiormente nel loro programma, si può immaginare che con l’aumento delle dosi a disposizione crescerà anche la quantità delle somministrazioni.

Un discorso questo che si può trasferire anche su scala globale. Infatti, nonostante siano stati già inoculati 119 milioni di vaccini anti-Covid, dando vita a quella che viene considerata la più grande campagna della storia, siamo ancora all’inizio sia della produzione che della distribuzione del farmaco.

Osservando un’accelerazione di entrambi i processi, si potrebbe così arrivare al conseguimento del risultato finale in un minor tempo rispetto a quello previsto allo stato attuale.

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