- 7% per le azioni Philips dopo stime 2026 più conservative del previsto da parte del management. Cosa aspettarsi ora?
Le azioni di Philips subiscono un brusco ribasso oggi. Il calo ha superato il 6% nel corso della seduta, è il peggior titolo del giorno sull’indice AEX di Amsterdam e la peggior performance giornaliera degli ultimi 10 mesi,
Le ragioni del sell-off? Una serie di dichiarazioni fatte dal management della società - in particolare dal CEO Roy Jakobs — in occasione della Citi Global Healthcare Conference. Jakobs ha dichiarato che le vendite organiche (senza l’uso di pubblicità a pagamento) della società sono previste in crescita di circa 2% dal 2025 al 2026, ma “non è realistico” attendersi il raddoppio, ovvero non ci si può aspettare un balzo fino al 4,5%, come stimato dagli analisti fino a ieri.
La società ha segnalato inoltre che i dazi, fattore macroeconomico che pesa sulle supply chain, dovrebbbero raddoppiare nel 2026. E questo potrebbe comprimere i margini operativi.
Perché le azioni Philips crollano?
Anche se la direzione intende migliorare i margini e tornare a un’espansione moderata ma regolare delle vendite nel 2026, il mercato ha interpretato queste previsioni come troppo prudenti rispetto alle aspettative. Solo poche settimane fa la trimestrale 2025 del Q3 di Philips era stata accolta positivamente dagli investitori, grazie all’utile oltre le attese e le vendite in crescita del 3%.
Eppure oggi, nonostante questi risultati che potremmo definire ragionevoli, la delusione per le prospettive future ha prevalso.
Il management ha sottolineato anche che, nel 2026, la spesa in capitale degli ospedali a livello globale tenderà a essere simile a quella del 2025. In pratica, non ci sarà un boom di investimenti sanitari globale, ma una domanda stabile. Arrivano segnali solidi da USA ed Europa, ma i mercati come la Cina restano “deboli”.
In una nota divulgata successivamente alla conferenza, Philips ha sottolineato di non aver presentato una guidance formale e che la vera road-map 2026 sarà pubblicata il 10 febbraio 2026, come previsto.
Cosa monitorare ora?
Il crollo della capitalizzazione preme sul management. La fiducia degli investitori è messa alla prova, sarà quindi cruciale la comunicazione del 10 febbraio 2026. Se la guidance non convincerà, o se i dazi o altri fattori macro impatteranno più del previsto, la pressione al ribasso sulle azioni Philips potrebbe acuirsi.
Nel frattempo, la strategia di contenimento costi e di semplificazione interna, già annunciata per il triennio 2023-2025, resta un fattore importante. Ma in un contesto globale come quello attuale, caratterizzato da incertezze geopolitiche, commerciali e macroeconomiche, la capacità di generare free cash flow, contenere i costi e mantenere margini diventa fondamentale.
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