Quando eredita la badante?

Ilena D’Errico

16 Dicembre 2022 - 22:27

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Quando eredita la badante i parenti sono spesso preoccupati, ecco quando il testamento può essere impugnato e quando invece non è possibile.

Quando eredita la badante?

Sempre più spesso gli anziani scelgono di riservare parte dell’eredità alla badante. Nella maggior parte dei casi si tratta di un gesto di riconoscenza, anche se questa scelta è raramente apprezzata dai parenti. Questi ultimi hanno comunque la possibilità di agire legalmente, perlomeno quando esistono le ragioni giuridiche. Non essendoci vincolo di parentela, la badante eredita quando vi è un valido testamento a favore oppure ha contratto matrimonio con il defunto.

Il testamento in favore della badante

La circostanza più plausibile in cui la badante riceve l’eredità è rappresentata dalla presenza di un testamento. Perché ciò sia valido, tuttavia, deve presentare i requisiti:

  • Deve essere stato scritto da una persona capace di intendere e di volere.
  • Deve rispettare la quota di legittima.
  • Deve essere autentico.

In mancanza di questi requisiti il testamento può essere impugnato dai parenti e dunque essere annullato. In particolare la legge concede 10 anni di tempo per contestare l’autenticità del testamento, che naturalmente deve essere debitamente motivata, ad esempio da un riscontro calligrafico.

Allo stesso tempo, se invece si intende denunciare l’incapacità del testatore esiste un termine di 5 anni, e in questo caso è sufficiente la temporanea incapacità al momento di redazione del testamento. Non è quindi indispensabile che il defunto fosse stato interdetto o inabilitato, ma in mancanza di queste certificazioni i parenti dovranno avvalersi di un certificato medico che motivi l’incapacità.

Infine, il testamento può essere impugnato anche quando intacca la quota legittima, che spetta ai figli e al coniuge a prescindere dal contenuto del testamento. La quota legittima, peraltro, viene calcolata sul patrimonio del defunto considerando anche eventuali donazioni effettuate in vita.

Questo significa che se il defunto ha donato tutti i suoi beni alla badante prima di morire, gli eredi legittimi possono agire legalmente per ottenere la quota spettante loro di diritto. Allo stesso tempo, se il defunto ha invece effettuato delle donazioni in favore degli eredi legittimi, questi non potranno impugnare il testamento neanche se il documento dovesse lasciare tutta l’eredità alla badante.

L’eredità alla badante tramite il matrimonio

Un’alternativa al testamento per lasciare l’eredità alla badante in modo più sicuro, ed evitare così successivi problemi burocratici, è il matrimonio. Contraendo matrimonio, infatti, la badante diventa un’erede legittima e pertanto riceve una quota dell’eredità anche in assenza del testamento e anche contrariamente alla volontà degli altri eredi.

Gli eredi, difatti, non possono impugnare l’atto di matrimonio, in quanto questo diritto appartiene esclusivamente ai coniugi stessi. L’unica situazione in cui gli eredi possono partecipare all’azione legale si presenta quando il matrimonio era già stato impugnato dal coniuge in vita, e il procedimento risulta ancora pendente al momento della sua morte.

Diverso è il caso in cui gli eredi sospettano che la badante abbia compiuto il reato previsto nell’articolo 643 del Codice penale, cioè la circonvenzione di incapace. Questo reato presuppone che la badante si sia procurata un profitto abusando dei bisogni e dell’incapacità della persona, inducendola a compiere un atto giuridico dannoso.

In questo caso gli eredi possono denunciare la questione alle Forze dell’ordine per avviare un procedimento penale. In caso di condanna, gli eredi potranno ricevere la quota ereditaria della badante in qualità di risarcimento del danno.

In sintesi, la badante eredita quando:

  • Il defunto ha redatto un testamento in suo favore nel pieno delle sue facoltà e rispettando la quota degli eredi legittimi.
  • La badante era anche la moglie del defunto.

In qualsiasi altro caso non è prevista alcuna quota ereditaria per la badante, essendo mancante un qualsiasi elemento di parentela. Lo stato di convivenza, ad esempio, garantisce un certo diritto d’uso sull’abitazione condivisa, ma non prevede l’assegnazione dell’eredità.

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