Book Calling #32: Podcast Marketing e Content Strategy con Gaia Passamonti

Antonella Coppotelli

21/09/2021

24/09/2021 - 11:39

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Gli ultimi anni hanno rappresentato un vero e proprio ritorno alla capacità di ascoltare storie. Complici i podcast di cui non possiamo più farne a meno.

Cantami, o Diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei”: così inizia l’Iliade, uno dei testi epici a noi più familiari che più e più volte abbiamo incontrato nei nostri percorsi scolastici e che qui proponiamo nella celeberrima traduzione di Vincenzo Monti. Se da studenti abbiamo dovuto affrontare a più livelli la parafrasi di questo capolavoro della letteratura, è da ricordare che i versi firmati da Omero rappresentano il frutto di una tradizione orale tramandata nel tempo dove a farla da padrone erano l’ascolto e la capacità evocativa della voce e della storia. Da quella consuetudine all’ascolto noi discendiamo e a essa oggi torniamo attraverso i podcast.

Come i podcast ci hanno educato all’ascolto

Una tendenza che sta tornando di moda tanto da diventare un’abitudine ben inserita nella nostra routine, una sorta di appuntamento fisso che ci concediamo quotidianamente. Complice di questo rinnovato consumo e interesse sono i podcast, specie quelli di ultima generazione, caratterizzati da un approccio fortemente narrativo ed emozionale. Il motivo è molto semplice e in qualche modo lo abbiamo già assaporato durante la nostra chiacchierata con Alessio Pomaro.

Podcast marketing di Gaia Passamonti

Podcast Marketing di Gaia Passamonti, edito da Hoepli Podcast Marketing di Gaia Passamonti, edito da Hoepli

L’utilizzo di voce e orecchie, abbinato a una bella storia crea intimità, affezione e fedeltà e come ci ha abituato a suo tempo la radio, da sempre il medium più caldo, ricordiamolo, ci permette di continuare a fare quello che stiamo portando avanti senza interruzioni di sorta. Proprio all’universo dei podcast con un particolare focus su quelli branded è dedicato “Podcast Marketing” di Gaia Passamonti , edito Hoepli e presentato in anteprima durante l’ultima edizione del Web Marketing Festival a Rimini.

In virtù della sua formazione da umanista e della sua lunga carriera in agenzie tradizionali e web, l’autrice ci prende per mano e ci accompagna in una bella e interessante narrazione sul mondo dei podcast, sul valore dello storytelling spiegandoci perché oggi, specie in Italia, non si possa quasi più fare a meno di tale strumento in una content strategy di successo.

Podcast in numeri

Dalla sua qualche numero molto interessante che ben fotografa e contestualizza lo scenario di riferimento. Secondo l’analisi di Nielsen Lab, nel 2019 oltre 12 milioni di persone in Italia hanno ascoltato un podcast con una crescita del 16% rispetto all’anno precedente e un rafforzamento della fedeltà degli utenti più affezionati aumentata di 3,7 volte al mese, con una durata media di ascolto di 23 minuti; questo perché il podcast predispone a un ascolto prolungato ed è l’ascoltatore a scegliere in maniera libera e indipendente quello più adatto alle proprie passioni o curiosità del momento.

Anche la ricerca di Voxnest, la holding proprietaria di Spreaker, restituisce dati molto positivi dal momento che gli ascoltatori unici mensili in italiano sono triplicati da gennaio a novembre 2019, trend in aumento supportato anche dall’offerta di Spotify che ha reso più facile l’accesso ai contributi audio.

Infine per chiudere la panoramica numerica anche Ipsos conferma i dati di crescita focalizzandosi sul fatto che i fruitori di podcast siano il 26% della popolazione italiana tra i 16 e i 60 anni, numeri destinati a crescere dal momento che l’ascolto è vissuto come attimo per sé dedicato all’arricchimento e al relax, benché, proprio la struttura del contenuto, permetta di essere multitasking e flessibili mentre si frusicono.

Podcast e il potere della voce

Sono proprio i giovani i maggiori utilizzatori di podcast con l’intento di «consumare» i contenuti per perfezionare le proprie conoscenze, soddisfare curiosità e scoprire elementi nuovi; possiamo affermare, confortati dai vari dati e analisi, che siano essi stessi a cercare proattivamente le novità e a volersi specializzare sempre di più sugli argomenti che destano la loro curiosità; proprio per questa funzione di heavy adopter i giovani non saranno mai, forse, grandi lettori ma hanno imparato sin da ora a essere grandi ascoltatori.

In questo senso, quindi, è lecito pensare ai podcast, e alla loro attuale configurazione creativa, come la nuova e vera “next big thing” di cui è necessario tenere conto da qui ai prossimi anni, specie per le campagne di comunicazione e marketing. In fondo quando siamo dinanzi a una bella storia, ne veniamo presi, a tratti rapiti e il potere della voce stimola la nostra fantasia facendoci letteralmente figurare dinanzi agli occhi la scena o la situazione che sta descrivendo; e non possiamo non essere d’accordo con Gaia Passamonti quando asserisce che il podcast, oggi, è il cinema per le orecchie.

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