Il panorama dell’export digitale italiano sta cambiando: regioni del Sud, tra cui Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, mostrano una crescita costante e sempre più rilevante.
Il Mezzogiorno domina l’export online. Nonostante il predominio del Nord Italia nel settore industriale e tecnologico, esiste infatti un altro (sorprendente) lato della medaglia: Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono le prime sei regioni italiane per “densità digitale”, un indicatore che misura il numero di venditori registrati e il valore totale delle loro vendite per 100.000 abitanti.
L’inversione di prospettiva appare paradossale. Questi territori, spesso definiti “arretrati” sotto vari indicatori - come reddito pro capite, tasso di occupazione e rischio di esclusione sociale - mostrano una successo digitale che ribalta gli stereotipi.
leggi anche
L’export italiano scende a 623,5 miliardi nel 2024. A rischio 6mila imprese e 140mila addetti

Cos’è la “densità digitale” e come misura il fenomeno
A riportare questi dati è “Small Business Activity in Italy”, un report di Ebay. Il colosso dell’e-commerce statunitense ha elaborato il parametro di densità digitale, che mette in rapporto il valore delle transazioni realizzate da venditori su eBay con la popolazione della regione, riferito a ogni 100.000 abitanti. In questo modo, la misura si normalizza e si consente un confronto fra territori con popolazioni molto diverse.
Utilizzando questo metodo è emerso che le regioni meridionali, pur penalizzate da criticità strutturali, ottengono valori di densità digitale più elevati rispetto a regioni storicamente più ricche o industrializzate. Questo suggerisce che, in termini pro capite, le PMI del Sud stanno riuscendo a far leva sull’e-commerce per aggirare, almeno parzialmente, i vincoli che le separano da mercati più evoluti.
Sud Italia ed export online: le ragioni del successo
Dietro questo risultato apparentemente sorprendente, ci sono in realtà una serie di fattori che spiegano il successo del Sud. In primis, va considerato che le piattaforme online consentono di abbattere le distanze. Anche una piccola impresa situata in un’area isolata può quindi raggiungere clienti in tutto il mondo senza grandi investimenti in strutture fisiche.
C’è poi un forte spirito di adattamento. Molte realtà, abituate a fare i conti con limiti infrastrutturali e risorse scarse, hanno saputo reinventarsi grazie al digitale, trasformando i propri e-commerce in un’occasione concreta per crescere oltre i confini regionali e, poi, internazionali.
È interessante notare che, secondo eBay, il 95% delle piccole e medie imprese attive sulla sua piattaforma esporta verso l’estero, contro appena il 4,2% delle imprese italiane tradizionali in generale. Inoltre, queste PMI digitali tendono a operare su una media di 15 mercati internazionali, molto più del valore medio - che si aggira intorno a 6 - tipico delle aziende che operano con modalità tradizionali.
Questi dati indicano non solo la capacità delle PMI meridionali di inserirsi in flussi internazionali, ma anche la loro propensione a diversificare mercati e clienti, riducendo la dipendenza da un unico contesto nazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA