OPS UniCredit, UE boccia golden power Meloni? Azioni Banco BPM in volo a Piazza Affari

Laura Naka Antonelli

8 Luglio 2025 - 17:23

Azioni Banco BPM in forte rialzo sul Ftse Mib di Piazza Affari. Buy anche sui titoli UniCredit dopo i rumor sul parere UE sul golden power esercitato dal governo Meloni.

OPS UniCredit, UE boccia golden power Meloni? Azioni Banco BPM in volo a Piazza Affari

Raffica di buy sulle azioni di Banco BPM, che svettano in cima al Ftse Mib di Piazza Affari, complice la circolazione di alcuni rumor riportati da Bloomberg, secondo cui l’Unione europea sarebbe pronta a bocciare la decisione del governo Meloni di applicare il golden power al dossier dell’OPS lanciata sulla banca da UniCredit.

I titoli di Banco BPM scattano di oltre il 4%, attestandosi oltre la soglia di 10,5 euro.

Bene anche le azioni di UniCredit, che avanzano sul Ftse Mib della Borsa di Milano di quasi il 2,5%, a quota 58,74 euro circa.

OPS UniCredit su Banco BPM, UE sta per bocciare golden power governo Meloni?

Bruxelles sta dunque per mettere con le spalle al muro il governo Meloni, che fin da subito ha osteggiato l’ambizione di Andrea Orcel, amministratore delegato di Piazza Gae Aulenti, di conquistare la rivale Piazza Meda?

Fonti interpellate da Bloomberg hanno riferito che già nella giornata di oggi, martedì 8 luglio 2025, le autorità dell’Unione europea potrebbero decretare che Roma non ha alcun diritto di interferire nell’offerta pubblica di scambio che UniCredit ha promosso su Banco BPM lo scorso 25 novembre 2024.

Della bocciatura in dirittura d’arrivo della Commissione europea del golden power che il governo Meloni ha deciso di esercitare lo scorso 18 aprile, parla anche il sito La Repubblica, che conferma che il provvedimento di Bruxelles potrebbe essere annunciato entro la giornata di oggi.

Nel seguente provvedimento, ha anticipato l’agenzia di stampa Bloomberg, l’Unione europea dovrebbe sancire che “ il governo italiano non ha diritto di incidere sull’operazione di acquisizione di Unicredit sul Banco BPM ”.

“Bruxelles avrebbe il potere di imporre condizioni”

La Commissione dovrebbe precisare anche che, secondo quanto statuisce la normativa, Bruxelles avrebbe il potere di “ imporre condizioni sull’operazione ”, bocciando dunque le prescrizioni, decisamente severe, che Palazzo Chigi ha imposto a UniCredit per dare semaforo verde all’offerta pubblica di scambio lanciata su Banco BPM. Prescrizioni che, qualche giorno fa, Piazza Gae Aulenti ha riassunto pubblicando il supplemento al documento di offerta.

Le condizioni imposte dal governo Meloni nell’ambito dell’esercizio del golden power sono le seguenti:

  • Non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impieghi/depositi praticato da Banco BPM e UniCredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi a favore delle famiglie e delle PMI
    nazionali.
  • Non ridurre il livello dell’attuale portafoglio di project finance di Banco BPM e UniCredit in Italia.
  • Per un periodo di almeno 5 anni: a) non ridurre l’attuale peso degli investimenti di Anima Holding in titoli emessi da soggetti italiani (intendendosi BTP e Titoli di Stato italiani in generale) e b) sostenere lo sviluppo della società.
  • Cessare ogni attività in Russia (inclusa la raccolta di fondi, l’erogazione di prestiti, il collocamento di fondi e i prestiti transfrontalieri) entro nove mesi dalla data del decreto.

Subito dopo la diffusione delle indiscrezioni da parte di Bloomberg, le azioni di UniCredit e di Banco BPM sono scattate in Borsa.

Nessun commento è stato rilasciato dalla Commissione europea, così come anche dal governo Meloni, alla richiesta di dichiarazioni inoltrata dall’agenzia Reuters.

Sta di fatto che, secondo i rumor riportati da Bloomberg, Bruxelles dovrebbe dichiarare che, sulla base delle regole che disciplinano le fusioni in Unione europea, soltanto la Commissione disporrebbe dei poteri legali per imporre condizioni sull’operazione (l’OPS di UniCredit ha ricevuto il via libera dell’UE il mese scorso).

Ciò significherebbe, ha precisato l’agenzia, che una eventuale incapacità del governo Meloni di ritirare le prescrizioni imposte a UniCredit potrebbe tradursi nell’attivazione di procedure a carico dell’Italia per violazione delle leggi comunitarie.

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