Tra i Paesi dove trasferirsi per lavorare il Lussemburgo è sicuramente tra le mete più ambite. Ecco per quali motivi e le professioni più ricercate.
Sempre più persone in Italia si interrogano sulla possibilità di cambiare Paese per migliorare il proprio futuro. D’altronde, quando stipendi bassi, scarse prospettive di carriera e un mercato del lavoro incerto diventano una consuetudine, l’idea di trasferirsi all’estero non può che tramutarsi in una possibilità reale.
Secondo le classifiche internazionali, i Paesi migliori per lavorare si concentrano nel Nord Europa, dove il lavoro è più tutelato, gli stipendi più alti e le ore lavorative mediamente inferiori rispetto all’Italia. Qui il potere d’acquisto è più elevato, la disoccupazione è bassa e le condizioni di vita sono tra le migliori al mondo.
Tra le destinazioni più interessanti c’è un piccolo Stato, spesso dimenticato ma dal grande potenziale: il Lussemburgo. Situato tra Belgio, Francia e Germania, è considerato il Paese più ricco d’Europa, con un’economia solida, un sistema fiscale favorevole e un’offerta di lavoro in costante crescita.
Con appena 2.586 km² di superficie, meno della Valle d’Aosta, il Lussemburgo ospita migliaia di opportunità professionali. Basta guardare il portale Eures, dove al momento ci sono oltre 2.557 annunci, molti dei quali accessibili anche senza laurea. E trasferirsi è semplice: per i cittadini italiani non è richiesto alcun visto, ma solo un attestato da richiedere una volta superati i tre mesi di soggiorno.
Quindi, se stai cercando un lavoro stabile, ben retribuito e in un Paese che offre reale qualità della vita, forse è il momento di guardare oltre confine. Il Lussemburgo potrebbe essere la tua prossima meta.
Lavorare all’estero, perché trasferirsi in Lussemburgo
Come anticipato, il Lussemburgo - piccolo Stato confinante con Francia, Belgio e Germania - è uno dei Paesi più ricchi d’Europa e quindi uno dei migliori in cui lavorare e vivere.
Basti pensare che lo stipendio medio in Lussemburgo è di 73.418 euro l’anno, più del doppio rispetto all’Italia (dove raggiungiamo appena i 30.284 euro lordi). In media, considerando 12 mensilità l’anno, siamo sui 6.118 euro al mese, mentre il salario minimo è di 2.570,93 euro per un lavoratore non qualificato, 3.085,11 euro per chi invece lo è.
Nel dettaglio, sono considerati lavoratori qualificati quelli che soddisfano almeno una tra le condizioni richieste dalla normativa nazionale, come ad esempio il possesso di un certificato idoneo alla professione svolta o l’avvenuta pratica professionale minima di 10 anni.
Ma non c’è solo l’elevato stipendio a rendere il Lussemburgo così attrattivo: va considerato, infatti, che è anche complicato restare senza lavoro. Qui, infatti, c’è il tasso di disoccupazione più basso tra tutta l’Eurozona, con una percentuale di appena il 5,7% (in Italia l’ultimo dato registrato è del 6,5%).
E attenzione, perché nonostante un guadagno molto superiore a quello solitamente previsto in Italia, in Lussemburgo anche l’orario di lavoro sorride ai lavoratori. Se in Italia si lavora in media 36,2 ore a settimana, infatti, in Lussemburgo ci si ferma a 35,5, potendo quindi disporre di più tempo libero (per quanto la differenza non sia così rilevante, almeno non quanto quella che c’è con uno dei Paesi in cui si lavora per meno ore in Europa, la Danimarca).
Ma quanto valgono davvero questi stipendi in rapporto al costo della vita? Va detto che vivere in Lussemburgo è sicuramente più costoso che in Italia: secondo le principali rilevazioni internazionali, il costo della vita è superiore di circa il 40%. Le differenze più significative si notano sugli affitti, che possono essere anche l’80% più alti rispetto a quelli di una grande città italiana. Un appartamento di 85 m² in centro, ad esempio, può arrivare a costare oltre 2.500 euro al mese.
Anche i generi alimentari e i trasporti sono più cari, seppur in misura minore. Tuttavia, servizi come sanità e farmaci sono spesso più accessibili, grazie a un sistema pubblico efficiente.
Nonostante tutto, il potere d’acquisto resta favorevole. Lo stipendio netto medio permette di coprire tutte le spese mensili e lascia anche un margine per risparmiare o investire. Tant’è che per chi vive e lavora in Lussemburgo, l’equilibrio tra reddito e spese si traduce in una qualità della vita più alta: più sicurezza economica, più tempo libero e più possibilità di progettare il futuro con serenità.
Quali sono i lavoratori ricercati in Lussemburgo
Sul portale Eures ci sono quasi 2.560 annunci riferiti al Lussemburgo che riguardano i più disparati profili professionali. Si cercano quindi lavoratori qualificati e non solo, tant’è che ci sono professioni dove non solo non è richiesta la laurea ma dove non è neppure espressamente richiesta la conoscenza della lingua francese (per quanto comunque rappresenti un elemento che inevitabilmente farà favorire un candidato piuttosto che un altro).
A tal proposito, tra i vari posti vacanti che soddisfano queste caratteristiche ci sono quelli riferiti alla professione di meccanico, come pure di elettricisti, gommisti, idraulici e muratori.
Ovviamente ci sono anche offerte di lavoro per professionisti maggiormente specializzati: ad esempio, tecnici edili, ingegneri dei dati, tecnici di supporto delle stazioni e anche ingegneri paesaggistici.
Di profili ce ne sono quindi richiesti, d’altronde su quasi 3.000 offerte di lavoro è difficile non trovare quella che rientra nella propria sfera di competenza.
Lo sa bene chi ha lasciato l’Italia per ricominciare in Lussemburgo. “In Italia avevo un buon lavoro, ma poche reali prospettive di crescita. Qui, invece, ho trovato stabilità, uno stipendio più alto e un miglior equilibrio tra vita e lavoro. All’inizio non è stato facile, ma rifarei tutto: oggi mi sento valorizzata, più libera e finalmente in pace con i miei ritmi”, racconta Silvia, una professionista italiana che ha scelto il Lussemburgo per dare una svolta alla propria carriera e alla propria vita.
Insomma, un trasferimento può spaventare, ma spesso è proprio il coraggio di cambiare a rendere possibile un futuro migliore.
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