No tax area, la soglia sale a €15.000. La proposta per la Legge di Bilancio 2026

Patrizia Del Pidio

17 Novembre 2025 - 15:22

Una proposta di modifica alla Legge di Bilancio 2026 prevede di alzare la no tax area a 15.000 euro. Vediamo la misura e quanto costerebbe.

No tax area, la soglia sale a €15.000. La proposta per la Legge di Bilancio 2026

No tax area per redditi fino a 15.000 euro, questa è una delle proposte avanzate dalle opposizioni in modifica della Legge di Bilancio 2026. Innalzare la no tax area fino a 15.000 euro temporaneamente (dal 2026 al 2028) è l’ipotesi contenuta in uno degli emendamenti presentati per portare un beneficio economico a lavoratori dipendenti e pensionati.

Gli effetti sarebbero percepiti solo da chi ha reddito fino a 60.000 euro, oltre i quali si esaurirebbero.

La proposta di modifica alla no tax area

La no tax area, attualmente, è fissata a 8.500 euro per dipendenti e pensionati e a 5.500 euro per i lavoratori autonomi. Si tratta della porzione di reddito su cui non è dovuta imposta perché azzerata dalle detrazioni spettanti.

La proposta contenuta nell’emendamento prevede che l’innalzamento della soglia a 15.000 euro per il prossimo triennio coinvolga soltanto pensionati e lavoratori dipendenti, mentre ne sarebbero esclusi i lavoratori autonomi.

Considerando la no tax area attuale, quella proposta prevedrebbe un ampliamento piuttosto corposo e ciò comporterebbe, di conseguenza, un taglio netto dell’imposizione dovuta che avrebbe effetto non solo su chi guadagna fino a 15.000 euro, ma anche per chi ha redditi superiori.
Per chi guadagna 30.000 euro, infatti, l’Irpef sarebbe in ogni caso più bassa per effetto delle maggiori detrazioni fiscali spettanti (per alzare il limite della no tax area si deve per forza intervenire sulle detrazioni fiscali, poiché che sono queste ultime ad azzerare le imposte). Il beneficio si azzererebbe solo superati i 60.000 euro.

Costi troppo alti per le casse dello Stato

Attuare un simile taglio alle tasse avrebbe un costo di quattro miliardi di euro l’anno. Per coprire il triennio sarebbero, quindi, necessari dodici miliardi di euro. In base a quanto contenuto nella proposta le coperture per la realizzazione si dovrebbero reperire in parte dai tagli alla spesa pubblica e in parte dalla lotta all’evasione fiscale.

Una proposta del genere era stata avanzata anche lo scorso anno e prevedeva un innalzamento della no tax area a 12.000 euro che, però, non era stato inserito nella manovra. Il costo stimato è davvero troppo alto per poter sperare che la proposta venga realmente attuata.

Compensazione del drenaggio fiscale

Tra le altre proposte di modifica presentate dalle opposizioni ci sono anche misure per compensare gli effetti del drenaggio fiscale che prevedono l’adeguamento degli scaglioni Irpef all’inflazione. Se, ad esempio, nel 2025 c’è stata un’inflazione dell’1,5%, dal 2026 gli scaglioni Irpef non sarebbero più fissati nel seguente modo:

  • fino a 28.000 euro 23%;
  • tra 28.000 e 50.000 euro il 35%;
  • oltre 50.000 euro il 43%.

Adeguando gli scaglioni all’inflazione, che consentirebbe di mantenere il potere di acquisto derivante da eventuali rivalutazioni di stipendi e pensioni, si otterrebbero i seguenti scaglioni:

  • fino a 28.400 euro il 23%;
  • da 28.400 a 50.750 euro il 35%;
  • oltre 50.750 euro il 43%.

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