Dal 19 settembre alcuni pensionati rischiano la revoca della pensione. Scopri chi è coinvolto e come evitare di perdere o restituire somme.
Per i pensionati che percepiscono trattamenti legati al reddito, settembre potrebbe portare alla revoca della pensione. Per chi beneficia di integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale e pensione ai superstiti l’obbligo è quello di comunicare i propri redditi all’Inps. Il problema riguarda soprattutto i soggetti che, ogni anno, non presentano la dichiarazione dei redditi con modello 730 o modello Redditi. Sono proprio loro, infatti, a rischiare la revoca della pensione percepita.
Se dovesse intervenire la revoca della pensione, inoltre, l’Inps provvederebbe a recuperare anche le somme che sono state già indebitamente percepite.
Revoca della pensione, come evitarla
La data da non superare è quella del 19 settembre. Entro questo termine, infatti, tutti i pensionati che percepiscono pensioni legate al reddito devono comunicare all’Inps i redditi percepiti negli anni passati. La sospensione prima e la revoca poi, quest’anno colpisce chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi percepiti relativa al 2021. Le prime sospensioni si sono verificate in estate, ma trascorsi 60 giorni dalla sospensione senza che il pensionato abbia provveduto a effettuare le comunicazioni richieste dall’Inps, l’istituto revoca definitivamente le prestazioni erogate e provvede al recupero delle somme liquidate, in via provvisoria, per le quali i redditi 2021 risultano rilevanti.
Per chi non adempie all’obbligo il rischio, quindi, non è solo quello di non vedersi erogare più la pensione a ottobre, ma anche di dover restituire le somme indebitamente percepite nei mesi e negli anni precedenti.
Dopo la riduzione della pensione arriva la revoca
Già nel mese di luglio l’Inps ha applicato una trattenuta del 5% sull’importo erogato mensilmente ai pensionati che non hanno presentato la dichiarazione reddituale. Ma a partire dal 19 settembre, alla sospensione segue la revoca.
Per evitare la revoca (con relativa richiesta di restituzione delle somme percepite e non spettanti) i pensionati che percepiscono prestazioni legate al reddito che ancora non lo hanno fatto, devono procedere all’invio della ricostituzione reddituale richiesta appositamente dall’Inps entro il 19 settembre. Sono escluse dall’operazione di sospensione e revoca le prestazioni prettamente assistenziali, come ad esempio le pensioni di invalidità civile e gli assegni sociali.
Le prestazioni a rischio revoca e restituzione sono:
- l’integrazione al trattamento minimo;
- la maggiorazione sociale;
- la quattordicesima;
- l’importo aggiuntivo;
- l’incumulabilità delle pensioni ai superstiti;
- l’incumulabilità dell’assegno ordinario di invalidità.
A dover presentare la ricostituzione dei redditi 2021 sono tutti coloro che nel corso di quell’anno non hanno presentato la dichiarazione dei redditi e per i quali, quindi, l’Inps non è a conoscenza della condizione reddituale.
In ogni caso i pensionati devono stare tranquilli poiché i soggetti tenuti alla comunicazione sono stati già informati con lettere e solleciti dall’Inps nei mesi scorsi e hanno subito sulla pensione di agosto e settembre la “Trattenuta per mancata comunicazione reddito art. 35, comma 10 bis, d.l. 207/2008”.
L’Inps ha provveduto a inviare le relative comunicazioni via Pec o e.mail, ma è possibile recuperare la missiva anche nell’area riservata My Inps.
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