Gli Stati Uniti, con i loro produttori, riescono a rispondere rapidamente all’aumento della domanda mondiale, impedendo un’impennata significativa dei prezzi del greggio.
L’America è passata dall’essere un caso disperato in termini di importazione di energia nel 2008 a diventare il più grande produttore mondiale di petrolio greggio e gas naturale.
Il gas domestico a basso costo ha alimentato una rinascita industriale negli USA, visibile nel corridoio petrolchimico che si estende lungo la costa del Golfo dal Texas alla Louisiana.
La «Rust Belt», da Pennsylvania a Ohio, è rinata come «Plastics Belt». L’American Chemical Association afferma che l’industria chimica statunitense ora esporta 180 miliardi di dollari l’anno. L’effetto shale oil ha dato vita a 351 progetti dal 2010, attirando un quarto di trilione di dollari di investimenti globali solo nel settore petrolchimico. [...]
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