Perché anche la tua azienda dovrebbe collaborare con un ecosistema di innovazione

Seedble

7 Luglio 2021 - 08:20

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Capita sempre più spesso di leggere di startup che suscitano clamore per una collaborazione con una grande azienda. Perché è importante collaborare con l’ecosistema che ruota attorno alle startup?

Perché anche la tua azienda dovrebbe collaborare con un ecosistema di innovazione

Partiamo con qualche dato: sul Registro delle Imprese innovative è possibile trovare più di 13.000 startup che coprono i servizi e i settori più disparati del mercato. Dati questi numeri, ci si potrebbe aspettare che per le aziende sia molto facile entrare in contatto con realtà innovative che possano effettivamente risultare utili al proprio business.

In realtà, la reazione delle aziende sembra molto più timida: l’Osservatorio Digital Transformation del Politecnico di Milano segnala che l’85% delle Pmi italiane non ha mai collaborato con startup e non ha in programma di farlo nel prossimo futuro e che solo l’11% ha in programma di collaborare o investire in startup.

Situazione diversa per le grandi aziende italiane, tra le quali la percentuale di quelle che non ha mai collaborato con startup scende al 38% e sale al 27% quella di chi ha in programma di collaborare o investire in startup.

Collaborare con le startup: dove nascono le difficoltà?

Tra le principali cause di fallimento dei progetti di innovazione c’è, soprattutto, la resistenza al cambiamento e alla cultura digitale.

Molto spesso si pensa che adottare una nuova tecnologia o fare una call per startup sia sinonimo di innovazione, ma questo è vero solo in parte. Fare innovazione è anche una questione di mindset, un processo culturale che si deve affermare gradualmente in azienda.

Stando alle indagini segnalate in questo articolo, e a molte altre reperibili dal web, il tessuto industriale italiano ha sicuramente un gran bisogno di innovazione di processo, ovvero digitalizzare processi come la fatturazione, ai pagamenti, passando per le operazioni di logistica e la gestione dei fornitori. E non solo. Molte aziende si trovano dinanzi al dilemma dell’innovazione: voglio innovare ma non so come farlo.

Da una disamina più critica e attenta, emergono una serie di complessità e sfide che rallentano l’innovazione in azienda e, più in generale, lo sviluppo (verso un’anima più tech e digital) dell’ecosistema imprenditoriale italiano. Le possiamo sintetizzare qui di seguito:

  • Difficoltà nel comprendere i reali bisogni di innovazione;
  • Poca conoscenza del mercato e dei tech trend;
  • Scarsa capacità di captare nuove opportunità e potenzialità;
  • Difficoltà di discriminare e selezionare le soluzioni tecnologiche;
  • nell’ambito della grande quantità di risorse disponibili;
  • Difficoltà nel trasferire need e requisiti di innovazione alle tech company;
  • Assenza o scarsità di competenze e di processi strutturati nella costruzione di percorsi di innovazione e/o implementazione di tecnologie;
  • Mancanza di strumenti per gestire e misurare l’innovazione in azienda.

Il dialogo con le startup può aiutare?

Sicuramente l’interazione con ecosistemi di innovazione, che comprendono anche Hub, incubatori e acceleratori, può aiutare ad affrontare alcune delle difficoltà riassunte sopra. Quello che succede è che ogni attore dell’ecosistema finisce per avere skill specifiche che costituiscono una guida per le aziende che ne vogliono fare parte.

Esistono dei vantaggi concreti per chi sfrutta questo tipo di collaborazioni:

  • Innovazione come vantaggio competitivo: l’utilizzo di tecnologie abilitanti proposte da questo tipo di realtà può risultare un vantaggio competitivo determinante rispetto ai propri competitor. L’accesso a determinate soluzioni innovative diventa un fattore differenziante e un elemento chiave per lo sviluppo del business.
  • Nuovi modelli di business: investire su nuove tecnologie può significare entrare in nuovi mercati o creare dei servizi collaterali al proprio business model, anche in settori diversi.
  • Competenze diversificate: attingere risorse dall’esterno può essere determinante per scatenare la giusta contaminazione in azienda. L’unione di competenze interne ed esterne può generare il mix perfetto per una collaborazione proficua per ambo le parti.
  • Snellimento dei processi: spesso le realtà aziendali sono lente e macchinose, ma il supporto esterno di realtà molto più agili, come appunto le startup, può velocizzare la creazione di nuovi prodotti e servizi riducendo i tempi di go to market.

Come gestire la collaborazione tra aziende e startup?

Come detto, si tratta di attori che adottano metodologie e approcci completamente diversi, e dunque è naturale che sorgano alcuni problemi: difficoltà di comunicazione e comprensione, formalizzazione della collaborazione (ad esempio le policy per la condivisione della proprietà intellettuale) e gestione di tempistiche e pagamenti ne sono un esempio.

Per superare questi ostacoli aziende e startup devono farsi carico di alcuni accorgimenti. Da un lato le imprese devono allineare il contesto e gli obiettivi con tutti gli stakeholder interni ed esterni che sono interessati al progetto di collaborazione, come anche intervenire sulla cultura aziendale.

Dall’altro lato, le startup devono comprendere la complessità della realtà con cui stanno avviando una collaborazione, acquisendone il linguaggio e l’approccio per sfruttarne al massimo i benefici.

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