Pensioni, quali bonus spettano? Ecco un elenco esaustivo per esenzioni e agevolazioni riconosciute a chi è più avanti con l’età.
Anche nel 2026 ci sono una serie di bonus e agevolazioni che spettano ai pensionati, o comunque a coloro che sono in età da pensione. D’altronde, secondo i principi del welfare, è logico che lo Stato intervenga a sostegno di coloro che hanno maggiori difficoltà, specialmente se più avanti con l’età.
Una situazione che non solo non cambia, ma che si rafforza nel 2026 attraverso una serie di aiuti in favore delle persone anziane, pensionati compresi, con redditi non particolarmente elevati.
In alcuni casi, come vedremo in questa guida dedicata, si tratta di veri e propri bonus in denaro; in altri, invece, di agevolazioni, ad esempio non prevedendo il pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie o del canone Rai. Il tutto al fine da dare un po’ di respiro a chi, non essendo più in età da lavoro, fatica ad assicurarsi un’entrata mensile che sia aggiuntiva alla pensione.
Pensione di inclusione
Con l’addio alla Pensione di cittadinanza si passa alla Pensione di inclusione, la misura rivolta a quei nuclei familiari in cui ci sono tutti componenti over 67 o disabili gravi con Isee non superiore a 10.140 euro e reddito familiare che non supera gli 8.190 euro, soglia che viene aumentata per le famiglie più numerose.
Con la Pensione di inclusione spetta un assegno mensile fino a 682,50 euro per la persona sola, che può essere aumentato di 162,50 euro nel caso in cui si viva in affitto.
Nel caso di coloro che hanno compiuto 60 anni, invece, si parla di Assegno di inclusione e può essere richiesto anche se nel nucleo ci sono componenti più giovani e senza alcuna disabilità.
Carta acquisti
Al compimento dei 65 anni è possibile fare domanda per la Carta acquisti, una sorta di social card che viene ricaricata di 80 euro ogni due mesi e può essere utilizzata per fare acquisti nei supermercati e nei negozi alimentari, come pure in farmacia, parafarmacia, o per pagare le bollette di luce e gas.
Per averne diritto bisogna avere un Isee non superiore a 8.117,17 euro. Lo stesso vale per i redditi percepiti, soglia che tuttavia aumenta a 10.822,90 euro per chi ha compiuto i 75 anni. Questi sono i requisiti richiesti nel 2025: il prossimo anno ci sarà un leggero incremento, con la possibilità quindi di un maggior numero di persone di averne diritto.
Assegno sociale
Per coloro che all’età di 67 anni sono in una condizione economica sfavorevole spetta una misura che da molti è considerata sostitutiva della pensione ma che in realtà può essere anche compatibile con l’assegno previdenziale a patto di rientrare entro le soglie previste.
Nel dettaglio, l’Assegno sociale nel 2025 ha un importo pari a 538,68 euro che al compimento dei 70 anni può salire fino a 740 euro circa.
Per averne diritto è necessario che il reddito personale non superi il valore annuo della prestazione stessa, quindi 7.002,84 euro nel 2025, ma spetta in misura piena solo a chi ha un reddito pari a zero. Altrimenti viene riconosciuta una sola integrazione fino al raggiungimento delle suddette soglie.
E nel caso dei coniugati si tiene conto anche del reddito del marito o della moglie: la somma non deve superare 14.005,68 euro.
Il prossimo anno l’Assegno sociale aumenta per effetto della rivalutazione. Il nuovo importo sale a 546,22 euro mensili, mentre a 70 anni, grazie anche all’aumento di 20 euro sull’incremento al milione previsto dalla legge di Bilancio 2026, sale a 770 euro mensili circa.
La prestazione universale
La prestazione universale è rivolta a una platea molto ristretta di persone anziane non autosufficienti e prevede requisiti particolarmente stringenti.
Possono accedervi solo i soggetti che abbiano compiuto almeno 80 anni, presentino un Isee non superiore a 6.000 euro e siano titolari dell’indennità di accompagnamento, oppure abbiano comunque i requisiti per ottenerla. È inoltre necessario che venga riconosciuto un livello di bisogno assistenziale gravissimo, il quale ricorre nei casi in cui la persona si trovi in condizioni cliniche di estrema compromissione, come stati di coma o di minima coscienza, dipendenza continuativa da ventilazione meccanica, demenze gravi o gravissime, lesioni spinali molto alte, patologie neurologiche o muscolari con gravissima compromissione motoria, disabilità sensoriali complesse, forme gravi o profonde di disabilità intellettiva o disturbi dello spettro autistico di livello massimo.
In generale, rientra in questa categoria anche chiunque necessiti di assistenza e monitoraggio continuo 24 ore su 24, poiché l’interruzione dell’assistenza, anche per brevi periodi, può comportare gravi complicanze o mettere a rischio la vita.
