Pensione d’invalidità dopo i 67 anni, cosa fare per passare all’Assegno sociale?

Patrizia Del Pidio

5 Settembre 2023 - 07:30

Cosa accade alla pensione di invalidità quando si compiono i 67 anni e cosa comporta il passaggio all’assegno sociale? Vediamo a livello economico cosa cambia e quali obblighi rispettare.

Pensione d’invalidità dopo i 67 anni, cosa fare per passare all’Assegno sociale?

Quello che tutti non sanno è che la pensione di invalidità civile o l’assegno mensile di invalidità civile non spettano per tutta la vita, ma solo fino al compimento dei 67. La normativa, infatti, prevede che queste misure siano riconosciute ai cittadini che rispettano i requisiti sanitari ed economici con età compresa tra i 18 e i 67 anni.

Cosa accade, quindi, all’invalido civile al compimento dei 67 anni? Se ha contributi versati per almeno 20 anni può richiedere tranquillamente lapensione di vecchiaia. Se la pensione di vecchiaia, invece, non spetta per la mancanza del requisito contributivo, la pensione di invalidità civile o l’assegno mensile si trasformano in assegno sociale che viene erogato, appunto, in sostituzione delle misure assistenziali per invalidità.

Bisogna fare attenzione, però, perché l’assegno sociale sostitutivo della pensione di inabilità o dell’assegno mensile di invalidità, non segue le stesse regole previste per la generalità dei cittadini. Cerchiamo di capire cosa cambia, quali sono gli importi riconosciuti mensilmente, i limiti di reddito personali e coniugali previsti per mantenere il beneficio.

Assegno sociale tramutato da pensione di inabilità o da assegno mensile di invalidità

Quali sono le prestazioni assistenziali per invalidi che si tramutano in assegno sociale al compimento dei 67 anni? Si tratta delle seguenti misure:

  • assegno mensile;
  • pensione di invalidità totale;
  • pensione non reversibile ai sordi.

Per questi soggetti la trasformazione in assegno sociale delle prestazioni che percepiscono avviene in automatico.
Ci sono, però anche prestazioni agli invalidi che non si tramutano in assegno sociale e sono:

  • pensione per ciechi assoluti;
  • pensione per ciechi parziali.

Queste misure, infatti, spettano anche dopo il compimento dei 67 anni e non si trasformano, quindi, in assegno sociale.

Requisiti per avere l’assegno sociale trasformato

L’assegno sociale trasformato spetta a tutti coloro che sono stati riconosciuti invalidi civili prima del compimento dei 67 anni e percepivano prima di questa età una delle prestazioni sopra elencate che danno diritto alla trasformazione.

I limiti di reddito imposti agli invalidi civili, in questo caso, sono gli stessi che si dovevano rispettare per avere diritto alla pensione di invalidità parziale, totale o per sordi e verranno presi in considerazione solo i redditi personali dell’invalido e non quelli dell’eventuale coniuge.

Questo significa che i requisiti per l’assegno sociale trasformato sono gli stessi che venivano richiesti per la prestazione di invalidità civile e nello specifico:

  • 6.542,51 euro per gli invalidi parziali;
  • 17.920 per gli invalidi totali e i sordi.

Se, invece, si è riconosciuti invalidi dopo il compimento dei 67 anni, non si ha diritto all’assegno sociale trasformato ma a quello previsto per la generalità dei cittadini e questo significa che per il diritto saranno presi in considerazione anche gli eventuali redditi del coniuge.

Differenza di importo e maggiorazione

Quello di cui bisogna tenere conto è che l’importo dell’assegno sociale trasformato è diverso rispetto a quello dell’assegno sociale ordinario. In base alle condizioni reddituali sopra descritte l’importo mensile dell’assegno sociale sarà pari a 409,87 euro al mese per il 2023. L’invalido, però, può aver diritto anche a maggiorazioni e incrementi per vedersi riconoscere i quali è necessario rispettare i requisiti reddituali personali e coniugali previsti per la generalità dei sessantasettenni che accedono all’assegno sociale.

La prima maggiorazione, pari a 12,92 euro mensili, spetta a tutti i percettori di assegno sociale (anche sostitutivo di pensione di invalidità) che hanno un reddito personale entro i 6.151,60 euro l’anno e reddito coniugale (proprio più quello del coniuge) inferiore a 12.854,14 euro l’anno.

Una seconda maggiorazione spetta allageneralità dei lavoratori al compimento dei 70 anni mentre per gli invalidi è riconosciuta fin dalla liquidazione dell’assegno sociale, pari a 191,74 euro al mese, ma anche in questo caso è necessario il rispetto dei limiti di reddito personali (8.476,26 euro l’anno) e di quello coniugale (14.459,80 euro l’anno).
Se l’invalido riesce a ottenere entrambe le maggiorazioni percepirà un importo mensile pari a 614,53 euro mensili.

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