Cos’è il principio di cassa e come funziona

Caterina Gastaldi

15 Luglio 2022 - 14:58

condividi

Il principio di cassa è un criterio di imputazione contabile, ma cosa significa di preciso e come funziona?

Cos’è il principio di cassa e come funziona

Quando si apre o gestisce un’attività, in alcune situazioni, si può scegliere il principio di contabilità che si preferisce tra il principio di cassa e il principio di competenza.

Non tutti possono scegliere di utilizzare il principio di cassa, che offre alcuni vantaggi rispetto alla seconda possibilità, ma richiede anche qualche attenzione in più. Nel momento in cui si decide di aprire una partita Iva o dare inizio a un’attività, quindi, è importante conoscere le diverse possibilità e obblighi. Ecco le informazioni riguardanti il principio di cassa, chi può utilizzarlo, e il suo funzionamento.

Cos’è il principio di cassa

Esistono due principi che si utilizzano per contabilizzare quanto guadagnato nel corso di un anno solare di riferimento:

  • il principio di cassa;
  • e il principio di competenza.

Nel momento in cui si devono andare a pagare le tasse sui propri guadagni, e quindi quando il fisco italiano chiede informazioni riguardo i propri incassi, a seconda del principio che si utilizza si dovranno andare a dare informazioni differenti.

Il principio di cassa, spesso preferito dai cittadini interessati, prevede che le informazioni riguardo i propri guadagni tengano in considerazione effettivamente solo quello che si è incassato e non quanto si deve ancora ricevere, cosa che invece non accade per chi contabilizza utilizzando il principio di competenza.

Quindi chi utilizza il principio di cassa nelle informazioni da comunicare al fisco italiano deve tenere conto delle fatture che sono state emesse e incassate. Quelle che sono state emesse nel corso dell’anno solare, ma per cui si attende ancora il pagamento, non saranno da conteggiare.

Per esempio, se una partita Iva ha emesso in un anno solare 40mila euro di fatture, ma ha ricevuto pagamenti solo per 37mila euro, avrà un reddito di 37mila euro se utilizza il principio di cassa.

Inoltre, chi fa uso del principio di cassa, deve anche andare a sottrarre le eventuali spese sostenute da quanto incassato. Quindi, nell’esempio precedente, se ha sostenuto 5mila euro di spese alla fine dovrà calcolare anche 37mila meno 5mila, trovandosi quindi con dei ricavi effettivi pari a 32mila euro, in questo caso.

Quando si può adottare

Questo sistema non può essere adottato sempre e da tutti, ma è necessario rientrare in alcune categorie per poterne usufruire. In caso contrario si potrà sempre contare sulla possibilità di utilizzare il principio di competenza.

La platea di coloro che possono utilizzarlo comunque è molto ampia, infatti il principio di cassa è rivolto a:

  • artisti e professionisti, quindi pittori, medici privati, avvocati, consulenti informatici, e molte altre libere professioni;
  • imprese minori. Questa dicitura si riferisce a ditte individuali e società di persone (s.n.c. e s.a.s.) i cui ricavi annui per prestazioni di servizi non superino i 400mila euro, mentre nel caso in cui lavorino in altri campi il tetto massimo di ricavi da non superare è di 700mila euro.

Il principio di cassa è riservato ai liberi professionisti, che devono però in questo caso segnare con particolare attenzione ogni operazione, mantenendo la contabilità sempre aggiornata.

Quando registrare la transazione

Essendo fondamentale registrare con precisione ogni transazione è necessario anche sapere quando una transazione può essere considerata avvenuta o meno.

A seconda della tipologia di modalità utilizzata, infatti, possono cambiare le tempistiche:

  • pagamento in contati: in questo, essendoci direttamente uno scambio di soldi, la transazione avviene all’istante;
  • bonifico bancario: in questa situazione bisogna registrare l’entrata o l’uscita dei soldi sul conto bancario, invece di tenere conto del momento in cui il bonifico è stato inviato;
  • pagamento con bancomat o carta di credito: esattamente come nel caso del bonifico, anche in questa situazione bisogna tenere conto del momento in cui si ricevono effettivamente i soldi sul conto;
  • pagamento tramite assegno bancario: anche in questa situazione, bisogna considerare il momento in cui si era effettivamente in possesso dei soldi, e non quello in cui si riceve l’assegno.

In generale quindi la regola da seguire è che si tiene conto effettivamente del momento in cui si entra in possesso del pagamento, potendo quindi andare a utilizzare quanto guadagnato.

Come funziona il principio di competenza

Il principio di competenza è l’alternativa al principio di cassa e si potrebbe definire il suo opposto. Infatti questo criterio, al contrario di quello di casa, prevede che si vadano a registrare le transazioni economiche nel periodo d’imposta di riferimento e non nel momento in cui si entra effettivamente in possesso dei pagamenti.

Nel momento in cui finisce l’anno solare il fisco, per quelle realtà che seguono il principio di competenza, è necessario tenere conto anche di quanto si andrà a guadagnare rispetto alle fatture emesse, anche se non si è ancora ricevuto.

A dover utilizzare questa modalità sono:

  • le società di capitali, come le cooperative, le S.p.A., o le S.r.l.;
  • le ditte individuali e le società di persone che superano i limiti di ricavi imposti per poter accedere al principio di cassa;
  • tutti coloro, quindi ditte individuali o società di persone, che scelgono volontariamente di utilizzare il principio di competenza invece che quello di cassa, utilizzando quindi la contabilità ordinaria invece di quella semplificata.

Iscriviti a Money.it