Perché Elon Musk ha lasciato la Casa Bianca, le vere ragioni della rottura con Trump

Luna Luciano

29 Maggio 2025 - 18:20

Elon Musk lascia l’amministrazione Trump: ecco le vere ragioni dietro l’addio al Doge, tra critiche alla legge di bilancio e interessi economici messi a rischio.

Perché Elon Musk ha lasciato la Casa Bianca, le vere ragioni della rottura con Trump

Addio alla Casa Bianca. Elon Musk ha annunciato la fine della sua collaborazione con l’amministrazione Trump , raccontando quali sono le ragioni che si nascondono dietro questa rottura netta e definitiva.

La notizia, che circolava da settimane nei corridoi del potere e sulle colonne dei principali quotidiani americani e che aveva scatenato la cosiddetta querelle Musk-Jobs, è diventata ufficiale: Musk non farà più parte dell’amministrazione Trump. L’imprenditore sudafricano, diventato simbolo di innovazione e al centro di numerose polemiche politiche, ha annunciato il suo addio tramite un post sul suo social network X, seguito da un’intervista chiarificatrice alla CBS. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: il motivo della rottura è la legge di bilancio voluta da Trump, che secondo Musk mina gravemente l’efficienza governativa e aumenta pericolosamente il “disavanzo” federale.

Musk, che guidava il Dipartimento per l’efficienza della spesa pubblica (Doge), aveva ricevuto l’incarico direttamente dal presidente. Era stato uno dei principali sostenitori del tycoon durante la campagna elettorale, e la loro collaborazione sembrava destinata a diventare una delle più solide alleanze tra potere politico e imprenditoriale dell’era moderna. Tuttavia, dietro la facciata dell’intesa si celavano crepe profonde. Con il passare dei mesi, l’idillio si è trasformato in scontro. Le divergenze su temi economici, l’instabilità del mercato e i sospetti di conflitto di interessi hanno reso inevitabile la fine di questo esperimento politico senza precedenti.

Perché Musk ha lasciato la Casa Bianca: la legge di bilancio

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata con l’approvazione alla Camera del cosiddetto “Big Beautiful Bill Act”, la legge di bilancio fortemente voluta da Donald Trump. Si tratta di una riforma fiscale e di spesa pubblica che prevede, tra le misure più controverse, tagli massicci alle tasse per miliardari e grandi aziende, la cancellazione delle politiche ambientali dell’amministrazione Biden, e una riduzione drastica di fondi destinati a sanità e assistenza alimentare per le fasce più deboli della popolazione.

Elon Musk ha duramente criticato il provvedimento in un’intervista a CBS, definendolo “una delusione”, accusando apertamente Trump di minare il lavoro svolto da Doge . “Una legge può essere grande o può essere bellissima, ma non può essere entrambe” ha detto Musk, sottolineando come il piano aumenti il deficit invece di contenerlo. Secondo un’analisi indipendente commissionata dal Congresso, la nuova legge comporterebbe un aumento del disavanzo di 3.800 miliardi di dollari nel prossimo decennio.

Questo scenario è l’opposto di quanto Musk si era proposto di realizzare entrando nel governo: un taglio razionale e strategico degli sprechi pubblici. Il Doge, sotto la sua guida, aveva già chiuso agenzie federali, cancellato progetti internazionali e ridotto drasticamente il personale pubblico. Ma con la nuova legge, questi sforzi rischiano di diventare inutili. Restare - secondo Musk - avrebbe significato consentire una strategia economica che tradirebbe la sua linea.

Musk-Trump, interessi economici in crisi: il lungo declino

La rottura tra Elon Musk e Donald Trump non si spiega solo con divergenze ideologiche o tecniche, ma affonda le radici in una crisi più ampia: quella degli interessi economici di Musk, messi sempre più sotto pressione dalle politiche dell’amministrazione. Tesla, in particolare, ha subito un pesante calo dei profitti: un crollo del 71% nel primo trimestre del 2025 rispetto all’anno precedente. Un crollo che si può spiegare anche alla luce della posizione controversa di Musk, sempre più legato a posizioni di estrema destra.

Il coinvolgimento diretto di Musk nel governo ha sollevato domande su possibili conflitti d’interesse, viste le numerose collaborazioni e appalti federali ottenuti da SpaceX e Tesla. La guerra dei dazi avviata da Trump ha reso più costosi i veicoli elettrici, ostacolando la catena di approvvigionamento.

Musk, che inizialmente aveva visto nell’alleanza con Trump una via per contrastare la “cultura Woke” dei democratici, si è trovato intrappolato in una contraddizione: da un lato l’amicizia politica, dall’altro gli effetti devastanti sul suo impero industriale. A questo si aggiungono tensioni interne all’amministrazione e crescenti attriti con ministri e funzionari: l’addio ufficiale era solo questione di tempo.

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