Ecco di che Paese si tratta, perché ha cambiato le regole sul cobalto e in che modo influenza tutti gli altri Stati del mondo.
La Repubblica democratica del Congo produce quasi il 70% del cobalto mondiale, in gran parte destinato alle batterie a ioni di litio delle auto elettriche. Dopo un divieto di esportazione durato mesi, e le forti pressioni della Cina che da sola controlla l’80% della produzione congolese, il Paese ha fatto un passo indietro. Ora, sta limitando le esportazioni, sottoposte a regole più rigide e precise, nel tentativo di aumentare le entrate statali.
Un cambiamento che, possiamo starne certi, si ripercuoterà sul mondo intero, come abbiamo visto quando il Congo ha limitato le esportazioni in prima battuta. Nonostante il controllo assoluto su uno dei materiali più importanti del nostro secolo, infatti, il Paese colleziona soltanto guadagni miseri con la produzione e il commercio. Eppure, quando la RDC tira le redini, tutti ne subiscono le conseguenze.
Il cobalto è poco nominato rispetto ad altre materie prime e anche meno conosciuto tra i vari minerali, ma nell’epoca attuale è più importante del petrolio. Questo materiale è fondamentale per le batterie dei dispositivi elettronici ed elettrici, passando dagli smartphone fino ai veicoli. La corsa all’oro blu non potrà che farsi sempre più spietata in un mondo sempre più avanzato ed ecologico, pura innovazione che si scontra con le barbarie dello sfruttamento delle materie prime che vediamo ripetersi da millenni.
Cambia l’oggetto della disputa, muta il suo utilizzo, variano le dinamiche di potere, ma milioni di persone muoiono e ancora di più sono costrette a vivere e lavorare in condizioni disumane. I potenti si arricchiscono mentre popolazioni e territori vengono sfruttati allo stremo, un contesto che certo non può lasciare spazio a normali e tranquilli scambi commerciali.
Il Congo sta limitando le esportazioni di cobalto
La Repubblica democratica del Congo ha scelto di riaprire le esportazioni di cobalto, fissando però criteri severi per cercare di acquisire maggiore controllo sul commercio del minerale. Il Paese ha in particolare introdotto un sistema di quote di esportazione, senza cancellare tutti i divieti, per limitare la dipendenza da colossi come Pechino. Adesso, però, si apprende che le autorità congolesi hanno preparato un altro dossier con nuove regole per gli esportatori di cobalto. Tra le novità principali imposte alle compagnie minerarie c’è l’anticipo della tassa per la concessione della licenza di estrazione, in misura del 10% del totale delle quote assegnate, da versare entro 48 ore dalla richiesta (corredata dalle dichiarazioni di origine e vendita).
Segue poi l’obbligo di ottenere il certificato di conformità per l’esportazione, peraltro subordinato a controlli minuziosi (e numerosi), al fine di verificare le quantità, il peso, la sigillatura dei lotti e così via. Le compagnie di estrazione che non si adegueranno al nuovo regolamento, immediatamente entrato in vigore, saranno sottoposte a sanzioni economiche e, nella peggiore delle ipotesi, anche alla revoca della licenza di estrazione. Il Congo sceglie quindi il pugno duro contro l’indispensabile abuso delle compagnie minerarie, pronto a ricavare quanto più possibile.
Basti pensare che soltanto nel quarto trimestre del 2025, quindi tra luglio e settembre, la RDC ha assegnato quote di esportazione del cobalto per oltre 18.000 tonnellate metriche, che intende portare fino a 96.000 tonnellate metriche entro il 2026. Come biasimare lo Stato africano, con la crescente domanda di batterie dell’industria high-tech e la transizione ecologica che indirizza verso i veicoli elettrici. Il cambiamento delle regole imposto dalla RDC avrà ora un imprevedibile effetto boomerang, come confermato anche dall’esperto Duncan Hay, analista della Panmure Liberum (banca londinese di investimento):
Le regole di esportazione in cambiamento del Congo non offrono certezze: richieste di royalty dell’ultimo minuto e documentazione complessa manterranno volatili le esportazioni e i prezzi.
La stessa domanda di batterie può essere influenzata notevolmente dalle variazioni di offerta del cobalto, stravolgendo i prezzi e gli equilibri.
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