Petrolio sotto pressione e in calo: tutti i fattori in focus

Violetta Silvestri

19 Agosto 2022 - 10:26

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Il prezzo del petrolio continua a oscillare, pur rimanendo ampiamente sotto i 10 dollari al barile nelle sue quotazioni Brent e WTI. Domanda, offerta, timori di recessione pesano sul greggio.

Petrolio sotto pressione e in calo: tutti i fattori in focus

Il petrolio si sta dirigendo verso una perdita settimanale, poiché le persistenti preoccupazioni per un rallentamento economico hanno oscurato i segnali di miglioramento della domanda statunitense.

Il greggio ha rinunciato a tutti i guadagni ottenuti dopo l’invasione russa dell’Ucraina e ha raggiunto il livello più basso in più di sei mesi all’inizio di questa settimana, prima di recuperare alcune perdite.

I trader stanno anche osservando eventuali progressi sull’accordo nucleare iraniano, che potrebbe portare a maggiori flussi di greggio dal produttore dell’OPEC.

Sono diversi i fattori monitorati e secondo alcuni esperti, mentre i dati settimanali statunitensi rialzisti hanno rafforzato l’ottimismo per una migliore domanda di carburante a breve termine, i persistenti timori di recessione e un possibile aumento della produzione da parte del cartello probabilmente limiteranno il rialzo del prezzo del petrolio.

Alle ore 9.55 circa, le quotazioni Brent e WTI scambiano in ribasso e ampiamente sotto i $100 al barile.

Il petrolio è in calo tra i timori di un rallentamento globale

Il prezzo del petrolio continua a oscillare e a mostrare segni di sofferenza dinanzi alle tante incertezze economiche del periodo. Il Brent prezza 96,26 dollari al barile e i futures sul WTI 90,14 dollari al barile.

Mentre la domanda di benzina negli Stati Uniti è aumentata dopo il crollo dei prezzi alla pompa, le preoccupazioni per l’indebolimento della crescita economica continuano a gravare sul mercato.

“Sebbene la crescita della domanda più debole abbia attenuato le preoccupazioni sull’offerta, la capacità di produzione di petrolio di riserva limitata è una preoccupazione per il resto di quest’anno e del 2023”, ha affermato Victor Shum, di S&P Global Commodity Insights. Le maggiori esportazioni iraniane, la domanda cinese più debole o gravi cambiamenti nei flussi russi potrebbero alterare l’equilibrio e portare a un forte cambiamento dei prezzi, ha aggiunto.

Il mercato assorbirà anche segnali contrastanti dai funzionari della Federal Reserve sui tassi di interesse. James Bullard di St. Louis ha sollecitato un’altra mossa di 75 punti base, mentre Esther George di Kansas City ha adottato un tono più cauto, dicendo che il ritmo degli aumenti è in discussione. Anche il dollaro si è rafforzato questa settimana, aumentando i venti contrari per le materie prime.

Intanto, il nuovo segretario generale dell’OPEC, Haitham Al-Ghais, ha affermato questa settimana che la domanda globale è abbastanza sana da assorbire eventuali flussi aggiuntivi dall’Iran se l’accordo dovesse andare a buon fine. Ha aggiunto che i mercati devono far fronte a una stretta dell’offerta e la capacità di produzione inutilizzata sta diminuendo.

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