Pensioni, ecco i nuovi importi nel 2026. Le tabelle con gli aumenti

Simone Micocci

12 Maggio 2025 - 09:31

Pensioni, svelata la misura del prossimo aumento. Ecco le tabelle con i nuovi importi.

Pensioni, ecco i nuovi importi nel 2026. Le tabelle con gli aumenti

Ogni inizio anno gli importi delle pensioni aumentano per effetto dell’adeguamento con l’inflazione, il meccanismo conosciuto come perequazione che è stato previsto dal legislatore con l’obiettivo di mantenere inalterato il potere di acquisto dell’assegno.

Senza la perequazione delle pensioni, anche detta rivalutazione, infatti, gli importi delle pensioni resterebbero quelli riconosciuti in sede di prima liquidazione mentre il costo della vita aumenta: di conseguenza l’assegno si svaluta, in quanto con lo stesso importo è minore la quantità di beni e servizi che si possono acquistare.

Per capire l’importanza di un tale strumento basti guardare a quanto è aumentato un assegno di 1.000 euro negli ultimi tre anni, quando è stata accertata un’inflazione rispettivamente dell’8,1%, del 5,4% e dello 0,8%. Oggi è pari a 1.148,50 euro, un aumento considerevole. Va detto però che quanto successo nel 2022 e nel 2023 è stato un fatto straordinario, in quanto in quel periodo è stata accertata un’inflazione molto alta causata prima dalla pandemia e poi dallo scoppio della guerra in Russia.

Adesso la situazione - come dimostra il tasso dello 0,8% accertato per il 2024 - la situazione è tornata a essere sotto controllo, tanto che anche la percentuale rilevata per il 2025 dovrebbe attenersi su un livello più basso.

A tal proposito, i pensionati iniziano a chiedersi di quanto aumenterà la pensione a gennaio 2026, quando gli importi vengono rivalutati sulla base dell’inflazione accertata nel corso di quest’anno.

Va detto che a oggi fare una previsione è complicato, per quanto comunque grazie alla recente approvazione del Documento di economia e finanza (Def) 2025 abbiamo maggiori indicazioni riguardo a quale sarà il prossimo aumento delle pensioni. Tra le previsioni fatte, infatti, troviamo anche quelle riferite all’inflazione per il 2025, tornata a salire dopo la frenata dello scorso anno dovuta alla politica monetaria fortemente restrittiva messa in atto dalla Banca centrale europea.

A oggi le attese per il 2025 si attestano su un tasso che possiamo definire “ideale”, in quanto l’IPCA, l’indice dei prezzi al consumo, è di circa il 2%. Le banche centrali, infatti, hanno definito un tale tasso di inflazione come ottimale, indice di stabilità nel medio termine nonché di una situazione economica in crescita.

Sapere in anticipo quale sarà il tasso di inflazione è importante anche per i pensionati, per i quali è previsto un meccanismo che contrasta la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni. Conosciuto come rivalutazione, o perequazione, con questo scatta un aumento della pensione che prende come riferimento proprio il tasso di inflazione accertato per l’ultimo anno, riconoscendo così un aumento necessario per stare al passo del costo della vita.

L’ultimo aggiornamento del tasso di inflazione è stato pari allo 0,8%: la buona notizia è che nel 2026 l’incremento sarà più tangibile, per quanto comunque non al punto raggiunto nel biennio 2022-2023 quando è stata registrata un’inflazione rispettivamente dell’8,1% e del 5,4%.

Di quanto aumentano le pensioni nel 2026

Secondo le stime contenute nel Def, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per il 2025 sarà del 2,1%, rispetto all’1,1% del 2024 e al 5,9% del 2023. Considerando quindi che l’indice di perequazione è di poco più basso, possiamo stimare un aumento della pensione compreso tra l’1,6% e l’1,8%.

Se tutto andrà secondo i piani, le regole per la rivalutazione saranno le stesse di quelle adottate quest’anno, come disciplinate dalla legge n. 448 del 1998 secondo cui la parte di importo che non supera di 4 volte il valore del trattamento minimo di pensione viene adeguata al 100% del tasso accertato, la parte che supera questa soglia ma resta entro le 5 volte al 90% mentre quella ancora superiore al 75%.

Considerando che nel 2025 l’importo della pensione minima è pari a 603,40 euro mensili, ne risulterà che:

  • la parte di pensione entro i 2.413,60 euro aumenta al 100% del tasso, quindi tra l’1,6% e l’1,8%;
  • la parte che supera i 2.413,60 ma non i 3.017 euro viene rivalutata al 90% del tasso, quindi tra l’1,44% e l’1,62%;
  • infine, la parte che supera anche i 3.017 euro sarà rivalutata al 75%, tra l’1,2% e l’1,35%.

La tabella con i prossimi aumenti

A tal proposito, ecco una tabella che, a seconda del valore di pensione percepito, ci dà indicazione dell’aumento previsto a seconda di quale sarà il tasso di inflazione accertato.

Importo lordo pensione Rivalutazione 1,6% Rivalutazione 1,8%
800,00 12,80 14,40
1.000,00 16,00 18,00
1.200,00 19,20 21,60
1.400,00 22,40 25,20
1.600,00 25,60 28,80
1.800,00 28,80 32,40
2.000,00 32,00 36,00
2.200,00 35,20 39,60
2.400,00 38,40 43,20
2.600,00 41,30 46,46
2.800,00 44,18 49,70
3.000,00 47,06 52,94
3.200,00 49,50 55,69
3.400,00 51,90 58,39
3.600,00 54,30 61,09
3.800,00 56,70 63,79
4.000,00 59,10 66,49
4.200,00 61,50 69,19
4.400,00 63,90 71,89
4.600,00 66,30 74,59
4.800,00 68,70 77,29
5.000,00 71,10 79,99

L’aumento per pensione minima, sociale e invalidità

La rivalutazione ha effetti anche su alcune misure assistenziali, come la pensione minima, oggi pari a 603,40 euro con una maggiorazione ulteriore del 2,2% riconosciuta dal governo Meloni che le permette di salire fino a 616,57 euro.

Considerando una rivalutazione che nel 2026 dovrebbe essere compresa tra l’1,6% e l’1,8% l’importo della pensione minima salirà tra 613,05 e i 614,26 euro. Nel contempo però si riduce la misura della rivalutazione straordinaria scenderà all’1,7%, con l’importo massimo che sale tra 623,47 e 624,70 euro.

Per quanto riguarda la pensione per invalidi civili, oggi pari a 336 euro, invece, l’importo nel 2026 salirà a un importo compreso tra 341,37 e 342,04 euro.

Concludiamo con l’Assegno sociale che spetta al compimento dei 67 anni alle persone che si trovano in uno stato di difficoltà economica. Oggi pari a 538,68 euro, il prossimo anno per effetto dell’aumento previsto dalla rivalutazione salirà tra 547,29 e 548,37 euro.

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