Chi ha figli under 14 può non tornare a lavoro: novità smart working nel Decreto Rilancio

Antonio Cosenza

09/05/2020

Smart working anche nella fase due: sarà il dipendente a decidere quando tornare a lavorare in presenza, ma solo per chi ha figli under 14. La novità del Decreto Rilancio.

Chi ha figli under 14 può non tornare a lavoro: novità smart working nel Decreto Rilancio

Smart working per i lavoratori con figli minori di 14 anni: il datore di lavoro non potrà opporsi ad un’eventuale richiesta del dipendente, salvo nel caso in cui le mansioni non siano compatibili con lo svolgimento in modalità agile.

Novità nel Decreto Rilancio per le famiglie con figli minori: oltre all’estensione del congedo parentale e del bonus baby sitter, nel nuovo provvedimento potrebbe esserci una norma volta a favorire l’utilizzo dello smart working nelle aziende. Una norma utile per andare incontro a quelle famiglie dove entrambi i genitori lavorano: grazie allo smart working, infatti, questi potranno conciliare i tempi lavorativi con le esigenze familiari.

Nulla di ufficiale ancora, in quanto il Decreto Rilancio deve essere ancora approvato e al momento è disponibile solamente come bozza, ma se ne sta parlando; nel dettaglio, è il dipartimento delle politiche della famiglia ad aver avanzato quella che potrebbe essere una novità che andrà a cambiare il modus operandi di molte aziende.

Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede questa norma e in che modo se ne potrà beneficiare così da poter comunque lavorare, senza richiedere congedi o bonus baby sitter, ma senza spostarsi dalla propria abitazione, così da garantire nel frattempo l’assistenza ai propri figli.

Smart working obbligatorio per chi ha figli Under 14

Maggiori dettagli li avremo solamente nel caso in cui questa proposta farà parte del testo ufficiale del Decreto Rilancio. Al momento, sappiamo che quanto previsto dalla bozza del provvedimento stabilisce che per tutta la durata dell’emergenza (al momento, quindi, fino al 31 luglio) i genitori lavoratori dipendenti occupati nel settore privato avranno la possibilità di decidere liberamente come lavorare, quindi se in presenza oppure tramite smart working.

Il lavoro agile, quindi, sarà una libera scelta del dipendente e non del datore di lavoro, il quale non potrà opporsi qualora la richiesta del lavoratore risponda a tutti i requisiti previsti.

Una possibilità che - come anticipato - sarà riservata solamente a coloro che hanno figli minori che non hanno compiuto i 14 anni; sono esclusi da questa novità, inoltre, i lavoratori del pubblico impiego. Per quest’ultimi, comunque, sembra che anche durante la fase due il lavoro agile sarà la “modalità ordinaria” di svolgimento della prestazione lavorativa.

Inoltre, è necessario che le mansioni siano compatibili con lo svolgimento in modalità agile.

Smart working: il dipendente potrà utilizzare i propri strumenti informatici

Qualora un lavoratore decida di continuare a lavorare in smart working, o anche in modalità mista alternando il lavoro agile all’attività in presenza, quindi, il datore di lavoro non potrà opporsi e dovrà mettere in atto le misure necessarie per favorire lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Qualora il datore di lavoro non possa fornire i dispositivi informatici aziendali per lo svolgimento della suddetta attività, allora il dipendente potrà utilizzare gli strumenti di sua proprietà. In quel caso, però, il datore di lavoro è esonerato dalle responsabilità di sicurezza e buon funzionamento.

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