Il prezzo del petrolio continuerà a salire?

Stefano Masa

03/03/2021

02/12/2022 - 15:07

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I recenti rialzi portano il livello del prezzo del petrolio ad un bivio: scenari operativi per l’investitori.

Il prezzo del petrolio continuerà a salire?

Prova di maturità per il petrolio (rif. WTI) ormai giunto ad un bivio fondamentale. Dopo l’incredibile e storico deprezzamento arrivato a registrare prezzi in territorio negativo rispetto all’unità (aprile 2020), i corsi del cosiddetto “oro nero” hanno ripreso a correre recuperando il terreno perduto ed attestandosi ai recenti livelli di prezzo ben oltre i 60 dollari.

A distanza di poco meno di un anno, la reattività del barile ha sicuramente riportato a sé i principali osservatori del mercato delle commodities. Oggi in molti si chiedono se questa dinamica rialzista possa proseguire nel corso dell’anno e, sempre in molti, temono che si possa verificare un plausibile e fisiologico ritracciamento proprio a seguito del sostenuto incremento finora realizzato.

A supporto di quest’ultima ipotesi, è indispensabile focalizzare l’attenzione sull’intero impianto grafico ed algoritmico che ha caratterizzato gli scambi del trascorso mese.

Petrolio destinato a salire ancora?

Lo scenario rappresentato su base weekly evidenzia un eccessivo ipercomprato su uno dei principali leading indicators (RSI a 14 rilevazioni) impiegati: rispetto a fine gennaio il suo aumento valoriale vede lievitare i propri riferimenti dalla precedente quota a 67,1468 fino alla più recente soglia di oltre 77 punti. Andando indietro nella storia (almeno fino al 1999), si può facilmente riscontrare come - tale “eccesso” – ha sempre rappresentato e coinciso in un momento anticipatorio per un successivo (e significativo) ribasso.

Tralasciando la discrezionalità di ciascuno, dalla mera considerazione oggettiva di quanto finora esposto, per tutti coloro che detengono posizioni in essere sull’ “oro nero” l’eventuale valutazione per un possibile alleggerimento della propria quota investita (almeno in chiave tattica) deve essere considerata un’opzione non trascurabile ma bensì all’ordine del giorno.

Operativamente: i recenti massimi di brevissimo periodo riportano le quotazioni ai livelli di inizio 2020. Area 59,73 dollari rappresenta il primo supporto statico coincidente con i massimi relativi di gennaio 2020 ovvero l’ultima soglia che, dopo esser stata violata, ha visto il successivo movimento ribassista con destinazione il “verosimile default” (prezzi inferiori allo zero) del petrolio. Contestualizzandone i potenziali sviluppi ad oggi possiamo individuare quota 54,50 come primo target ribassista qualora gli stessi scambi dovessero concludere (attraverso una chiusura inferiore) al di sotto del sopracitato supporto.

Scenario opposto, e pertanto rialzista, in caso di superamento della resistenza a 63,37 dollari: l’obiettivo principale a seguito di un ulteriore allungo vedrebbe l’approssimarsi in direzione di 66,60 con serie possibilità per una prosecuzione dell’upside in essere.

Le (due) ipotesi sul destino del primario contributore in ambito commodities appaiono oggettivamente delineate. Non ci resta che attendere il riscontro del mercato. Un riscontro che non tarderà molto il proprio verdetto finale.

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