Quando un figlio non è più a carico dei genitori

Caterina Gastaldi

13 Dicembre 2022 - 18:30

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In che momento un figlio non è più a carico dei genitori? Cosa significa “figli a carico”? Vediamolo in questo articolo.

Quando un figlio non è più a carico dei genitori

I genitori hanno una serie di doveri nei confronti dei figli. Quando ci si chiede quando un figlio non è più a carico dei genitori, quindi, si tende a riferirsi sia all’aspetto fiscale, sia all’obbligo previsto dalla legge di mantenerli. In questo caso l’età del figlio fiscalmente a carico non coincide necessariamente con l’obbligo di mantenerlo.

Nella prima situazione infatti i limiti sono stabiliti in modo chiaro, nella seconda eventualità possono entrare in gioco una serie di variabili.
Non solo, anche le norme riguardanti la presenza del figlio nell’Isee del genitore seguono delle regole specifiche. Come funziona in questo e in altri casi?

Quando un figlio non è più fiscalmente a carico

Quando ci si chiede «quando un figlio non è più a carico dei genitori» solitamente ci si riferisce all’essere fiscalmente a carico. Avere dei familiari a carico infatti permette di accedere ad alcuni benefici sul piano fiscale.

Prima di tutto, non basta che un figlio viva fuori casa per non essere fiscalmente a carico, a prescindere dal fatto che studi o meno. Si pensi a una ragazza che studia fuori sede: finché non si verificano una serie di fattori, questa rimane fiscalmente a carico dei genitori.

I figli sono fiscalmente a carico se:

  • sono disoccupati;
  • hanno meno di 24 anni e un reddito dichiarato pari o inferiore ai 4.000 euro annui (al lordo degli oneri deducibili);
  • hanno più di 24 anni (senza limiti di età in questo caso) e un reddito dichiarato al lordo degli oneri deducibili pari o inferiore ai 2.840,51 euro.

Quando queste condizioni non si verificano, il figlio non è più a carico dei genitori.

Responsabilità civile e penale del genitore

Il genitore non è mai responsabile dei reati (civili o penali) commessi dai figli, anche se sono minorenni dai loro 14 anni in poi. Fino a quell’età, infatti, un minorenne non viene considerato responsabile, in seguito risponde dei suoi eventuali crimini.

In caso di illeciti amministrativi (come multe) o danni (provenienti sia da illeciti civili, sia penali) commessi dai figli allora devono rispondere i genitori, fino alla maggiore età. Nel caso in cui il figlio sia maggiorenne e disoccupato, risponde comunque in prima persona dei danni commessi.

Fino a quando si devono mantenere i figli

Se nelle situazioni precedenti le regole erano molto chiare e definite, in questo caso la legge prevede una definizione meno stringente. In Italia, infatti, non esiste un’età oltre la quale è previsto che i genitori possano smettere di mantenere i figli.
I figli rimangono a carico dei genitori finché non sono economicamente autonomi, e i genitori hanno quindi l’obbligo di mantenerli.

La situazione quindi può cambiare molto a seconda dei singoli figli. Qualcuno può essere economicamente indipendente anche prima dei 20 anni, mentre altri potranno avere bisogno del sostegno dei genitori fino oltre i 30 o 35.

Dal canto loro i figli hanno il dovere di impegnarsi per diventare economicamente indipendenti, studiando e/o cercando lavoro. Possono altrimenti perdere il diritto di essere mantenuti.

Per la Cassazione, in generale, un figlio che ha raggiunto i 35 anni solitamente deve essere economicamente indipendente. Se non lo è, la colpa è anche sua, e quindi i genitori non sono più costretti a mantenerlo. Tuttavia non si tratta di una regola fissa, e può variare da caso a caso.

Figli a carico e Isee dei genitori

I figli fiscalmente a carico dei genitori rientrano anche nel loro Isee. Inoltre, rientrano nell’Isee dei genitori quando fanno parte del nucleo familiare.

Per far parte dei nucleo familiare dei genitori il figlio, se non convivente con i genitori, deve:

  • non essere sposato e/o non avere figli (altrimenti farà parte di quel nucleo familiare);
  • avere meno di 26 anni;
  • essere fiscalmente a carico dei genitori.

Quando vengono superati i 26 anni il figlio fa comunque parte di un nucleo diverso da quello dei genitori, anche se ancora fiscalmente a carico, e quindi non va inserito nell’Isee di famiglia. Se è sposato o ha figli, allora sarà uscito dal nucleo familiare dei genitori e farà parte di un nucleo familiare ex novo.

Detrazioni per figli a carico

Le detrazioni fiscali Irpef per i figli a carico, riconosciute anche per i titolari di partita Iva, sono le seguenti:

  • 1.220 euro per figli inferiori di 3 anni;
  • 950 euro per i figli dai 3 anni in su.

In caso di tre o più figli a carico in famiglia, gli importi aumentano di 200 euro per ogni figlio. In caso di figli con disabilità, si ha diritto all’ulteriore importo di 400 euro.

Questi numeri sono riferiti alle detrazioni base. Per ottenere quella effettiva bisogna effettuare un calcolo, ovvero moltiplicare la detrazione teorica (precedente) per il coefficiente che si ottiene dal rapporto tra 95mila + incremento - reddito complessivo e 95mila + incremento.

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