Pensioni, 4 motivi per cui peggiorano nel 2024

Simone Micocci

18 Dicembre 2023 - 10:15

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Pensioni, non ci sono buone notizie: l’analisi sulla legge di Bilancio 2024 è negativa.

Pensioni, 4 motivi per cui peggiorano nel 2024

La legge di Bilancio 2024 comporta più peggioramenti che miglioramenti al sistema pensionistico: per quanto il governo difenda, giustamente, le proprie scelte, è innegabile che ci sono diverse ragioni per cui il prossimo anno la situazione per le pensioni sarà meno rosea rispetto a quello che sta per trascorrere.

Sono state prese delle decisioni mosse dal fatto che per la legge di Bilancio 2024 le risorse erano limitate, rendendo così impossibile l’approvazione di una riforma che almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto portare al superamento della legge Fornero.

Non è stato così, anzi: tra tagli degli importi, presenti e futuri, e revisione delle regole per il pensionamento, il 2024 non sarà di certo un anno da ricordare.

1) I tagli alla rivalutazione delle pensioni

Con il via libera alla legge di Bilancio 2024, viene confermato anche il taglio alla rivalutazione che segue quanto successo già nel 2023 con una stretta per coloro che hanno un assegno superiore a 4 volte il trattamento minimo.

Rispetto a quest’anno c’è un miglioramento per chi è tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo, per i quali si passa da una percentuale dell’85% a una del 90%. Peggiora, invece, per le pensioni superiori a 10 volte il minimo, per le quali si passa dal 32% al 22%.

Considerando il tasso di rivalutazione pari al 5,4%, su una pensione di 2.500 euro, con il nuovo meccanismo l’aumento sarà “tagliato” di circa 12 euro, mentre con un assegno di 3.000 euro la riduzione si fa più consistente arrivando a circa 70 euro lordi mensili.

88 euro in meno per chi ha una pensione di 3.500 euro, persino 95 euro per chi ne prende 4.000.

2) Addio al trattamento di maggior favore per gli over 75

Quest’anno in favore degli over 75 con una pensione inferiore al minimo è stata riconosciuta una rivalutazione straordinaria del 6,4% che ha assicurato un aumento fino a 604,28 euro.

Nel 2024, complice la nuova rivalutazione al 5,4%, ci sarà un ulteriore aumento ma ci sarà poca differenza rispetto al 2023. Questo perché l’incremento straordinario non è stato confermato: ce ne sarà un altro, uguale per tutti, del 2,7%, con la pensione minima che per gli over 75 salirà fino a 614,76 euro, appena 10 euro in più rispetto a quest’anno.

3) Andare in pensione diventa più complicato

Anche le regole per il pensionamento vengono peggiorate. L’unica miglioria c’è stata per coloro che sono contributivi puri (ossia per chi ha contributi maturati esclusivamente prima del 31 dicembre 1995), i quali possono andare in pensione a 67 anni a patto di aver raggiunto un assegno pari al valore dell’assegno sociale (mentre fino a oggi serviva aver raggiunto una soglia pari a 1,5 volte questo valore).

Per il resto solo peggioramenti, a partire dalla pensione anticipata a 64 anni di età e 20 anni di contributi riservata ai contributivi puri, raggiungibile per coloro che hanno maturato un assegno pari a 3 volte il valore dell’assegno sociale (e non più 2,8 volte come oggi). Resta di 2,8 volte per le lavoratrici con figli, per chi ne ha almeno 2 scende a 2,6 volte.

E ancora, le modifiche a Quota 103 che la rendono sempre meno conveniente: chi vorrà andare in pensione a 62 anni di età e 41 anni di contributi, infatti, dovrà accettare che l’assegno sarà calcolato interamente con le regole del contributivo.

Lo stesso meccanismo previsto per Opzione Donna che nel 2024 tenderà a sparire: a poterci andare sarà infatti un numero limitato di lavoratrici, coloro che hanno 61 anni (e non più 60 come oggi), 35 anni di contributi e appartengono a una delle categorie che necessitano di una maggior tutela (caregivers, disabili o lavoratrici licenziate o dipendenti da grandi aziende in crisi).

A peggiorare è anche l’Ape sociale: per l’anticipo pensionistico non basteranno più 63 anni, in quanto ne servono 5 mesi in più.

4) Tagli alla pensione di medici, infermieri e altri dipendenti pubblici

Per quanto in sede parlamentare l’articolo che taglia le pensioni di medici, infermieri e altri dipendenti pubblici quali insegnanti di asilo e scuole elementari parificate e ufficiali giudiziari, sia stato modificato, a partire dal 2024 sarà comunque meno vantaggioso andare in pensione per questi lavoratori.

Nel dettaglio, la revisione delle aliquote di rendimento continua a riguardare coloro che accedono alla pensione anticipata, i quali dovranno quindi fare i conti con un taglio dell’importo. Salvi, invece, coloro che ci andranno con le regole di vecchiaia.

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