Puzza di fumo dal vicino, cosa fare?

Ilena D’Errico

4 Dicembre 2022 - 12:12

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La puzza di fumo dal vicino può diventare intollerabile e può costituire un illecito civile ma anche un reato, ecco cosa si può fare.

Puzza di fumo dal vicino, cosa fare?

Quando dall’appartamento del vicino arrivano puzza e fumo viene compromessa la quiete domestica e spesso le persone sono costrette a cambiare le proprie abitudini e a limitare alcuni comportamenti per evitare il fastidio. È chiaro che in una certa misura le immissioni sono consentite, perché si tratta comunque della libertà personale altrui che non può essere limitata arbitrariamente.

Allo stesso tempo, anche la libertà dei vicini deve essere tutelata, così la legge predispone molto chiaramente cosa fare in questi casi. Il punto di partenza è comunque capire qual è la soglia entro la quale le immissioni devono essere sopportate, oltre cui si può agire legalmente per ottenere la cessazione e talvolta anche un risarcimento danni.

Quando la puzza di fumo è illegale

È il Codice civile a stabilire il limite, individuato nella concezione di normale tollerabilità dell’articolo 844. Quest’ultimo spiega con precisione che non possono essere impedite le immissioni provenienti dall’abitazione del vicino, per l’appunto a meno che non superino quella determinata soglia.

Con il termine immissioni sono inclusi:

  • Esalazioni.
  • Vapori.
  • Fumi.
  • Odori.
  • Rumori.
  • Scuotimenti.
  • Propagazioni.

Il concetto di normale tollerabilità, invece, non viene esplicato perché si riferisce proprio alla condizione media entro cui possono essere sopportate le immissioni. Questo valore quindi non è fisso, perché dipende da circostanze specifiche come l’entità e la frequenza del fastidio, ma anche le condizioni ambientali e le destinazioni d’uso delle strutture.

In genere perché le immissioni siano illecite è comunque sufficiente che la loro portata sia tale da costringere il vicino a cambiare la sua routine per alleviare il fastidio persistente. La puzza di fumo, ad esempio, potrebbe costringere a tenere chiuse le finestre, utilizzare ventilatori o depuratori e così via.

La Cassazione, peraltro, si è già pronunciata su questa tematica, chiarendo che le emissioni olfattive sono vietate dalla legge quando sono tali da molestare le persone. Questo criterio, dunque, prescinde da una vera e propria pericolosità delle immissioni e stabilisce che devono essere vietate anche solo quando sono particolarmente fastidiose.

Ne consegue che in questa fattispecie rientra tanto la puzza di fumo come l’odore delle pietanze cucinate, a prescindere fra l’altro che provengano da un’abitazione a uso domestico o da un esercizio commerciale. In questo caso il vicino disturbato può rivolgersi a un avvocato che lo assista durante la causa civile, al termine della quale il giudice può ordinare la cessazione delle immissioni.

Allo stesso tempo può essere presentata anche una richiesta di risarcimento danni, per ottenere appunto la riparazione delle molestie sopportate. Questo è ciò che attiene al profilo civile, ma non tutti sanno che le immissioni moleste possono costituire anche un vero e proprio reato.

Puzza di fumo: può essere reato

Le immissioni riguardano il campo penale essenzialmente in due sole circostanze, la prima di cui si verifica quando il disturbo è percepito da un numero illimitato di persone. In questo caso le immissioni si estendono ben oltre l’area circoscritta del condominio, costituendo perciò il reato di disturbo della quiete pubblica previsto dall’articolo 659 del Codice penale, il quale stabilisce l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 309 euro.

Nella maggior parte dei casi, comunque, è molto raro che la puzza possa rientrare in questa particolare fattispecie, proprio perché molto spesso si diluisce naturalmente nell’aria e non arriva a infastidire aree lontane. Allo stesso tempo bisogna sempre considerare la situazione nello specifico, perché se dovesse applicarsi a questo reato è possibile presentare querela presso le forze dell’ordine.

La seconda circostanza, e anche quella più probabile, nella quale la puzza del vicino diventa un reato contempla i potenziali effetti nocivi delle immissioni. Si tratta del reato di getto pericoloso di cose, articolo 674 del Codice penale, che prevede l’arresto fino a un mese e l’ammenda fino a 206 euro. Questa norma, che mira a salvaguardare la sanità pubblica, si applica anche in caso di semplice potenzialità e permette di agire tramite querela.

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