L’accordo OPEC+ è stato finalmente raggiunto dopo giorni di estenuanti negoziati e tensioni profonde. Il prezzo del petrolio festeggia e torna al rialzo: cosa prevede l’intesa?
Prezzo del petrolio di nuovo al rialzo: l’OPEC+ ha finalmente raggiunto un accordo sulla produzione di greggio a partire da dicembre.
L’oro nero, dunque, festeggia dopo essere rimasto in bilico in attesa di un compromesso tra i Paesi del cartello, divisi e in crescente tensione durante il vertice.
Il gruppo, quindi, ha accettato di allentare in modo graduale i tagli alla produzione a partire da gennaio 2021.
La ritrovata armonia sta spingendo verso guadagni oltre l’1% entrambe le quotazioni, Brent e WTI. Il prezzo del petrolio resta comunque osservato speciale dai produttori OPEC+ e dagli investitori del settore energetico: lo scenario epidemia è ancora dominato dall’incertezza.
Prezzo del petrolio al rialzo: cosa prevede l’accordo OPEC+
Dopo una profonda scissione emersa tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, il cartello ha faticato a trovare un compromesso tanto più necessario in un momento cruciale per il settore energetico travolto dalla pandemia.
Ciò che era stato ampiamente previsto prima dell’incontro, un prolungamento di tre mesi ai tagli di produzione, è stato messo in discussione e si è giunti a un’intesa diversa.
Nello specifico, quindi, i membri OPEC+ hanno stabilito di aggiungere 500.000 barili al giorno di produzione a gennaio 2021 e di tenere riunioni mensili per decidere le mosse successive.
L’accordo potrebbe aggiungere al mercato un massimo di 2 milioni di barili al giorno, ma i ministri hanno comunque facoltà di decidere di ridurre nuovamente la produzione se necessario: questo il senso del compromesso.
Alla fine, dunque, i tagli all’estrazione di greggio sono stati ridotti a 7,2 milioni di barili al giorno dagli attuali 7,7 milioni di barili giornalieri. La diminuzione pattuita rappresenta il 7% della produzione mondiale.
La reazione delle quotazioni di greggio al raggiunto accordo non si è fatta attendere. Al momento in cui scrive, i future Brent sono in rialzo dell’1,77%, a 49,57 dollari al barile. Il WTI sta guadagnando l’1,56%, con scambi a 46,35 dollari al barile.
Il mercato resta in stretta osservazione, anche da parte del cartello. Mentre una svolta nei vaccini ha stimolato un aumento dei prezzi del petrolio, una recrudescenza delle infezioni ha innescato una nuova ondata di blocchi e ha inflitto un nuovo colpo al consumo di carburante.
L’OPEC e l’industria in generale hanno abbassato le loro prospettive per il 2021, con un quadro che è fortemente polarizzato tra ripresa in Asia e stagnazione in Europa.
Cosa accadrà al petrolio nel 2021?
L’aumento della produzione di gennaio manterrà il mercato del petrolio in deficit per tutto il primo trimestre. Ciò significa che le scorte di carburante che pesano sui prezzi continueranno a prosciugarsi.
Se il gruppo fosse andato avanti con il pieno aumento dell’offerta, gli economisti del cartello avevano calcolato che il mercato sarebbe andato in surplus, minando potenzialmente il recente rialzo dei prezzi.
Il compromesso, quindi, è stato valutato in modo soddisfacente da tutte le parti. A interessare gli analisti, però, è anche la relazione tra i protagonisti dell’OPEC+, in primis Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, così in tensione in questi giorni.
I loro rapporti all’interno del cartello potrebbero sfociare in ulteriori problemi nel 2021. Ed Morse, capo globale della ricerca sulle materie prime presso Citigroup, ha affermato: “È probabile che gli Emirati Arabi Uniti saranno più indipendenti e influenti negli affari del gruppo in futuro”.
Dopo le tensioni capeggiate da Abu Dhabi e appoggiate da Russia, Iraq, Nigeria, il prezzo del petrolio potrebbe essere guidato da diversi fattori, non solo dalla domanda legata alla pandemia.
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