Il Pd salva Di Maio: perché l’ex M5s sarà ancora in Parlamento

Alessandro Cipolla

3 Agosto 2022 - 08:33

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Il Pd ha offerto diritto di tribuna ai leader delle liste di centrosinistra: Verdi e Sinistra Italiana hanno rifiutato, Di Maio invece ha detto sì e sarà di nuovo in Parlamento.

Il Pd salva Di Maio: perché l’ex M5s sarà ancora in Parlamento

Luigi Di Maio salvo sorprese siederà ancora in Parlamento nella prossima legislatura, ma per i deputati e senatori che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle per seguire il ministro nel progetto di Insieme per il Futuro, ora diventato Impegno Civico in vista delle elezioni politiche, sarà molto difficile mantenere un posto al sole nella bambagia romana.

Come abbiamo scritto subito dopo l’accordo siglato da Letta e Calenda, l’agnello sacrificale della fumata bianca nel centrosinistra è stato proprio Di Maio, che insieme agli altri leader della coalizione, oltre alle figure divisive e gli ex M5s e Forza Italia in generale, non sarà candidato nei collegi uninominali.

Per tutti comunque resta sempre il paracadute dei listini bloccati proporzionali ma, visto che Impegno Civico negli ultimi sondaggi è dato abbondantemente sotto la soglia di sbarramento del 3%, per Luigi Di Maio e i suoi la strada per una riconferma sarebbe tutta in salita.

Ecco che allora il Partito Democratico ha subito lanciato un salvagente a Di Maio, offrendo un diritto di tribuna nel proprio listone che è stato accettato a differenza di Fratoianni e Bonelli che invece hanno detto no al contentino.

Come il Pd vuole salvare Di Maio

A seguito del Patto elettorale raggiunto oggi con Azione/+Europa, in linea con l’impegno a supportare la costruzione di una coalizione plurale e ampia da opporre al progetto della destra sovranista, nelle prossime liste elettorali il Partito Democratico offrirà diritto di tribuna in Parlamento ai leader dei diversi partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell’alleanza elettorale”.

Questa è la nota diramata dal Partito Democratico subito dopo l’accordo siglato con Carlo Calenda per cercare di placare le ire di Alleanza Verdi Sinistra e Impegno Civico, due liste che di fatto resteranno fuori dalla spartizione dei collegi uninominali del centrosinistra.

Nel pomeriggio Enrico Letta incontrerà Luigi Di Maio, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma i due leader rossoverdi hanno già fatto sapere di non accettare il diritto di tribuna e di non ritenere per loro vincolanti i termini del patto Pd-Azione.

Stando a quanto riportano i quotidiani, Luigi Di Maio invece avrebbe accettato la proposta del Partito Democratico, che potrebbe valere anche per Bruno Tabacci che comunque dovrebbe trovare posto anche in un collegio uninominale.

Rischierebbero seriamente di rimanere fuori invece altri big ex 5 Stelle passati ora con Impegno Civico come Lucia Azzolina, Manlio Di Stefano, Vincenzo Spadafora, Laura Castelli ed Emilio Carelli, per cui non sembrerebbe valere il diritto di tribuna offerto dal Pd.

Resta da capire adesso se questa strategia del “salvare il soldato Di Maio” a ogni costo potrà danneggiare o meno il Pd alle urne: per Letta l’accordo trovato nel centrosinistra potrebbe riaprire la partita delle elezioni politiche, ma in realtà l’unica conseguenza a parte la divisione certosina dei collegi in stile manuale Cencelli, potrebbe essere quella di rendere un po’ meno netta la vittoria del centrodestra il prossimo 25 settembre.

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