A chi soddisfa tutti i requisiti spetta la cosiddetta prestazione universale, che può essere erogata come somma in denaro oppure attraverso servizi alla persona. L’importo complessivo è composto da due parti: una quota fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento, e una quota integrativa pari a 850 euro mensili.
Quest’ultima è destinata esclusivamente a coprire i costi dell’assistenza, come il lavoro di cura svolto da assistenti familiari regolarmente assunti o l’acquisto di servizi di assistenza forniti da imprese qualificate nel settore sociale. Si tratta di somme che non costituiscono reddito e non sono pignorabili, ma che devono essere utilizzate solo per le finalità previste; gli importi eventualmente non spesi devono essere restituiti.
Ticket sanitario e altre agevolazioni
Non pagano il ticket sanitario i percettori di Assegno sociale, nonché coloro che hanno compiuto i 65 anni e fanno parte di un nucleo familiare il cui reddito complessivo non supera i 36.151,98 euro annui.
Ci sono poi altre prestazioni gratuite o comunque agevolate per i pensionati e per chi è in età di pensione. Ad esempio, molte Regioni riconoscono agevolazioni per chi ha bisogno di protesi dentarie, così come pure per l’apparecchio acustico.
Esenzione canone Rai
Inoltre, i cittadini che hanno compiuto 75 anni, con un reddito annuo proprio e del coniuge che non supera gli 8.000 euro, possono fare richiesta di esenzione del canone Rai a patto che nel loro nucleo familiare non ci siano conviventi titolari di un reddito proprio (con l’eccezione di collaboratori domestici come colf e badanti).
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Bonus sulla pensione
Ci sono poi dei bonus che si applicano direttamente sulla pensione. Ad esempio l’incremento al milione che all’età di 70 anni - su richiesta dell’interessato - può portare la pensione minima a raggiungere la soglia di 740 euro. È inoltre possibile anticipare questo aumento: il limite anagrafico, infatti, si riduce di 1 anno ogni 5 anni di contributi, fino a scendere al massimo alla soglia dei 65 anni.
Questa misura nel 2026 viene incrementata di ulteriori 20 euro, permettendo a pensioni minime, di invalidità e assegno sociale, di raggiungere quota 770 euro (circa).
Bonus in busta paga
Differentemente, per coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata c’è la possibilità di godere di un bonus in busta paga rimandando il pensionamento. Nel dettaglio, spetta uno sgravio contributivo totale, con un risparmio quindi del 9,19% per i dipendenti del settore privato, 8,80% per il pubblico.
Oggi questo bonus si applica anche per chi matura i requisiti per Quota 103, ma nel 2026 sarà limitato alla pensione anticipata visto l’addio alla prima opzione di flessibilità.
Bonus animali domestici
Esiste poi il bonus animali d’affezione, una misura finanziata con 750 mila euro complessivi per il triennio 2024-2026, pari a 250 mila euro per ciascun anno, destinata a sostenere alcuni proprietari di animali domestici. Possono beneficiarne i padroni di cani, gatti, furetti e piccoli roditori, a condizione che gli animali siano regolarmente registrati all’Anagrafe degli animali d’affezione e dotati di microchip. Restano esclusi gli animali esotici.
Il bonus è riservato ai cittadini con più di 65 anni e con un Isee inferiore a 16.215 euro. Le risorse potranno essere utilizzate esclusivamente per coprire spese veterinarie, come visite, interventi chirurgici e acquisto di farmaci, che dovranno essere pagate con strumenti tracciabili.
La domanda non si presenta a livello nazionale, ma va inoltrata al Comune di residenza, seguendo modalità e scadenze che saranno stabilite dalle singole Regioni. Per questo motivo è importante monitorare i bandi regionali che verranno pubblicati, così da non perdere l’accesso al contributo.
Bonus viaggi
Ogni anno l’Inps mette a disposizione dei pensionati del pubblico impiego un bonus vacanze, un contributo il cui importo nel 2025 variava dagli 800 ai 1.400 euro in relazione alla durata del soggiorno e all’Isee percepito.
Le agevolazioni delle aziende private
Infine, come anticipato, ci sono molte agevolazioni messe in campo da aziende private. Ad esempio, ci sono supermercati che in giornate particolari riservano sconti ai pensionati o comunque a chi ha superato una certa soglia di età.
E ancora, le aziende di trasporto prevedono sconti per gli anziani: ad esempio, con Trenitalia i soci CartaFreccia se over 60 viaggiano in treno con una tariffa fissa che va da 29 a 39 euro a seconda del livello di servizio (se prima o seconda classe).
Da qualche anno ormai, invece, non esiste più l’agevolazione che consentiva agli over 65 di entrare gratis nei musei nazionali. Ci sono però sconti, ma anche in quel caso dipende dalla singola azienda, per cinema e teatri.
E ancora, le compagnie telefoniche solitamente riservano delle tariffe scontate per le persone anziane.
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