Nucleare, accordo tra le società dell’energia: tornano le centrali in Italia?

Giacomo Andreoli

06/03/2023

06/03/2023 - 21:54

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Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf e Edison hanno firmato un accordo per sviluppare il nucleare di 4ª generazione in Europa e in Italia, con l’obiettivo di inserirlo nella transizione energetica.

Nucleare, accordo tra le società dell’energia: tornano le centrali in Italia?

Un accordo per rilanciare la ricerca sul nucleare di nuova generazione e inserirlo nella strategia dell’Italia per la transizione energetica ed ecologica. Lo hanno firmato Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf e Edison e si tratta del primo passo formale nella direzione della nuova energia nucleare da quando si è insediato il governo Meloni.

L’esecutivo, soprattutto per volontà di Lega e Forza Italia, ha spiegato di voler incentivare la ricerca e l’attenzione per la tecnologia di quarta generazione in via di sviluppo, meno inquinante e più efficiente. Lo scorso novembre, poi, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha detto che il governo vuole ricavare “energia pulita” anche da “dighe e nucleare”, inserendo de-facto quest’ultimo tra le fonti green, come così come stabilito dall’Unione europea.

Ora questo accordo sembra andare nella direzione auspicata dal governo, tant’è che Forza Italia ha subito presentato una mozione per il rilancio del nucleare. Tuttavia, visti i dubbi di Fratelli d’Italia rispetto ad un’accelerazione troppo rapida, sembra difficile che si possano vedere nuove centrali nucleari attive in Italia nei prossimi anni. Tra un decennio, tuttavia, le cose potrebbero sicuramente cambiare.

Nucleare in Italia, cosa prevede l’accordo Ansaldo Energia-Edison-Edf

L’accordo prevede la collaborazione allo sviluppo del nuovo nucleare (la fissione, non ancora la fusione) in Europa e favorirne la diffusione, in prospettiva anche in Italia. L’obiettivo è valorizzare subito le competenze della filiera nucleare italiana, di cui Ansaldo Nucleare è capofila, a supporto dello sviluppo dei progetti di nuovo nucleare del gruppo Edf, e al contempo di avviare una riflessione sul ruolo del nucleare di terza e quarta generazione nella transizione energetica in Italia.

Le società si impegnano quindi ad esplorare le potenziali cooperazioni industriali, ognuna secondo le sue competenze. Ansaldo è specializzata in sviluppo di componenti e fornitura di servizi per l’industria energetica e nucleare, Edf in produzione di energia nucleare, Edison in transizione energetica. Ora, comunque, si attendono successivi accordi vincolanti tra le parti per realizzare a tutti gli effetti l’intesa raggiunta.

Nella visione delle quattro aziende, l’energia nucleare può svolgere un “ruolo complementare a quello delle fonti rinnovabili, garantendo stabilità e contribuendo alla sostenibilità ambientale del sistema elettrico, alla luce degli ambiziosi target di decarbonizzazione europei e italiani che fissano al 2050 il raggiungimento della neutralità climatica”.

La mozione di Forza Italia sul nucleare

Dopo la firma dell’accordo il presidente dei deputati di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, e il deputato e responsabile del Dipartimento Energia di Forza Italia, Luca Squeri, hanno subito presentato una mozione per il rilancio del nucleare in Italia.

L’obiettivo europeo di zero emissioni nel 2050 - si legge nel testo della mozione - sarà difficilmente raggiungibile con il solo utilizzo di energie da fonti rinnovabili diverse dal nucleare. E non possiamo non considerare che molti Paesi, tra cui Gran Bretagna, Russia, India, Cina e Francia, stanno proseguendo l’investimento in energia nucleare”.

Per questo Forza Italia chiede al governo di lavorare affinché la produzione di energia atomica di nuova generazione sia inclusa nella politica energetica europea.

Centrali nucleari, la differenza tra terza e quarta generazione

La “quarta generazione” della fissione nucleare ha diverse novità interessanti: non produce anidride carbonica, riduce le scorie radioattive, rende ancora meno probabili incidenti al reattore ed elimina il plutonio attualmente prodotto. Insomma, garantirebbe una produzione di energia praticamente “pulita”, peccato che al momento non esistano altro che una serie di programmi di ricerca.

Il governo Meloni, quindi, potrebbe incentivare la ricerca con nuovi fondi ad hoc, ma non è escluso che possa prendere in considerazione la costruzione di centrali nucleari di terza generazione, già disponibili. Questi impianti sono basati su reattori ad acqua pressurizzata, molto più sicuri dei precedenti, ma comunque prevedono lo scarto di uranio e l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera.

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