I permessi 104 spettano ai lavoratori parasubordinati?

Ilena D’Errico

20 Aprile 2025 - 20:30

Novità sui permessi 104: per il tribunale di Torino spettano anche ai lavoratori parasubordinati. Ecco cosa succede.

I permessi 104 spettano ai lavoratori parasubordinati?

L’Asl di Torino deve risarcire un lavoratore parasubordinato per avergli negato la piena fruizione dei permessi previsti dalla legge 104. Le sentenze (in primo grado e in Appello) rappresentano una svolta epocale in materia, intensificando la tutela della disabilità e del lavoro. La notizia sta facendo scalpore e molti cittadini si chiedono allora se i permessi 104 spettino anche ai lavoratori parasubordinati, di solito esclusi da questo strumento. La decisione dei giudici torinesi, tuttavia, è limitata al caso specifico su cui si sono pronunciati. In pratica, la fruizione dei permessi 104 è stata riconosciuta al cittadino che ha presentato ricorso e non alla generalità dei lavoratori parasubordinati.

Senza nulla togliere a un successo professionale degno di nota e di grande rilevanza per questo tema tanto delicato, la sentenza non ha una portata estensiva e generalizzata. Ciò significa che non c’è un cambiamento automatico delle regole sui permessi 104 per i lavoratori non dipendenti, ma non bisogna comunque sottovalutare la novità. Viene finalmente promosso un cambiamento in tal senso e non è da escludere che l’interpretazione dei giudici torinesi possa estendersi e influenzare non soltanto l’orientamento giurisprudenziale ma anche l’attenzione sul tema. L’intervento per assicurare davvero il rispetto dei diritti di lavoratori e disabili deve essere molto più ampio, attraverso gli strumenti predisposti dalla legge: le norme e le contrattazioni collettive. Facciamo il punto della situazione.

Chi sono i lavoratori parasubordinati e che diritti hanno

Il primo problema riguardante i permessi 104 ai lavoratori parasubordinati è che la legge non dà una definizione precisa di questa tipologia di impiego. Si tratta a tutti gli effetti di un rapporto di lavoro ibrido, con alcune caratteristiche del lavoro subordinato e altre del lavoro autonomo. La più grande fetta di lavoratori inclusi in questa definizione viene rappresentata dalle collaborazioni coordinate continuative, ma ci sono molti altri lavoratori che si trovano in una zona grigia: collaboratori autonomi vincolati come fossero dipendenti e molti altri ancora.

Questi lavoratori non godono interamente delle tutele previste dalla legge, né della libertà e indipendenza presupposte dal lavoro autonomo. Proprio per questo motivo ci sono stati diversi interventi legislativi per regolamentare la materia, finalizzati soprattutto a limitare gli abusi da parte dei datori di lavoro, e l’auspicio è che la nuova giurisprudenza dia un’ulteriore spinta in tal senso. Di fatto, le parti non potrebbero nemmeno decidere in autonomia e discrezionalità il rapporto contrattuale. La Corte Costituzionale ha infatti sancito il cosiddetto principio di indisponibilità del tipo negoziale: si applica la normativa prevista in base alle caratteristiche effettive del rapporto di lavoro.

In altre parole, il lavoratore formalmente autonomo che presta a tutti gli effetti una prestazione subordinata può agire in giudizio per ottenere la riqualificazione del rapporto di lavoro e tutte le tutele che ne conseguono. Questa è quindi una strada percorribile se ne ricorrono le condizioni per ottenere i benefici previsti per i lavoratori dipendenti, inclusi i permessi 104.

Chi ha diritto ai permessi 104?

L’articolo 33 della legge 104 individua le agevolazioni spettanti a lavoratori disabili o caregiver. Il terzo comma di questo articolo è destinato proprio ai permessi, disponendo quanto segue:

Il lavoratore dipendente, pubblico o privato, ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa, per assistere una persona con disabilità in situazione di gravità, che non sia ricoverata a tempo pieno (...).

Si parla semplicemente e genericamente di lavoratore dipendente, una definizione che non comprende correttamente i lavoratori parasubordinati, né li esclude con certezza. L’eventuale esclusione, peraltro, risulterebbe discriminatoria e contrastante con i principi costituzionali ed europei (come ribadito anche dai giudici torinesi nella recente decisione). In questo caso, proviene un principio ancora più ampio e perentorio: “È discriminatorio limitare i diritti in base al rapporto di lavoro”.

Permessi 104 ai lavoratori parasubordinati

Secondo i giudici di Torino i permessi 104 spettano anche ai lavoratori parasubordinati e nella stessa misura in cui sono riconosciuti ai dipendenti. Di fatto, la legge ha gradualmente esteso alcuni benefici riservati ai lavoratori dipendenti ai lavoratori subordinati, ma al momento non c’è nessuna regola ferrea in tal senso. Chi subisce il rifiuto, assai probabile considerando che il trattamento è direttamente a carico dell’Asl in questo caso, ha oggi molte più speranze in caso di ricorso, proprio grazie al “precedente” citato. Nel frattempo, bisogna attendere un intervento legislativo per chiarire qualsiasi dubbio e garantire regole uniformi ed eque.

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# Lavoro

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