Ghosn come 007: ecco come l’ex CEO Nissan è scappato dal Giappone

Mario D’Angelo

01/01/2020

01/01/2020 - 18:19

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La rocambolesca fuga di Carlos Ghosn dal Paese che doveva incriminarlo: ecco com’è andata

Ghosn come 007: ecco come l’ex CEO Nissan è scappato dal Giappone

Imbarazzo in Giappone per la fuga di Carlos Ghosn, ex boss di Nissan. L’uomo d’affari, fino a qualche tempo fa, era considerato un eroe nel Paese del Sol Levante. In seguito è diventato uno dei suoi più famosi sospettati. Adesso è un fuggitivo internazionale.

Nissan, Ghosn: “Fuggito dall’ingiustizia”

Carlos Ghosn, uno dei giganti dell’automobile, è stato accusato a fine 2018 per appropriazione indebita e rimosso dal suo ruolo in Nissan. Negli ultimi mesi era impegnato a preparare la sua difesa. O, almeno, questo è ciò che credevano le autorità giapponesi. In realtà stava preparando la sua fuga.

Nell’aprile scorso aveva pagato quasi 9 milioni di dollari di cauzione. Le condizioni della libertà vigilata erano molto rigide: doveva stare all’interno di una casa - approvata dalla magistratura - con una telecamera che sorvegliava l’ingresso per 24 ore al giorno. Anche il suo utilizzo della tecnologia era stato molto limitato.

Nonostante ciò, è riuscito a scappare dal Paese in cui avrebbe dovuto affrontare un processo per l’appropriazione indebita di decine di milioni di dollari di fondi aziendali. Arrivato in Libano, in cui è cresciuto ed è una figura molto popolare, ha dichiarato: “Sono scappato dall’ingiustizia e dalla persecuzione politica”.

“Siamo stati colti completamente di sorpresa. Sono scioccato”, ha detto persino il suo avvocato, Junichiro Hironaka a una folla di reporter. “Voglio chiedergli come ha potuto farci questo”, ha aggiunto.

La fuga ’musicale’ di Ghosn, degna di 007

Rimangono i dubbi su come abbia fatto Ghosn a scappare dal Giappone. Secondo un canale televisivo libanese, MTV, l’ex boss di Nissan sarebbe fuggito grazie all’aiuto di un gruppo paramilitare travestito da banda di musicisti.

Il 65enne Ghosn, dopo la performance di questi ultimi presso la sua abitazione, si sarebbe infilato nella custodia di un grande strumento musicale. Dopodiché sarebbe stato trasportato all’aeroporto e volato quindi su un aereo privato a Istanbul. Da lì avrebbe preso un secondo velivolo verso il Libano. Ghosn è arrivato quindi a Beirut nelle prime ore di giorno 30 Dicembre.

Secondo la stampa, un ruolo primario nell’organizzazione del piano lo avrebbe avuto Carole Ghosn, la moglie di Carlos. Secondo l’avvocato di quest’ultimo, i due avrebbero conversato per più di un’ora il 24 Dicembre nonostante il divieto dell’autorità. Nel corso di un’intervista alla BBC, nel 2019, aveva detto: “Voglio indietro mio marito. Lo voglio con me. So che è innocente”.

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