La politica nucleare della Russia: chi decide se utilizzare armi nucleari e quando

Erasmo Venosi

5 Ottobre 2022 - 12:04

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Dopo i referendum di annessione per i territori ucraini è ancora più importante conoscere la politica nucleare della Russia.

La politica nucleare della Russia: chi decide se utilizzare armi nucleari e quando

IL 2 giugno dello scorso anno il presidente russo Vladimir Putin ha approvato il decreto 355 sui “Fondamenti della politica statale della Federazione russa nell’area della deterrenza nucleare”, 25 punti raggruppati in quattro sezioni: “condizioni generali, l’essenza della deterrenza nucleare, condizioni per la transizione all’impiego di armi nucleari da parte della Federazione russa, compiti e funzioni degli organi federali delle autorità statali, di altri corpi e organizzazioni governativi relativamente all’attuazione della politica statale nell’area della deterrenza nucleare.”

Conoscere la politica nucleare russa è di particolare importanza soprattutto dopo i referendum, per l’annessione dei territori ucraini e la minaccia di uso di armi nucleari. La Russia dal 1993 ha rinunciato alla politica di non-uso-per-primi delle armi nucleari dichiarata da Breznev nel 1982 e da allora, dà sempre maggiore importanza alle proprie armi nucleari, considerata la relativa debolezza nelle forze convenzionali.

La politica nucleare della Russia

Nel decreto 355 si legge che “la Federazione russa considera le armi nucleari esclusivamente come un mezzo di dissuasione, il cui uso è una misura estrema e forzata dalle condizioni” e che la politica russa di “dissuasione nucleare è di natura difensiva, volta a mantenere il potenziale delle forze nucleari a un livello sufficiente a garantire la protezione della sovranità e dell’integrità territoriale dello stato, la deterrenza di un potenziale avversario dall’aggressione contro la Federazione russa e (o) i suoi alleati, e in caso di scoppio di un conflitto militare – la prevenzione dell’escalation delle operazioni militari e la loro cessazione a condizioni accettabili per la Federazione russa e (o) i suoi alleati”.

Dal decreto si deduce che l’uso di armi nucleari è previsto solo in caso di attacco alla Russia. La deterrenza è utilizzata anche in caso di attacco agli alleati della Russia, essenzialmente i membri dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, cui aderisce anche la Serbia, come osservatore.
Continuando nella lettura del decreto si comprende che di fatto la deterrenza si sostanzia nel “garantire che il potenziale avversario comprenda l’inevitabilità di ritorsioni in caso di aggressione contro la Federazione russa e (o) i suoi alleati” ed “è assicurata dalla presenza nella struttura delle forze armate russe di forze e mezzi pronti al combattimento capaci di impiegare armi nucleari in grado di infliggere con sicurezza danni inaccettabili a un potenziale avversario, in qualsiasi condizione ambientale, e anche dalla prontezza e determinazione della Russia a usare tali armi”. È una deterrenza che assicura il massimo danno al nemico e comunque danni eccedenti i vantaggi che si propone.

Le condizioni per la deterrenza nucleare russa

Quali le condizioni concretamente verificabili affinché la Russia ricorre alla deterrenza nucleare?

“ 1) accumulo da parte di un potenziale avversario nei territori vicini e in acque adiacenti alla Federazione russa e ai suoi alleati di raggruppamenti di forze di uso generale, che includono vettori nucleari; 2) dispiegamento da parte di stati che considerano la Federazione russa un potenziale avversario di sistemi e mezzi di difesa missilistica, missili cruise e balistici di medio e corto raggio, armi convenzionali e ipersoniche di alta precisione, veicoli aerei da combattimento senza pilota e armi a energia diretta; 3) la creazione e il dispiegamento nello spazio di sistemi di difesa e di attacco missilistici; 4) il possesso di armi nucleari e (o) altri tipi di armi di distruzione di massa che possano essere usate contro la Federazione russa e (o) i suoi alleati, così come I vettori per questi tipi di armi; 5) la proliferazione incontrollata di armi nucleari, di loro vettori, le tecnologie e attrezzature per la loro produzione; (6) il dispiegamento di armi nucleari e i loro vettori in territori di stati non nucleari”.

Un attacco convenzionale contro il territorio russo o verso quello degli alleati costituisce causa che giustifica una reazione nucleare. Il punto 13 del decreto 355 /2020 chiarisce che “la Russia esercita la dissuasione nucleare verso i singoli stati e le coalizioni militari (blocchi, alleanze) che considerano la Federazione russa un potenziale avversario e possiedono armi nucleari e (o) altri tipi di armi di distruzione di massa o un significativo potenziale di forze da combattimento di impiego generale.”

Da questa definizione sembra possa essere esclusa solo la Cina. Chi decide l’uso di armi nucleari in Russia? “La decisione di utilizzare le armi nucleari è presa dal presidente della Federazione russa” e “le condizioni che rendono possibile l’impiego di armi nucleari includono:

  • la ricezione di informazioni affidabili sul lancio di missili balistici contro il territorio della Federazione russa e (o) dei suoi alleati;
  • l’uso da parte di un avversario di armi nucleari o altre armi di distruzione di massa sui territori della Federazione russa e (o) dei suoi alleati;
  • azioni avversarie contro apparati statali o militari di importanza critica per la Russia, la cui disabilitazione potrebbe comportare l’impedimento delle azioni di ritorsione con forze nucleari;
  • aggressione contro la Federazione russa con armi convenzionali quando l’esistenza stessa dello stato sia posta a rischio”.

Dal testo si comprende che la reazione nucleare è prevista anche in situazioni in cui le forze convenzionali russe non sono in grado di respingere l’attacco avversario. La politica nucleare russa si contrappone alla corrispondente Nuclear Posture Review di Trump.

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