Il Parlamento cancella la riforma pensionistica, invitando il governo a riportare l’età a 62 anni. Ecco dov’è successo e perché è importante per l’Italia.
La sostenibilità del sistema pensionistico è compromessa in tutta l’Europa, con la natalità in calo, l’aumento dell’aspettativa di vita media e la precarietà lavorativa.
Ecco perché in modo più o meno incisivo tutti i Paesi comunitari stanno ragionando sull’allungamento dell’età pensionabile, con il prevedibile malcontento della cittadinanza.
Potrebbe però esserci un’inversione di tendenza, quanto meno dalla Francia, dove il Parlamento si appresta a cancellare la recente riforma. Così, l’età pensionabile potrebbe tornare a 62 anni, in netta contrapposizione rispetto all’andamento europeo.
Ecco cosa sta succedendo e perché è importante.
Il Parlamento cancella la riforma delle pensioni
Nel 2023 la Francia ha approvato una riforma che ha elevato l’età pensionabile a 64 anni a partire dal 2030, portando il periodo di contribuzione necessario a usufruire della pensione completa da 42 a 43 anni.
Un innalzamento graduale delle soglie necessario a fronteggiare la pensione sempre più elevata sul sistema previdenziale, che funziona in modo molto simile a quello italiano, condividendone regole e criticità. Una riforma che ha scatenato accese proteste a Parigi, con scioperi e manifestazioni imponenti che hanno segnato l’intero Paese senza trovare un grande riscontro.
A più di 2 anni dall’approvazione della riforma, tuttavia, i cittadini francesi non hanno distolto lo sguardo dall’obbiettivo. L’Assemblea nazionale, la Camera principale del Parlamento francese, ha approvato una risoluzione per abrogare la riforma delle pensioni e tornare all’età di 62 anni. Una risoluzione simbolica che ha ottenuto ben 162 voti a favore e soli 35 voti contrari e che potrebbe spingere il governo a tornare sui suoi passi. Con consensi al di là di ogni divario politico - hanno votato a favore i deputati della sinistra, del Rassemblement national di destra e anche una parte del gruppo centrista Liot - questa decisione sembra rispecchiare la volontà francese, pur non avendo valore legale.
Viene quindi richiesta una modifica della riforma o almeno che sia indetto un referendum per dare voce al popolo. La risoluzione, tanto in Francia quanto in Italia, è infatti lo strumento con cui il Parlamento guida l’indirizzo politico del governo ma non è vincolante a meno che venga posta la questione di fiducia. Ciò significa che il governo francese non è obbligato a cancellare la riforma pensionistica, sulla quale peraltro si è continuato a mostrare fermo e deciso, ma quasi sicuramente dovrà trovare un compromesso per limitare i disagi dei cittadini.
Secondo l’Assemblea nazionale si dovrebbe tornare ad andare in pensione a 62 anni, ma il premier Bayrou ha escluso questa possibilità, dichiarandosi tuttavia aperto alle consultazioni con la sinistra per evitare la sfiducia e apportare miglioramenti concreti alla riforma.
Le parti sociali, invece, ritengono possibile e realistico un ritorno alle regole pre-riforma e non sembrano disposte a scendere a compromessi. Un sentire condiviso ovunque ci siano stati innalzamenti dell’età pensionabile, ma inasprito laddove i servizi pubblici e il welfare non sono all’altezza delle richieste dei cittadini.
Perché è importante quello che succede in Francia
Secondo l’Ageing working group della Commissione Ue nel 2019 la Francia ha registrato una spesa per le pensioni del 14,8% rispetto al Pil e l’Italia addirittura del 15,4%.
Dati ancora più preoccupanti se si osservano l’elevato debito pubblico e l’innalzamento dell’età media della popolazione. Entrambi i Paesi sfruttano un sistema pensionistico a ripartizione (i lavoratori attivi pagano con la contribuzione per i trattamenti dei pensionati) che presenta molti vantaggi ma necessita di un perfetto equilibrio demografico. Con l’inverno demografico l’intero sistema previdenziale è a rischio, anche perché la spesa è sempre più elevata. L’età di pensionamento, anche se quella ordinamentale è quasi sempre inferiore a quella effettiva, non aumenta in proporzione all’aspettativa di vita.
Secondo i dati Ocse, inoltre, Francia e Italia (insieme alla Spagna) sono i Paesi in cui l’aspettativa di vita dal pensionamento è la più alta in tutta l’area. Da qui la necessità di rivedere l’età del pensionamento, anche se bisogna riconoscere alla Francia un’azione ad ampio raggio. Le politiche di welfare familiare e l’immigrazione stanno permettendo a Parigi di rilanciare il tasso di natalità, a differenza del Belpaese. L’andamento del sistema pensionistico francese permette così all’Italia - e viceversa - di fare un confronto equo, cogliendo analogie e differenze alla luce dei comuni problemi sul tema.
© RIPRODUZIONE RISERVATA