Parte da Venezia la nuova campagna nazionale per la tutela dell’acqua

Domenico Letizia

27 Aprile 2022 - 10:49

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La certezza dei mutamenti climatici chiama tutti i cittadini e le istituzioni a promuovere nuovi stili di vita partendo dalla valorizzazione dell’acqua.

Parte da Venezia la nuova campagna nazionale per la tutela dell’acqua

Nel corso delle ultime settimane, presso la sede del Consorzio di bonifica Acque Risorgive è stato presentato a Venezia-Mestre il Manifesto di Treviso a difesa dell’acqua. Redatto dall’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti, dal Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua e dal Global Network of Water Museums (Unesco), il documento lancia una campagna nazionale di sensibilizzazione che si rivolge prevalentemente alle autorità locali, municipali e agli enti che gestiscono gli acquedotti.

Il Manifesto di Treviso a difesa dell’acqua sintetizza i principi basilari per una buona gestione delle risorse idriche e indica alcune delle azioni fondamentali che è necessario intraprendere urgentemente per un utilizzo più attento e corretto di questo bene essenziale alla vita. Il Manifesto, elaborato nel 2021 in occasione del convegno “L’orologio dell’acqua”, è attualmente promosso su scala provinciale, regionale e nazionale, grazie alla collaborazione nata tra l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti, il Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua Onlus, e la Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua (“iniziativa faro” del Programma Idrologico Intergovernativo dell’Unesco).

Nel corso del lancio della campagna indirizzata in primo luogo a tutti i sindaci del Veneto, Eriberto Eulisse, Direttore della Rete Mondiale Unesco dei Musei dell’Acqua e del Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua, ha sottolineato la necessità di: “richiamare l’attenzione su un bene essenziale che oggi non viene ancora gestito nel migliore dei modi. È necessario sensibilizzare le persone sui comportamenti individuali e contemporaneamente sensibilizzare le istituzioni affinché vengano promosse nuove azioni di prevenzione, formazione e comunicazione. Nel Manifesto, noi proponiamo una transizione ecologica che parta dalla conoscenza dei territori con piccoli ma concreti interventi che – in alternativa alla realizzazione di grandi e impattanti opere idrauliche - possono essere d’aiuto nei periodi di siccità. Pensiamo ai piccoli bacini di raccolti, ai giardini fluviali nelle scuole, ai giardini fluviali nei parchi pubblici e anche a un’ottima gestione degli acquedotti pubblici. Dobbiamo incidere maggiormente sulle opportunità di comunicare e diffondere l’importanza della qualità delle acque dimostrata da decennali gestioni degli acquedotti pubblici”.

Le reti di acquedotto hanno bisogno di manutenzione continua, professionalità, innovazione sostenibile e un’attenta pianificazione. Spesso si lavora sottoterra e quindi i risultati non sono facili da vedere. Investendo al tempo stesso su nuove strategie di comunicazione per far conoscere la qualità delle acque erogate dai nostri acquedotti e coinvolgendo maggiormente i cittadini nella tutela di questo prezioso patrimonio liquido oggi possiamo far conoscere meglio le strutture che gestiscono tale bene.

Solo così è possibile comprendere il reale valore della risorsa e la necessità di tutelarla meglio in tutti i territori, a partire dalle falde acquifere, giustificando l’importanza di maggiori investimenti in tali infrastrutture e adottando le migliori soluzioni tecnologiche per una gestione sostenibile del servizio idrico. Avvicinare i cittadini e le giovani generazioni alla tutela del patrimonio liquido consente di comprendere a fondo l’importanza di garantire la continuità dei servizi idrici, con servizi efficienti ed efficaci, senza doverne stravolgere nuovamente la struttura, come si paventa con le riforme recenti introdotte dal governo.

La vera sfida odierna, dunque, è promuovere un approccio transdisciplinare nell’affrontare i diversi problemi connessi all’acqua, per rimediare alla generale “banalizzazione” cui spesso sono stati ridotti molti patrimoni liquidi a fronte di un presunto “progresso tecnologico” che a volte, ha accentuato non pochi problemi, aggravando situazioni difficili già presenti in molte comunità della nostra Penisola.

Oggi, la certezza dei mutamenti climatici chiama tutti i cittadini e le istituzioni a promuovere nuovi stili di vita e di consumo partendo dalla tutela e valorizzazione dell’acqua, per la cui preservazione e gestione ottimale a volte bastano piccole opere e interventi poco invasivi, in alternativa alle grandi opere idrauliche più impattanti e altamente energivore.

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