Allarme Omicron 2: ecco le 10 regole per evitare il contagio e la reinfezione

Emiliana Costa

30/03/2022

30/03/2022 - 10:37

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In Italia il virus ha ripreso la sua corsa trainato dalla variante Omicron 2. Ieri quasi 100 mila nuovi casi nelle 24 ore ed è allarme reinfezioni. Ecco le 10 regole per evitare il contagio.

Allarme Omicron 2: ecco le 10 regole per evitare il contagio e la reinfezione

In Italia il virus ha ripreso la sua corsa. Nel bollettino di ieri, martedì 29 marzo, i nuovi contagi nelle 24 sono stati quasi 100 mila con un tasso di positività che sale al 15%. Come ha confermato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Omicron 2 è ormai diventata dominante.

Nel nostro paese i casi si sono moltiplicati nelle ultime settimane trainati proprio dalla sottovariante, la cui contagiosità è pari a quella del morbillo. Non solo. Omicron e Omicron 2 potrebbero dare luogo a reinfezioni, dal momento che l’immunità conferita dalla variante sudafricana è più bassa rispetto a quella delle precedenti o dei vaccini.

Per questa ragione, Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), ha suggerito una serie di regole da seguire per evitare di contagiare se stessi, reinfettarsi e diffondere il virus a casa e al lavoro.

Le 10 regole per non reinfettarsi con Omicron 2

La prima norma anti Omicron 2 consigliata da Andreoni è l’utilizzo della mascherina. Anche quando decadrà del tutto l’obbligo di indossarla. In un’intervista al Messaggero, l’esperto spiega: «Che sia quella chirurgica o la più protettiva, ossia l’Ffp2, è bene continuare ad utilizzarla sia al lavoro che nei locali commerciali, nei teatri, al cinema, al ristorante».

La seconda regola riguarda gli ambienti chiusi. È in questo tipo di luoghi infatti che il virus circola più velocemente, soprattutto se non c’è un’adeguata ventilazione. In questo caso il consiglio di Andreoni è quello di mantenere sempre le mascherine in presenza di un elevato numero di persone con cui ci si trova a contatto ravvicinato. Anche a causa della mancanza di spazio.

La terza indicazione di Andreoni riguarda invece gli spazi all’aperto. Il medico invita a fare attenzione anche in questo caso, perché primavera e sole non significano assenza del virus. «Fare a meno della protezione sia sulla bocca e che sul naso potrebbe rivelarsi pericoloso ogni volta che ci si ritrova all’improvviso in mezzo a un gruppo di amici o conoscenti. Non dimentichiamo che, seppure all’aperto, il rischio di contagio c’è sempre, e se si entra in contatto con un’altra persona infetta, senza la protezione e la distanza di sicurezza la probabilità di contagiarsi è molto alta».

Il quarto errore da non fare, secondo l’esperto, è «pensare che la pandemia sia finita» solamente perché si è abbassata la soglia di attenzione. Anche in seguito al conflitto in Ucraina. Andreoni ricorda infatti che il Covid-19 continua a girare come dimostrato dall’impennata di nuovi casi (ieri, martedì 29 marzo quasi 100 mila).

Il quinto punto riguarda i vaccini. Il medico ricorda come siano fondamentali per evitare il ricovero e la malattia grave. Ecco perché, sottolinea Andreoni, è importante completare il ciclo con la terza dose: al momento in Italia mancano all’appello ancora 10 milioni di italiani a cui erano state somministrate le prime due dosi. «Soltanto dopo aver effettuato il booster, si può ritenere di avere un’immunità che conferisce una protezione dalla sintomatologia grave», ha spiegato Andreoni.

Il sesto punto riguarda le reinfezioni. Con Omicron 2 infatti ci si potrebbe ri-contagiare anche a pochi mesi da una precedente infezione con un’altra variante. Andreoni dunque invita alla prudenza nel praticare sport, osservando le regole di distanziamento e igienizzazione per abbassare al minimo i rischi.

Anche il settimo punto è collegato all’allarme reinfezioni. Il medico invita a non abbandonare le misure di protezione (come mascherine e distanziamento) una volta guariti. «Non è infrequente, infatti, la possibilità che ci si possa reinfettare, spesso con una variante diversa. Questa fase della pandemia è infatti caratterizzata da reinfezioni in soggetti guariti e anche vaccinati», ha spiegato l’infettivologo al Messaggero.

L’ottavo punto riguarda invece l’idea (sbagliata) che una reinfezione possa essere solo un raffreddore: «Sono ormai segnalati casi di persone reinfettate, soprattutto non vaccinate, che possono avere sintomi gravi e si ritrovano in un letto di ospedale per diversi giorni».

La nona indicazione del decalogo riguarda i bambini. Sui più piccoli, il professore spiega che è errato pensare che non possano ammalarsi in modo grave: per questo è consigliato affrettarsi con il ciclo vaccinale, limitando i contagi.

L’ultimo punto riguarda l’evoluzione di Omicron e delle sue «sorelle». Andreoni ricorda che potrebbe non essere l’ultima variante e non è detto che le prossime siano «meno pericolose di quelle attuali». Per questa ragione, occorre continuare a prestare attenzione.

La situazione epidemiologica in Italia

Secondo i dati del bollettino di ieri, martedì 29 marzo, i nuovi positivi nelle 24 ore sono stati 99.457. Le vittime sono invece 177. Il tasso di positività sale al 15%.

Sono stati 660.708 i tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle 24 ore. Per quanto riguarda i ricoveri, sono 487 i pazienti in terapia intensiva, stabili rispetto al giorno precedente. I pazienti nei reparti ordinari sono 9.740, ovvero 244 in più rispetto alle 24 ore precedenti. In Lombardia i casi sono 12.518, in Campania 11.755 e nel Lazio 11.430.

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