Questo lavoratore ha deciso di partire per le vacanze anche senza autorizzazione ed è stato licenziato, ma ha avuto ragione in tribunale.
Organizzare le vacanze non è affatto spensierato come dovrebbe, soprattutto per quanto riguarda conciliare gli impegni di lavoro con i momenti migliori per la partenza. I lavoratori dipendenti devono infatti tenere conto delle regole previste dal datore di lavoro - non sempre legittime - e dell’eventuale calendario imposto dall’azienda per le chiusure e la turnazione del personale. Può così accadere di vedersi negate le ferie e veder infrangersi i propri piani, un’eventualità decisamente frustrante.
Così, non è raro che alcuni lavoratori decidano di ignorare il diniego del datore e viaggiare lo stesso, andando incontro a varie conseguenze. I casi di questo genere sono più frequenti di quanto si possa pensare, ma un evento in particolare sta suscitando molta curiosità. Non è il fatto che il dipendente sia partito lo stesso anche se il capo non ha accettato le ferie, ma il licenziamento seguito a questa azione che è stato giudicato illegittimo dal tribunale. Vuol forse dire che si possono scegliere deliberatamente e unilateralmente le ferie? Non proprio.
Parte per le ferie senza autorizzazione ma il licenziamento è illegittimo
Questa storia si è svolta in Germania, dove un autista ha fatto estrema difficoltà a partire per le vacanze, visti i continui dinieghi del datore di lavoro. Il lavoratore ha fatto richiesta di 2 settimane di ferie ad aprile nel mese di gennaio di quest’anno, ma non ha ottenuto la risposta sperata e anzi dopo una settimana l’azienda ha inviato una comunicazione collettiva, negando a tutti le ferie nei mesi di aprile, maggio e luglio per l’elevata mole di lavoro. L’autista comunque non si è dato per vinto e ha riprovato chiedendo 9 giorni anziché 14. Dopo che anche questo tentativo si è rivelato fallimentare, visto che l’azienda ha preferito evitare di fare eccezioni ingiuste nei confronti del resto del personale, il dipendente si è semplicemente assentato ed è partito per la Grecia.
Nello stesso giorno ha ricevuto comunicazione del licenziamento, che ha tuttavia contestato con successo in tribunale. Durante la causa ha infatti ottenuto la dichiarazione di illegittimità del licenziamento, giudicato una sanzione disciplinare sproporzionata. Oltretutto, il tribunale ha ritenuto che non fosse lecito negare tutte le ferie nei mesi di aprile, maggio e luglio, considerando la previsione di affollamento turistico un’esigenza ingiustificata. L’uomo non ha comunque ottenuto il risarcimento richiesto per il licenziamento illegittimo (pari a 14.000 euro), visto che ha comunque avuto un comportamento scorretto nei confronti del datore di lavoro.
Secondo il tribunale, infatti, avrebbe dovuto quanto meno avvisare della propria assenza e non trarre in inganno il datore nei giorni precedenti. Ha comunque ricevuto il riconoscimento della somma di 3.000 euro per la sanzione ingiusta.
Cosa prevede la legge italiana
Come si può immaginare, il problema della pianificazione delle ferie riguarda anche molti dipendenti e datori italiani, entrambi potenzialmente lesi dalla scorrettezza dell’altro. Vale quindi la pena sapere che l’azienda conserva un’autonomia organizzativa che le consente di rifiutare le ferie nel periodo richiesto dal personale, purché in modo motivato. In questo caso non è possibile imporre il periodo di assenza unilateralmente, rischiando anche il licenziamento disciplinare, a seconda della durata dell’assenza e di tutte le circostanze utili, oltre che delle previsioni del Ccnl.
Con le nuove regole, peraltro, 15 giorni di assenza ingiustificata rappresentano dimissioni per fatti concludenti. Per quanto il datore di lavoro debba cercare di conciliare l’interesse aziendale con le necessità del personale, l’assenza ingiustificata è sempre una violazione grave, spesso sufficiente da portare a un licenziamento per giusta causa. Se si sospetta che il diniego del datore di lavoro sia immotivato, lesivo o addirittura discriminatorio sarà quindi necessario agire legalmente piuttosto che autoassegnarsi le ferie e magari causare un danno (che andrebbe comunque sottratto al risarcimento eventualmente spettante).
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